Obiettivo clima, c’è il primo sì del Parlamento europeo: -90% emissioni al 2040 con flessibilità e rinvio Ets2

C’è il primo sì del Parlamento europeo all’obiettivo 2040 che prevede la riduzione del 90% delle emissioni di gas serra «con flessibilità». La commissione Ambiente di Strasburgo (Environment, public health and food safety, Envi) ha dato luce verde con 55 voti a favore e 32 contrari. Il testo approvato è frutto di un compromesso politico tra le principali famiglie europee, ovvero Ppe, S&D, Renew e Verdi e giovedì passerà al vaglio della mini plenaria dell’Eurocamera. La posizione adottata dalla commissione, che quasi sicuramente verrà confermata nelle prossime votazioni allargate, ribadisce l’obiettivo di tagliare le emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990 ma con una serie di flessibilità, tra cui il ricorso fino al 5% dei crediti internazionali di carbonio nel raggiungimento del target a partire dal 2036, con una fase pilota dal 2031 al 2035. Poco prima di adottare il compromesso, gli eurodeputati avevano bocciato con 55 voti contrari e 33 a favore la relazione presentata dal relatore, l’eurodeputato ceco del gruppo dei Patrioti, Ondrej Knotek, che proponeva di bocciare l’intera proposta avanzata nei giorni scorsi dalla Commissione Ue
Dopo l’accordo raggiunto nei giorni scorsi dai Paesi membri dell'Unione in seguito a trattative lunghe una notte e un giorno, l’Eurocamera ha compiuto dunque un primo passo formale. Gli elementi principali del testo uscito dalla commissione Ambiente sono sostanzialmente in linea con le posizioni espresse dal Consiglio una settimana fa: è prevista la possibilità, dal 2036, che il 5% di taglio delle emissioni arrivi da crediti di carbonio internazionali, ma anche il posticipo al 2028 dell’Ets2, e anche la relazione biennale sui progressi compiuti, con possibilità di revisione dell’obiettivo per il 2040.
Per i deputati europei che hanno approvato il testo, «la transizione verde e il miglioramento della competitività dell'Ue vanno di pari passo», dunque da un lato sostengono l’obiettivo intermedio del 2040 così da «raggiungere un’Ue climaticamente neutra entro il 2050», dall’altro concordano sulle flessibilità lanciate dalla Commissione e chiedono di ampliarle. In questo contesto, ad esempio - e in linea con quanto fatto dai Paesi membri la settimana scorsa -, la commissione Envi pone al 5% e a partire dal 2036, con un periodo pilota tra il 2031 e il 2035, la quota di riduzione delle emissioni che può essere coperta dai crediti di carbonio internazionali di alta qualità provenienti dai Paesi partner.
Quello approvato è un testo che già aveva ricevuto critiche dalle associazioni ambientaliste la scorsa settimana. La proposta iniziale della Commissione Ue era prevedeva al massimo uno sforamento del 3% e dal 2036. Percentuale alzata al 5% nei giorni scorsi, con anche il governo italiano, tra gli altri, a chiedere questo ammorbidimento.
Gli eurodeputati, con il testo approvato in commissione Ambiente, chiedono garanzie che la procedura dei crediti sia soggetta «a solide garanzie» e sottolineano inoltre la possibilità di utilizzare gli assorbimenti permanenti di carbonio a livello nazionale per compensare le emissioni difficili da ridurre nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue (Ets), nonché una maggiore flessibilità all'interno e tra i settori e gli strumenti per raggiungere obiettivi il più possibile convenienti.
Anche sull’Ets2, che riguarda le emissioni di CO2 derivanti da combustione nel settore dei trasporti su strada e in quello degli edifici trada, che finora sono esclusi dall’Ets, si delinea una sostanziale omogeneità di pensiero dell’Eurocamera con gli Stati membri: l’impostazione è quella di posticipare dal 1° gennaio 2027 al 1° gennaio 2028 l’avvio delle nuovenorme.
Infine gli eurodeputati chiedono alla Commissione Ue – anche in questo caso in sintonia con quanto concordato dal Consiglio Ambiente della scorsa settimana – di valutare i progressi verso gli obiettivi intermedi ogni due anni, «tenendo conto dei dati scientifici più recenti, degli sviluppi tecnologici e della competitività internazionale dell’Ue». Tra gli altri aspetti, la revisione valuterà lo stato degli assorbimenti netti a livello Ue rispetto a quanto necessario per raggiungere l’obiettivo del 2040, nonché le difficoltà emergenti e il potenziale per migliorare la competitività globale delle industrie dell'Ue. La revisione prenderà in considerazione anche l’andamento dei prezzi dell'energia e le relative ripercussioni sia per le imprese che per le famiglie. A seguito delle conclusioni della revisione, la Commissione proporrà, se del caso, una modifica alla legge Ue sul clima che potrebbe comportare anche «la modifica dell’obiettivo del 2040 o l’adozione di misure aggiuntive per rafforzare il quadro di sostegno», ad esempio per salvaguardare la competitività, la prosperità e l'unità sociale dell’Ue.
Inoltre, anche in questo caso in sintonia con i dettati già lanciati da Bruxelles, gli eurodeputati aprono al ruolo dei biocarburanti nella decarbonizzazione dei trasporti. È questo un tasto su cui in passato ha molto insistito il governo italiano. L’Europarlamento ha infine aperto alla possibilità di rivedere i target se gli assorbimenti con i pozzi naturali di carbonio, come le foreste o il suolo, siano inferiori alle aspettative. Anche questi punti sono stati approvati assumendo una posizione in linea con quella espressa dal Consiglio dell’Ue.
La parola, giovedì, alla mini plenaria del Parlamento europeo. Ma nessuno si aspetta soprese, circa eventuali modifiche a un accordo di compromesso raggiunto a fatica nelle ultime settimane.
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