Osservatorio Altagamma: per il lusso ripresa stimata del +5% nel 2026

Novembre 22, 2025 - 10:00
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Osservatorio Altagamma: per il lusso ripresa stimata del +5% nel 2026
Per il 2026 l’Altagamma Consensus stima una crescita per il comparto alta gamma di circa il 5%
Per il 2026 l’Altagamma Consensus stima una crescita per il comparto alta gamma di circa il 5% Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Ia

“Il 2026 sembra prospettare per la moda italiana una parziale ripresa e, comunque, un assestamento dei fatturati del comparto, i cui segnali, soprattutto per l’abbigliamento, già si intravedono nell’ultimo trimestre di quest’anno. Tuttavia, vi sono temi cruciali da affrontare. In primis, la crescita dei prodotti di ultra-fast fashion importati dalla Cina; un nuovo patto di filiera, a cui associazioni, brand capofila e partner sul territorio stanno già lavorando in modo coeso; e la definizione di un piano industriale per i prossimi 3 - 5 anni da implementare con il Governo. Dal successo di questa strategia di sistema dipenderà il rilancio del comparto moda e di tutto il made in Italy”, ha detto ieri, a Milano, in occasione dell'L’Osservatorio Altagamma 2025, Carlo Capasa, presidente di Camera della moda.

L’Osservatorio Altagamma 2025 ha presentato i dati del mercato globale dell’alto di gamma. Nel complesso il comparto si attesta a 1.440 miliardi, in linea con il 2024. Analogo l’andamento del mercato dei beni di lusso personali, che chiuderà l’anno a quota 358 miliardi (-2% al cambio attuale, ma stabile a tassi correnti, così come il mercato globale).

Le stime 2026 e lo stato dell’arte del comparto sono emersi dai due studi: Altagamma Consensus 2026, presentato dalla direttrice generale di Altagamma, Stefania Lazzaroni, e realizzato con il supporto di 19 analisti finanziari italiani e internazionali; e Altagamma-Bain Worldwide Luxury Market Monitor 2025, a cura di Claudia D’Arpizio e Federica Levato, senior partner di Bain & Company.

"Gli studi presentati fotografano un mercato resiliente, benché attraversato da importanti evoluzioni strutturali, relative soprattutto a cambiamenti nelle preferenze di acquisto dei consumatori, che continuano a privilegiare le esperienze rispetto ai prodotti, e nella relazione sempre più decisiva tra prezzo e valore. Frammentati i mercati geografici, con un Medio Oriente in costante espansione (+4/6%) e le Americhe in ripresa (+0/2%) grazie alla spesa domestica e all’aumento del valore medio degli acquisti", si legge in una nota.

Rallenta l’Europa (-3/-1%), ancora debole la Cina (-8/-6%), mentre il Giappone (-8/-6%) cala dopo l’eccezionale 2024. Divergenti le performance di categoria, che risentono della polarizzazione tra segmenti più alti e fasce di prezzo più accessibili: nel lusso personale, bene gioielli (+4/6%) e occhiali (+2/4%), calano pelletteria e calzature (-7/-5%). Calo di volumi per le auto in tutte le fasce di prezzo, con migliori performance per quelle sportive di fascia più alta; cresce in modo robusto la nautica mentre il design d’arredo si stabilizza; soffrono vini e spirits di alta gamma, con l’eccezione di bollicine premium e rossi italiani. Per il 2026 l’Altagamma Consensus stima una crescita per il comparto alta gamma di circa il 5%, in linea con la previsione più a lungo termine, del +4/6%.

Matteo Lunelli: "cresce il consumo esperienziale, in particolare legato a benessere" e longevità mentre soffre il consumatore aspirazionale

“Il mercato del lusso si conferma stabile nel 2025, con valore pari a 1.440 miliardi di euro, pur attraversando una fase complessa, segnata da consumi più selettivi e la scarsa reattività del consumatore cinese. Cresce il consumo esperienziale, in particolare legato a benessere e longevità mentre soffre il consumatore aspirazionale. La dinamica dei prezzi richiede estrema attenzione da parte dei brand che devono però fronteggiare dazi, dollaro debole e alti prezzi dell’energia. Si prevede una crescita organica del 5% per il 2026. In questo scenario, l’alto di gamma italiano, che contribuisce a più del 7% del Pil nazionale, continua a dimostrare resilienza, grazie alla creatività e all’eccellenza manifatturiera di tutta la filiera", ha commentato Matteo Lunelli, presidente di Altagamma,

"Un comparto che, oggi più che mai, va difeso all’insegna della legalità, della trasparenza e della certezza del diritto per tutelare la reputazione del made in Italy nel mondo. Lavoriamo con il Governo e le altre associazioni per far sì che vi sia un nuovo patto di filiera, certi del lavoro serio e responsabile delle nostre imprese", ha aggiunto Lunelli.

