Pagamenti: più protezione contro frodi online
Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio per rafforzare le protezioni attraverso il nuovo regolamento (PSR) e la terza direttiva sui servizi di pagamento (PSD3). L’obiettivo principale è contrastare la diffusione delle frodi online. Ci sono anche novità relative alle commissioni, concorrenza e autorizzazioni.
Responsabilità a carico dei PSP
La prima novità di rilievo riguarda il contrasto alle cosiddette “spoofing fraud“, ovvero le truffe che si verificano quando i cybercriminali impersonano un PSP (Payment Service Provider) e convincono l’utente a completare una transazione. Un PSP deve scambiare informazioni sulle truffe con altri PSP e implementare misure di prevenzione.
I PSP dovranno verificare se il nome e l’identificativo univoco del beneficiario corrispondono, come già avviene per i bonifici istantanei. In caso di discrepanza, il PSP dovrà rifiutare l’ordine di pagamento e informare il pagatore. I PSP dovranno inoltre garantire un’autenticazione forte del cliente ed effettuare una valutazione del rischio.
I PSP devono inoltre prevedere limiti di spesa e misure di blocco per ridurre i rischi di frode. I PSP che non implementano meccanismi di prevenzione appropriati dovranno rimborsare il cliente.
Se un truffatore avvia o modifica una transazione, questa verrà trattata come transazione non autorizzata e il PSP sarà responsabile dell’intero importo fraudolento. Inoltre, il PSP ricevente dovrà bloccare qualsiasi transazione ritenuta sospetta. Se il cliente segnala una spoofing fraud alla polizia e informa il proprio PSP, quest’ultimo deve rimborsare l’intero importo.
Le piattaforme online saranno responsabili nei confronti dei PSP che hanno rimborsato i clienti truffati se vengono informati di contenuti fraudolenti sulla loro piattaforma e non li rimuovono. Questa disposizione rafforza e integra la tutela prevista dal Digital Services Act.
Commissioni trasparenti e accesso al cash
Le nuove norme prevedono che i clienti siano adeguatamente informati su tutte le commissioni prima di effettuare un pagamento. Devono quindi ricevere informazioni sulle commissioni di conversione valutaria o su eventuali commissioni fisse per il prelievo di contanti presso gli ATM.
Per garantire un migliore accesso al contante, soprattutto nelle zone remote e rurali, i negozi al dettaglio potranno consentire prelievi di contanti fino a un massimo di 150 euro, anche se il cliente non acquista nulla. Tali prelievi dovranno essere effettuati con tecnologia chip e PIN.
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