Lusso resiliente nel 2025. E per il 2026 si stima un +5%
Resilienza. È la parola più utilizzata e che meglio esprime la situazione del comparto dei beni di lusso, che si appresta a chiudere un anno, il 2025, particolarmente complesso non tanto a livelli di numeri, quanto sul fronte delle evoluzioni delle dinamiche di consumo che – con ogni probabilità – avranno un seguito anche negli anni a venire. Sul fronte dei dati, come detto, il comparto si prepara ad archiviare i dodici mesi con un valore in linea al 2024, ovvero circa 1.440 miliardi di euro. Analogo l’andamento del mercato dei beni di lusso personali, che chiuderà l’anno a quota 358 miliardi di euro (-2% al cambio attuale, ma stabile a tassi correnti), forte anche di una holiday season che dovrebbe essere positiva. E per il 2026 si prevede un lento recupero, con un primo quarter in crescita e un incremento, per l’intero anno, del 3-5%, trainato da aumento consumer confidence nel mercato americano e cinese.
C’è dunque speranza, anche se la cautela è d’obbligo ed è sopratutto il sentiment che traspare nel corso del 24° Osservatorio Altagamma 2025, appuntamento tradizionale che fotografa la situazione attuale presentato del mercato globale dell’alto di gamma insieme a Bain.
“Il settore dei beni personali di lusso sono ancora a +25% rispetto al pre-Covid, è bene ricordarlo”, sottolinea Claudia D’Arpizio, senior partner di Bain & Company che aggiunge come il settore dell’alto di gamma sia comunque molto variegato. “Le automobili, per esempio, stanno vivendo declino rispetto al pre-Covid legato anche a competizione con brand accessibili asiatici”. In generale, invece, continua a crescere tutto quel che è legato al mondo esperienziale “e dunque viaggi, crociere, lusso esperienziale appunto, cibo e parzialmente il vino”, aggiunge D’Arpizio, autrice del report Altagamma Monitor insieme a Federica Levato, senior partner di Bain & Company. “Per il design – aggiunge D’Arpizio – è in un anno di ripresa con venti divergenti: la parte contractor legata ai negozi del lusso è in decrescita mentre il residenziale è ancora in positivo”. In generale, affermano le autrici del report, si acuisce la forte polarizzazione con una tendenza positiva per la fascia super lusso. Tuttavia, il consumatore più ‘core’, soprattutto di fascia anagrafica più giovane, “ormai predilige una cena sostituendola all’acquisto di una borsa”.
In questo frangente di grandi trasformazioni, tuttavia, i fondamentali per Bain restano solidi. “La crescita annua attesa del 4–6% per i beni personali di lusso, sostenuta da una domanda in espansione, potrà portare il mercato a raggiungere entro il 2035 tra i 525 e i 625 miliardi di euro, con una spesa complessiva nel lusso compresa tra 2.200 e 2.700 miliardi di euro”, hanno dichiarato Claudia D’Arpizio e Federica Levato.
Tornando ai dati relativi al 2025, l’Osservatorio Altagamma sottolinea come i mercati geografici siano ormai frammentati. Gli Stati Uniti restano un punto di riferimento solido superato l’impatto dei dazi e si stima un +4,5% per il mercato. In Europa crescita contenuta al +3,5% sia per la maturità del mercato che per la crisi politica ed economica che ha investito Francia e Germania a fronte, invece, di una Spagna brillante. La Cina sembra aver superato il picco della crisi e si stima nel 2026 una ripresa dei consumi di lusso con un moderato +4% per via della cauta domanda e della crisi immobiliare. Anche l’Asia performa molto bene con un +4% con Corea e Thailandia, seguite poi da Indonesia e Singapore che continuano ad andare bene. L’India resta un mercato vivace, con una crescita a +7% e una distribuzione in evoluzione. Il Giappone resta ancora un’incognita: dopo aver sovraperformato nel 2024, quest’anno, spiegano da Bain, “ha perso quasi tutto il valore dello scorso anno e prevediamo ulteriore rimpatrio cinesi in Cina”. Tra le poche aree che continuano a mantenere una rotta positiva c’è il Middle East che continuerà ad essere nel 2026 un mercato di riferimento, con stime di crescita del +6 per cento.
Sul fronte dei canali distributivi, il retail fisico continua ad essere il canale d’elezione accompagnato dal retail digitale. Il wholesale invece riduce il proprio impatto. In linea generale, la tendenza è quella di una riduzione delle superfici: secondo il report di Bain dono circa 25mila i metri quadri in meno negli ultimi sei mesi e la tendenza si estende anche ai department store. “Abbiamo meno negozi ma i top sono più grandi per offrire maggiori esperienze”, aggiungono da Bain.
In controtendenza il settore degli outlet(sia fisici che digitali) per prodotti di lusso che performano molto bene in virtù anche di prodotti invenduti delle stagioni precedenti. ”I livelli di stock nel settore sono aumentati e quest’anno al massimo storico”, aggiungono.
Considerando, infine, le categorie merceologiche, il 2025 ha confermato la crescita dei gioielli considerati ormai come bene rifugio (+5%). Crescite non brillanti in particolar modo per le calzature (+3%) con segnali più positivi per la pelletteria (+4%). Gli aumenti dei prezzi e il calo del turismo cinese hanno ridotto le vendite, specie per le calzature, mentre le borse mantengono un certo appeal anche come forma di investimento. Per la cosmesi nel 2026 si stima una crescita meno marcata a +4%, trainata anche dalla grande attenzione per longevity e wellness. Gli acquisti di orologi, i cui volumi si erano normalizzati nel 2025, potrebbero tornare positivi. Per l’abbigliamento si stima una crescita moderata del 4% e molto polarizzata fra i brand. I consumatori aspirational sono alla ricerca di proposte a prezzi moderati e alcuni brand fast fashion stanno attuando strategie di elevation.
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