Claudia D’Arpizio e Federica Levato: "il lusso entra in una nuova stagione in cui esperienze, emozioni e valori diventano il vero motore della crescita"

“Dopo l’era dello shopping sfrenato, il lusso entra in una nuova stagione in cui esperienze, emozioni e valori diventano il vero motore della crescita. Il mercato mantiene solidità, ma si muove in un contesto globale sempre più complesso e interdipendente. La prossima fase sarà guidata da qualità, etica e innovazione: meno espansione, più rilevanza. I brand stanno ridefinendo i propri confini, ampliandosi verso territori adiacenti, dal food al wellness, e sono chiamati a ristabilire un legame autentico con i consumatori aspirazionali, preservando coerenza e significato. Il futuro del lusso apparterrà a chi saprà evolvere dalla portata alla precisione, dal seguire le tendenze al dettarle", hanno affermato hanno dichiarato Claudia D’Arpizio e Federica Levato, senior partner di Bain & Company e autrici del report.

"Questo è un momento di verità: il lusso è a un bivio tra esclusività e inclusività, tra profitto e scopo. Solo chi saprà coniugare creatività e coscienza trasformerà la transizione in longevità. I fondamentali restano solidi: la crescita annua attesa del 4–6% per i beni personali di lusso, sostenuta da una domanda in espansione, potrà portare il mercato a raggiungere entro il 2035 tra i 525 e i 625 miliardi di euro, con una spesa complessiva nel lusso compresa tra 2.200 e 2.700 miliardi di euro”.

Le previsioni per il 2026

Realizzato da Altagamma con il contributo di 19 tra i più importanti analisti italiani e internazionali del comparto, l'Altagamma Consensus 2026 per il 2026 stima una stabilizzazione del mercato con un Ebitda in crescita del 5% rispetto allo scorso anno grazie ad azioni di ottimizzazione costi e alla forte tenuta del mercato americano, europeo e mediorientale. La ripresa della fiducia dei consumatori cinesi potrebbe essere l’elemento di svolta positiva di questo scenario. Da valutare l’impatto del tasso di cambio del dollaro, indebolito del 10%, che penalizza le nostre esportazioni.

Gli Stati Uniti restano un punto di riferimento solido superato l’impatto dei dazi

Gli Stati Uniti restano un punto di riferimento solido superato l’impatto dei dazi. Altrettanto stabile il Middle East che godrà di flussi turistici e investimenti in Real Estate da tutto il mondo. Resterà resiliente il mercato europeo (Francia e Germania in crisi), mentre l’Asia e la Cina crescono moderatamente.

Il Nord America resta il mercato prioritario, in cui la Borsa sostiene la fiducia del consumatore mentre aumenta il numero degli Hnwi, High net worth individuals). "Si stima un +4,5% per il mercato e un +5,5% per un consumatore che cresce e continua a viaggiare, dando slancio all’ospitalità e agli acquisti di prodotti all’estero malgrado il dollaro debole. In Europa crescita contenuta al +3,5% sia per la maturità del mercato che per la crisi politica ed economica che ha investito Francia e Germania. Brillante la Spagna per costi energetici più bassi e flussi immigratori ben gestiti", si legge nella nota.

Pesa il clima di incertezza per i conflitti, così come per flussi asiatici ancora non rilevanti. Il consumatore europeo resta resiliente e per il 2026 ci si aspetta un maggiore dinamismo. La Cina sembra aver superato il picco della crisi e si stima nel 2026 una ripresa dei consumi di lusso con un moderato +4% per via della cauta domanda e della crisi immobiliare. Permane ideologicamente un luxury shame che dirotta sulle esperienze l’attenzione del consumatore. Tuttavia, aumenta il numero di Hnwi: l’incremento stimato per la spesa dei consumatori cinesi è di +3,5%, con una crescita dei consumi interni. Molto dinamica l’Asia che performa molto bene con un +4%. Corea (in primis) e quindi Thailandia, Indonesia e Singapore continuano a crescere. L’India, eterna promessa del lusso, resta un mercato vivace, con una crescita a +7% e una distribuzione in evoluzione, benché la dimensione del mercato sia ancora limitata.

