Aumenti sull'assegno unico dal 2026: la tabella aggiornata
lentepubblica.it
Nel 2026 l’assegno unico per i figli subirà un incremento: l’aumento, come si evince dalla tabella aggiornata, non deriva da una riforma strutturale, bensì dall’adeguamento annuale all’inflazione, la cosiddetta perequazione.
Il meccanismo, previsto dalla normativa del sussidio e collegato all’andamento dei prezzi al consumo, garantisce che l’importo destinato alle famiglie mantenga nel tempo il proprio valore reale. La novità è stata ufficializzata con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale del 28 novembre scorso, lo stesso che aggiorna anche gli assegni pensionistici.
Per il 2026 il tasso di rivalutazione è stato fissato all’1,4%, quasi il doppio rispetto allo 0,8% che aveva caratterizzato l’adeguamento del 2025. Questo incremento, calcolato sulla variazione dell’indice Foi (Famiglie di operai e impiegati), produce due effetti principali: da un lato modifica l’ammontare dei contributi riconosciuti per ciascun figlio; dall’altro aggiorna le fasce Isee che determinano quanto ciascun nucleo potrà ricevere.
L’assegno unico, lo ricordiamo, è una prestazione universale pensata per sostenere le famiglie con figli fino a 21 anni, e senza limiti di età in presenza di disabilità. L’importo mensile varia sulla base dell’indicatore Isee e cresce in presenza di più figli, figli con disabilità o madri under 21. La tabella allegata al decreto, che abbiamo analizzato nel dettaglio, fornisce un quadro preciso degli importi dopo la rivalutazione.
Le nuove fasce Isee aggiornate all’inflazione
La rivalutazione dell’1,4% comporta un generale slittamento verso l’alto delle soglie Isee. Nella tabella, ogni scaglione è indicato con un limite minimo (“da”) e uno massimo (“fino a”), che identificano il valore dell’indicatore necessario per rientrare in quella fascia. Le cifre presenti nel documento mostrano come ogni limite sia stato riallineato all’indice dei prezzi, mantenendo così una progressione uniforme.
Per esempio, una delle prime fasce indicate nella tabella mostra un intervallo che va da 17.468,52 euro fino a 17.584,98 euro, mentre le fasce successive aumentano progressivamente, con incrementi di poche centinaia di euro tra un intervallo e l’altro. Ogni riga rappresenta il graduale avanzamento dell’Isee, rispettando l’ordine crescente previsto dal sistema dell’assegno unico.
Questa logica viene mantenuta lungo l’intero documento, dove i valori arrivano fino a soglie superiori ai 19.500 euro nelle ultime righe della sezione visibile. L’aggiornamento delle fasce non incide solo sui requisiti economici: determina anche gli importi effettivamente corrisposti alle famiglie, che variano in funzione di questi scaglioni.
Gli importi dell’assegno unico dopo l’adeguamento
Nella tabella sono presenti diverse colonne che si riferiscono alle varie tipologie di maggiorazioni e agli importi base. Accanto a ciascuna soglia Isee è indicato l’ammontare preciso spettante per ogni figlio minorenne. Le cifre oscillano di pochi decimi tra una riga e l’altra, segno di un aumento graduale legato al valore dell’indicatore economico.
Per esempio, nella fascia più bassa visibile, l’importo per un figlio minorenne si attesta intorno ai 203,8 euro, mentre nelle fasce successive scende lentamente, passando da 203,2 a 202,7 euro, e così via. L’andamento è costante e riflette il principio cardine della misura: maggiore è l’Isee, più contenuto sarà l’aiuto economico riconosciuto.
Oltre all’importo per i minorenni, il documento include diverse maggiorazioni:
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Aumento per figli maggiorenni fino a 21 anni
Gli importi in questa colonna seguono una dinamica simile: valori compresi tra 99,1 e 93,6 euro a seconda della fascia. -
Maggiorazione per figli con disabilità senza limiti di età
Si osservano importi uniformi che si aggirano intorno ai 202 euro nelle prime righe, con lievi variazioni nelle fasce successive. -
Incrementi per figli under 21 non autosufficienti o con disabilità grave o media
Queste colonne riportano valori che oscillano tra 122,3 e 110,6 euro, anche qui con una progressione calibrata sul livello Isee. -
Maggiorazione per figli dal secondo in poi
In tutte le righe si nota un valore costante pari a 23,3 euro, che non subisce fluttuazioni, segno che questa quota non è agganciata alla fascia economica. -
Bonus secondo percettore di reddito
Anche questo importo, compreso intorno a 34 euro, appare stabile lungo la tabella.
Ciò che emerge è una struttura rigorosamente parametrica: importi e soglie crescono o diminuiscono seguendo un ritmo costante, garantito dalla perequazione annuale.
Perché l’aumento del 2026 è importante
Sebbene l’incremento dell’1,4% possa sembrare limitato, ha comunque un effetto concreto sul potere d’acquisto delle famiglie. In un contesto in cui i prezzi di beni e servizi continuano a registrare variazioni, anche un adeguamento contenuto contribuisce a evitare che il valore dell’assegno perda efficacia.
Il confronto con l’anno precedente mette in evidenza un’importante differenza: la rivalutazione del 2025 era stata appena dello 0,8%, mentre quella del 2026 quasi raddoppia. Questo significa che le famiglie riceveranno un sostegno leggermente più robusto, con un aumento che riguarda sia le cifre corrisposte sia le soglie entro cui si rientra nella fascia più vantaggiosa.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Con la pubblicazione del decreto, le nuove tabelle diventano operative a partire dal 1° gennaio 2026. Le famiglie che percepiscono l’assegno unico non dovranno effettuare alcuna richiesta specifica: l’Inps aggiornerà automaticamente gli importi, sulla base dell’Isee in corso di validità.
Sarà quindi fondamentale, come ogni anno, procedere con la presentazione o il rinnovo dell’indicatore economico per evitare di ricevere importi ridotti o calcolati sulla base della fascia massima.
Aumenti sull’assegno unico dal 2026: la tabella aggiornata
Qui di seguito la tabella completa (clicca sull’immagine per ingrandire).
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