Tumori alla vescica, scoperta shock: ecco il biomarcatore che diventa un’arma segreta contro il cancro

Un arma segreta contro il cancro? Una scoperta rivoluzionaria per i tumori alla vescica: cosa sappiamo di questo biomarcatore.
Una recente ricerca scientifica ha portato alla luce un biomarcatore molecolare innovativo che potrebbe rivoluzionare la diagnostica precoce e il trattamento del tumore alla vescica aggressivo, in particolare del tipo non muscolo-invasivo di alto grado (NMIBC), sia negli esseri umani sia nei cani.
Questa scoperta rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione e nella gestione di una patologia oncologica complessa e frequentemente difficile da trattare.
Scoperta dell’integrina 51: un marcatore molecolare chiave
Lo studio, condotto da un team internazionale di ricercatori tra cui esperti dell’Università degli Studi di Milano e dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha identificato l’integrina 51 come un biomarcatore capace di segnalare la presenza di tumori vescicali ad alto rischio in fase iniziale. L’integrina 51 si comporta come un “campanello d’allarme” molecolare, evidenziando quei tumori che hanno maggiori probabilità di evolvere o recidivare con caratteristiche aggressive. Questa proteina è risultata altamente espressa nelle cellule tumorali più pericolose, consentendo così un più accurato inquadramento diagnostico.
La possibilità di distinguere i casi più gravi da quelli meno rischiosi permetterà di ottimizzare il percorso terapeutico, evitando trattamenti eccessivi in pazienti con tumori meno aggressivi, e concentrando risorse e attenzioni su chi necessita di un intervento tempestivo e mirato. Uno degli aspetti più innovativi della ricerca è l’impiego del carcinoma uroteliale canino (chiamato anche carcinoma a cellule transizionali o TCC) come modello naturale e molto vicino alla forma umana di tumore alla vescica.
Il cancro alla vescica nei cani presenta mutazioni genetiche e risposte al trattamento simili a quelle osservate nell’uomo, rendendo questa specie un modello eccellente per studi preclinici. Come spiegato dal ricercatore veterinario Davide Danilo Zani dell’Università degli Studi di Milano, “i cani sviluppano il cancro in modo molto simile agli esseri umani a livello molecolare e, poiché invecchiano più velocemente, offrono la possibilità di studiare l’evoluzione naturale della malattia in tempi più brevi”.
Inoltre, la condivisione dell’ambiente con gli umani – aria, acqua e esposizione a inquinanti – rende i cani dei veri e propri indicatori dei rischi ambientali per la salute. Questa simbiosi tra medicina umana e veterinaria apre nuove prospettive per l’oncologia comparativa, accelerando lo sviluppo di terapie innovative che possano giovare sia alle persone sia agli animali domestici. Il coordinatore del progetto PHIRE, Massimo Alfano, ha sottolineato come la scoperta dell’integrina 51 non si limiti a un ruolo diagnostico, ma apra la strada a trattamenti più efficaci e meno invasivi.
“Ora che conosciamo questo biomarcatore, possiamo progettare molecole capaci di legarsi selettivamente all’integrina 51 e veicolare direttamente alle cellule tumorali farmaci o agenti di contrasto per imaging diagnostico avanzato”. Questa strategia consente di migliorare la precisione delle diagnosi mediante tecniche di imaging che evidenziano con maggior chiarezza i tumori aggressivi, facilitandone l’individuazione precoce. Inoltre, l’approccio terapeutico personalizzato minimizza gli effetti collaterali, concentrando l’azione farmacologica solo sulle cellule malate.
In prospettiva, l’integrina 51 potrebbe diventare un bersaglio privilegiato per lo sviluppo di nuove molecole terapeutiche, aprendo la strada a cure più specifiche e meno tossiche sia per i pazienti umani sia per i cani affetti da carcinoma vescicale. La scoperta del biomarcatore integrina 51 rappresenta dunque un’importante svolta nella lotta contro il tumore alla vescica, offrendo strumenti diagnostici più affidabili e possibilità di terapie innovative che si basano su un modello naturale condiviso tra specie diverse. Questo rafforza ulteriormente la cooperazione tra medicina veterinaria e umana, con ricadute significative per la salute pubblica e animale.
L'articolo Tumori alla vescica, scoperta shock: ecco il biomarcatore che diventa un’arma segreta contro il cancro proviene da Blitz quotidiano.
Qual è la tua reazione?