Il mercato e il turismo in Giappone rallentano nel 2025 complice un tasso di cambio meno favorevole. Si stima per il 2026 un +2,5% con un ritorno a uno Yen debole che potrebbe attrarre nuovi flussi turistici. L’America Latina cresce del +4,5% ed emerge una nuova élite di consumatori high-end che cercano un’offerta domestica nonostante gli alti dazi per i beni importati. Da qui l’apertura di alcuni retail store in Brasile e in Messico, e segnali di rilancio del comparto per il 2026. L’apprezzamento delle valute locali spinge i consumi interni. Il Medio Oriente continuerà a essere nel 2026 un mercato di riferimento, con stime di crescita del +6%. Dopo Dubai, Abu Dhabi sta evolvendo notevolmente e viene indicata come il "next player in the area" (+46% l’aumento di turisti nel 2025 e forte concentrazione di Hnwi). L’Arabia Saudita cresce con ingenti investimenti in Real Estate. La stima per il resto del mondo è di +4,5%.

Il retail fisico continua a essere il canale d’elezione per i personal luxury goods

Il retail fisico continua a essere il canale d’elezione per i personal luxury goods e cresce in modo significativo, accompagnato dal retail digitale. Il wholesale invece riduce il proprio impatto. Fanno eccezione gli outlet (sia fisici, sia digitali) per prodotti di lusso che performano molto bene in virtù anche di prodotti invenduti delle stagioni precedenti.

Best performer per lo sviluppo di nuove geografie, il retail fisico continua ad adattarsi in maniera fluida e si prevede una crescita per il 2026 del +5%. Fra le nuove geografie, le città statunitensi di seconda fascia, il Middle East e l’America Latina. Resta un canale strategico per il lusso grazie ad approcci personalizzati e offerte ad hoc per i consumatori alto-spendenti, showroom dedicati, modalità esclusive di vendita, aree di entertainment ed experience (come cafè e ristoranti).

Crescita anche per il retail digitale (+4,5%), con una sempre migliore integrazione con il retail fisico. Wholesale digitale (+1%) e wholesale fisico (+2%): i department store, sia fisici sia digitali, confermano la crisi e non si stima una crescita significativa per questi canali, seppur con dinamiche differenti. Il multistore fisico è molto attraente per il consumatore e potenzialmente rilevante per i brand, specie quelli emergenti. Resta strategico negli Usa per la scelta di alcuni marchi: i consumatori di alta gamma cercano esperienze coinvolgenti e i brand stanno elaborando nuove formule di ingaggio, prediligendo format fisici e privati. Più in sofferenza il wholesale digitale, in difficoltà nel proporre offerte che fidelizzino i consumatori.

Il 2025 ha creato spazio per moderate crescite a volume che si consolidano nel 2026. Performano molto bene i gioielli, che confermano il loro posizionamento come bene rifugio.

Crescite non brillanti in particolar modo per le calzature (+3%) con segnali più positivi per la pelletteria (+4%). Gli aumenti dei prezzi e il calo del turismo cinese hanno ridotto le vendite, specie per le calzature, mentre le borse mantengono un certo appeal anche come forma di investimento. Per la cosmesi nel 2026 si stima una crescita meno marcata a +4%, trainata anche dalla grande attenzione per longevity e wellness. La cosmesi registra performance positive anche online e coinvolge consumatori sempre più giovani. I profumi di nicchia continuano a performare molto bene e la Corea resta un punto di riferimento per la skincare. La tecnologia acquisisce un ruolo sempre più importante per il beauty.

Prosegue il trend positivo della gioielleria con un +5%

Prosegue il trend positivo della gioielleria con un +5%: il gioiello rimane un bene rifugio e di investimento con i prezzi dell’oro raddoppiati in 5 anni. Cresce la branded jewelry. Gli acquisti di orologi, i cui volumi si erano normalizzati nel 2025, potrebbero tornare positivi. Per l’abbigliamento si stima una crescita moderata del 4% e molto polarizzata fra i brand. I consumatori aspirational sono alla ricerca di proposte a prezzi moderati e alcuni brand fast fashion stanno attuando strategie di elevation. Si stima per il 2026 un aumento dei volumi per l’high-end fashion con l’inserimento di proposte lower price.

Per il 2026 si stima una stabilizzazione del mercato con un Ebitda in crescita del 5% rispetto allo scorso anno grazie ad azioni di ottimizzazione costi e alla forte tenuta del mercato americano, europeo e mediorientale. La ripresa della fiducia dei consumatori cinesi potrebbe essere l’elemento di svolta positiva di questo scenario. Da valutare l’impatto del tasso di cambio del dollaro, indebolito del 10%, che penalizza le nostre esportazioni.

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