Milano, 22enne accoltellato in Corso Como. 18enne interrogato in carcere: “Non ci ho visto più”
È stato interrogato nel carcere di San Vittore, a Milano, il 18enne accusato di aver partecipato all’accoltellamento di un ragazzo di 22 anni, studente dell’Università Bocconi. Ahmed Atia “ha risposto, nient’altro, in questo momento è davvero preoccupatissimo e sconvolto per le condizioni di Davide a cui manifesta ovviamente vicinanza, augurandogli il meglio e anch’io personalmente vorrei fare lo stesso per la famiglia perché mi sembra doveroso farlo assolutamente come genitore”, ha detto Elena Patrucchi, legale del 18enne che avrebbe agito assieme ad altri quattro ragazzi, di cui tre minorenni di 17 anni.
La vittima è stata ridotta in fin di vita in corso Como, pestata con violenza e poi accoltellata, tanto da subire lesioni permanenti. L’aggressione è nata col pretesto di rapinare il 22enne ed estorcergli una banconota da 50 euro. Alla domanda se il giovane avesse chiesto carta e penna per scrivere alla famiglia del ragazzo, l’avvocata ha risposto: “Lo ha fatto. Scriverà una lettera. Senz’altro”.
18enne a gip: “Non ci ho visto più”
“Sono intervenuto dopo e non ci ho visto più, non pensavo nemmeno di averlo colpito in quel modo”. Così il 18enne di Monza accusato di aver ridotto in fin di vita uno studente 22enne a Milano il 12 ottobre durante l’interrogatorio di garanzia questa mattina in carcere a San Vittore con la gip Chiara Valori. Il giovane, accusato di tentato omicidio e rapina pluriaggravati, ha detto di girare armato “perché in passato sono stato aggredito”. Da quanto si apprende avrebbe aggiunto di essere intervenuto nell’aggressione in una seconda fase attribuendo la rapina per una banconota da 50 euro ai tre 17enni per cui si procede separatamente. Anche l’altro 18enne finito in carcere, quello che per investigatori, pm e giudice si è comportato da ‘palo’ ha detto di “non aver partecipato” e di essere stato “lontano”. Entrambi si sarebbero detti pentiti e i rispettivi difensori hanno chiesto di sostituire gli arresti in carcere con i domiciliari.
Accuse di tentato omicidio e rapina
La gip Chiara Valori ha fissato gli interrogatori di garanzia dopo che martedì all’alba la polizia di Stato, coordinata dal pm Andrea Zanoncelli e dalla Procura per i minorenni (che procede separatamente sui tre giovanissimi), ha dato esecuzione alle due ordinanze di custodia cautelare in carcere con le ipotesi di tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata. Gli arresti sono stati possibili grazie alle perquisizioni e alle intercettazioni registrate nella sala d’aspetto del Commissariato Garibaldi-Venezia.
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