La strage antisemita di Sydney e la storia dei due Ahmed

Dicembre 15, 2025 - 10:06
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La strage antisemita di Sydney e la storia dei due Ahmed

Nell’orrore della strage antisemita di Sydney, dove due terroristi pakistani hanno sparato con fucili automatici sulla folla raccolta sulla spiaggia per la festività ebraica di Hannukah, brilla la splendida storia di Ahmed al Ahmed, fruttivendolo di quarantatré anni, che passava di lì per caso e si è lanciato a mani nude contro uno degli assassini, è riuscito a disarmarlo e a puntargli contro il fucile, senza sparargli, ed è stato invece ferito dall’altro terrorista, fortunatamente in modo non grave.

Dentro l’enorme orrore della strage di Bondi Beach, che ha fatto quindici morti e trenta feriti, sembra quasi una storia di Natale, e se non ci fosse il video a testimoniarne la veridicità ci sarebbe da dubitare che fosse realmente accaduta, tanto appare edificante. Una storia che mi ha ricordato quella del poliziotto musulmano prima ferito e subito dopo spietatamente giustiziato sul marciapiede di Parigi dai killer islamisti che nel 2015 compirono la strage alla redazione di Charlie Hebdo. Curiosamente, si chiamava Ahmed anche lui, Ahmed Merabet.

E mi sono ricordato anche le storie di quegli arabo-israeliani che durante il pogrom del 7 ottobre 2023 hanno rischiato la vita per mettere in salvo tanti loro concittadini ebrei, raccontate da Thomas Friedman sul New York Times, nel tentativo di spiegare la complessità del conflitto mediorientale ai fanatici di entrambe le parti, e di trovare un motivo di speranza per il futuro. Anche con storie come quella del proprietario arabo-israeliano di un negozio di Taibe, che aveva regalato cinquanta biciclette ai bambini ebrei sopravvissuti all’attacco di Hamas, per vedersi poi incendiare il negozio, apparentemente da altri arabo-israeliani integralisti, e pochi giorni dopo scoprire che una campagna di crowdfunding in ebraico e in inglese per ricostruirglielo aveva raccolto oltre duecentomila dollari.

L’eroico fruttivendolo, sposato e padre di due figli, che ieri ha rischiato la vita per salvare gli ebrei di Sydney è uno di questi luminosi granelli di sabbia nel diabolico ingranaggio della propaganda di odio, alimentata e sfruttata ogni giorno da politici senza scrupoli. Politici come Benjamin Netanyahu, che ieri non ha perso un secondo prima di utilizzare la tragedia per attaccare il governo australiano, in pratica attribuendogli la responsabilità morale della strage per la sua decisione di riconoscere lo stato palestinese (come peraltro gran parte del mondo).

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Redazione Redazione Eventi e News