Il primo rossetto ricaricabile di Guerlain e gli altri prodotti beauty che ci hanno cambiato la vita
Il primo rossetto, un profumo iconico, le ultime creazioni: il 13 novembre esce per Assouline Guerlain, Visionary Since 1828, volume da collezione che racconta, con le immagini di ieri e di oggi e i testi di Antigone Shilling la storia di una delle Maison più longeve e famose di sempre.
Il primo rossetto in stick della storia era firmato Guerlain
Tante le curiosità, alcune insospettabili. Alla Maison francese si deve, ad esempio, l’invenzione del rossetto in stick come lo consociamo oggi. In cera, aveva un nome che – col senno di poi- potrebbe dirsi quasi profetico: Ne M’Oubliez Pas, ossia “non dimenticarmi”.

La cover del libro Guerlain, Visionary Since 1828, edito da Assouline, (Courtesy press office).
Nato nel 1870, è un prodotto che ha davvero attraversato epoche e stili, e già nel 1904 aveva un astuccio ricaricabile dotato di un pulsante laterale che faceva scattare fuori il prodotto: la sostenibilità non era ancora un’esigenza eppure la bellezza aveva trovato già una strada percorribile.

Il primo rossetto ricaricabile della storia fu inventato da Guerlain nel 1904 (©Laziz Hamani/Assouline, courtesy press office).
L’idea del rossetto in stick si deve ad Aimé Guerlain, figlio del fondatore della Maison, che intuì le potenzialità del make up. Allora, infatti, il trucco era ancora molto basico: i canoni di bellezza prevedevano incarnati diafani e pochi tocchi di colore su labbra e guance. I pigmenti accesi di Ne M’Oubliez Pas furono davvero una novità.
Guerlain profumi: Jacques e la nascita di Shalimar, 100 anni fa
Il libro di Assouline arriva in un anno importante per Guerlain, quello del centesimo anniversario di Shalimar, uno dei suoi accordi più famosi. Non fu soltanto un successo del brand, ma in generale, perché quando nacque fu il primo profumo ambrato da donna della storia della profumeria, un po’ quello che Chanel N°5 sarebbe stato (nello stesso anno) per l’innovativo utilizzo delle aldeidi.

Shalimar di Guelain festeggia cento anni nel 2025 (©Laziz Hamani/Assouline, courtesy press office).
Creato da Jacques Guerlain nel 1921, il profumo venne presentato all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Industriali Moderne del 1925 in virtù del suo flacone, disegnato da Raymond Guerlain e Georges Chevalier, artista e decoratore per Baccarat. Si ispirava alle vasche dei Giardini Shalimar, il complesso di giardini dell’Impero Moghul, che oggi si trovano in Pakistan. Il tappo blu, a forma di un ventaglio, suggeriva un altro motivo spesso associato all’Oriente.
Soprannominato “il pipistrello”, per via delle linee simili ad ali spiegate, il flacone conteneva un accordo di bergamotto, rosa, gelsomino, iris, vaniglia e fava tonka. Una curiosità? Il complimento più bello arrivò da Ernest Beaux, creatore di Chanel N°5: «Se avessi usato così tanta vaniglia avrei ottenuto solo crema pasticciera, mentre lui, Jacques Guerlain, ha creato Shalimar».
Il primo siero della storia firmato Erno Laszlo
Erano anni decisamente dinamici per il mondo della bellezza, con innovazioni e scoperte continue. Negli Anni 30, ad esempio, sarebbe nato il primo siero della storia, così come lo conosciamo oggi. A inventarlo, il dottor Erno Laszlo, che tra le sue clienti a New York aveva Audrey Hepburn, Jacqueline Onassis e Marilyn Monroe. Fu proprio quest’ultima – pare – a ispirargli la creazione di un prodotto, il Phormula 3, che inizialmente venne utilizzato per trattare una cicatrice che la Monroe aveva sull’addome.
I benefici furono talmente portentosi che il prodotto iniziò ad essere utilizzato sul viso e poi ribattezzato Phormula 3-10 Serum Concentrate, l’antesignano di tutti i sieri moderni.
Max Factor e la rivoluzione del Pan-Cake
Il primo fondotinta della storia, invece, si chiamava Pan-Cake Make Up, e fu inventato da Max Factor. All’inizio, in realtà, si trattava di un prodotto che veniva utilizzato solo nell’industria cinematografica, per rendere più naturali i volti nel cinema in Technicolor. Successivamente ci si rese conto delle potenzialità del prodotto, che nel 1935 debuttò sul mercato. Il perché del nome? Pan richiama la pellicola pancromatica, che era usata per riprodurre l’intero spettro dei colori, ma si rifà anche al contenitore di forma piatta del prodotto, mentre cake rimanda alla forma simile a una torta, visto che si trattava di un fondotinta in polvere pressata.
Cose che oggi si danno per scontate, ma che all’epoca furono vere rivoluzioni, per tantissime donne.
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