La Camera approva la proposta per le palestre scolastiche aperte tutto l’anno
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La Camera dei deputati ha approvato all’unanimità la proposta di legge presentata da Mauro Berruto, deputato del Partito Democratico, che rivoluziona la gestione delle palestre scolastiche in Italia.
Il provvedimento, identificato come Atto Camera 505-A, mira a restituire questi spazi pubblici alla collettività, permettendone l’utilizzo anche fuori dall’orario delle lezioni e durante i mesi estivi.
Con 234 voti favorevoli, senza alcun contrario o astenuto, la proposta è passata in prima lettura con il sostegno di tutto l’arco parlamentare. Un segnale forte, che sottolinea il riconoscimento unanime dell’importanza dello sport come diritto e come strumento di inclusione sociale.
Cosa cambia: palestre aperte anche fuori dall’orario scolastico
La nuova legge introduce un principio semplice ma rivoluzionario: le palestre e gli impianti sportivi delle scuole, essendo beni pubblici, potranno essere messi a disposizione di associazioni e società sportive dilettantistiche anche al di fuori delle ore dedicate alla didattica o alle attività extracurriculari previste dal Piano triennale dell’offerta formativa.
In pratica, le palestre non resteranno più chiuse dopo il suono della campanella, ma potranno ospitare allenamenti, gare ufficiali e attività ricreative gestite da realtà sportive locali. La stessa opportunità varrà durante la pausa estiva, quando gli studenti non frequentano le lezioni ma molti giovani e adulti desiderano comunque praticare attività fisica o partecipare a iniziative sociali e ludiche.
Una semplificazione attesa da anni
Uno degli aspetti più significativi della legge è la semplificazione burocratica. Finora, per utilizzare una palestra scolastica era necessario ottenere il consenso preventivo dei consigli di istituto o di circolo, un passaggio che spesso rallentava o addirittura bloccava le richieste.
Con la nuova normativa, la competenza torna ai comuni, alle province e alle città metropolitane, proprietari degli edifici scolastici. Saranno loro, dopo aver consultato le scuole, a decidere come assegnare le strutture alle associazioni interessate nelle ore in cui non sono occupate da attività scolastiche. I consigli di istituto manterranno la possibilità di negare l’utilizzo solo in casi specifici, per motivi di sicurezza o incompatibilità con le attività educative.
Inoltre, entro l’inizio dell’anno scolastico, ogni istituto dovrà comunicare formalmente all’ente locale quali orari o periodi impediscono l’uso delle proprie palestre. Un passaggio che garantirà chiarezza e trasparenza nella gestione degli spazi.
Progetti di riqualificazione senza costi per lo Stato
La legge introduce anche un meccanismo innovativo di collaborazione tra pubblico e privato sociale. Le associazioni sportive senza fini di lucro potranno proporre progetti di riqualificazione, ammodernamento o rigenerazione delle strutture scolastiche, contribuendo direttamente al miglioramento del patrimonio sportivo nazionale.
Se il comune o la provincia riconosceranno il valore pubblico dell’iniziativa, potranno stipulare una convenzione che garantirà all’associazione l’uso gratuito dell’impianto per un periodo proporzionato all’investimento effettuato. Tutto questo senza nuovi oneri per la finanza pubblica, grazie alla logica del partenariato e della corresponsabilità.
Un modello che punta non solo a recuperare spazi spesso sottoutilizzati, ma anche a valorizzarli, favorendo interventi di manutenzione, accessibilità e sicurezza.
Sport come diritto di cittadinanza
Durante il dibattito in Aula, la deputata Chiara Gribaudo (PD) ha sottolineato il valore sociale del provvedimento: “Non aggiunge burocrazia, ma la riduce; non impone costi, ma crea opportunità. È un atto di fiducia nei confronti dei dirigenti scolastici, degli amministratori locali e dei volontari che ogni giorno lavorano per promuovere lo sport come strumento educativo e di coesione”.
Gribaudo ha ricordato che l’obiettivo del Partito Democratico è garantire l’accesso alla pratica sportiva a tutti i bambini e le bambine, indipendentemente dalle condizioni economiche o dal luogo di nascita. Un principio in linea con l’articolo 33 della Costituzione, che riconosce il valore formativo dell’attività fisica e la sua funzione di crescita personale e sociale.
Un cambiamento concreto per comunità e territori
L’impatto della legge sarà tangibile soprattutto nei piccoli comuni e nelle periferie, dove spesso le strutture sportive scarseggiano e le palestre scolastiche rappresentano l’unico spazio disponibile per le attività di gruppo.
Grazie alla nuova disciplina, questi impianti potranno finalmente restare aperti anche d’estate, accogliendo corsi, tornei, centri estivi e programmi rivolti anche agli anziani. Le ore di inattività diventeranno così occasioni di incontro, salute e partecipazione.
Verso l’approvazione definitiva
Dopo il voto della Camera, il testo passerà ora all’esame del Senato, dove si prevede un iter rapido grazie al consenso trasversale già espresso.
La riforma, se confermata in via definitiva, segnerà un passo importante nella valorizzazione del patrimonio scolastico e nella promozione dello sport come diritto universale. Le palestre torneranno così a essere non solo luoghi di allenamento, ma anche centri di vita civica, dove giovani, famiglie e cittadini potranno ritrovarsi per costruire una comunità più attiva, sana e solidale.
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