La Danimarca alla guida del Consiglio dell’Ue è la sponda perfetta per la stretta sui migranti proposta da von der Leyen

Bruxelles – Dal porto di Aarhus, la città dei sorrisi, Ursula von der Leyen e la premier danese, Mette Frederiksen, lanciano una durissima crociata contro l’immigrazione irregolare. Il tempismo è perfetto: sarà la Danimarca a guidare le negoziazioni tra i Paesi membri sulle proposte messe sul tavolo dalla Commissione europea durante la primavera, dal regolamento sui rimpatri alla revisione del concetto di Paese terzo sicuro.
“Stiamo pagando le conseguenze di una migrazione incontrollata nelle nostre società”, ha affermato la leader socialdemocratica in occasione della consueta visita del collegio dei Commissari alla presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea. Insieme alla difesa e al supporto all’Ucraina, Copenaghen ha inserito la migrazione nelle priorità del proprio semestre alla guida dei Paesi membri. Frederiksen e von der Leyen, con la premier italiana Giorgia Meloni, sono tra le più strenue sostenitrici delle cosiddette ‘soluzioni innovative’ per fermare i flussi di persone migranti verso l’Europa. Anche a costo di smantellare il sistema d’asilo e i diritti che ha garantito finora.
Un sistema “fallimentare”, ha dichiarato senza mezzi termini la prima ministra danese. Perché “in questo momento sono i trafficanti senza scrupoli ad avere il potere di decidere chi può entrare e chi no” in Europa. In un discorso molto duro, Frederiksen ha spiegato che “le persone che arrivano dall’esterno, commettono reati gravi e non rispettano il nostro modo di vivere, non hanno posto in Europa e devono essere espulse“. Danimarca e Italia guidano un manipolo di Paesi che mettono in discussione la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, le cui disposizioni troppo strette impedirebbero ai governi di espellere i cittadini stranieri criminali.
“Abbiamo bisogno di nuove soluzioni che riducano l’afflusso di migranti in Europa”, ha proseguito Frederiksen. Proprio quelle che ha messo sul tavolo il commissario europeo per gli Affari interni, Magnus Brunner, negli ultimi mesi, e sui ora Copenaghen vuole procedere in maniera spedita. Si tratta della proposta del regolamento sui rimpatri, della lista dei Paesi d’origine sicuri per le procedure d’asilo accelerata e della revisione del concetto di Paese terzo sicuro. Tre proposte “concrete che potrebbero aprire la strada a centri di rimpatrio e procedure di asilo al di fuori dell’Ue“, ha sottolineato Frederiksen. Un passo, dal suo punto di vista, “importante nella giusta direzione”.
La sponda ideale per von der Leyen, che ha confermato: “Sotto la vostra presidenza potremo compiere progressi in materia di rimpatri, Paesi di origine e Paesi terzi sicuri”. Parallelamente, anche al Parlamento europeo i file potrebbero procedere senza particolari intoppi. I numeri ci sono, basta che il Partito Popolare metta da parte l’alleanza con socialisti e liberali e si rivolga ai partiti di estrema destra, che da anni insistono per il pugno duro sull’immigrazione irregolare.
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