La BCE contro i giornalisti: “Troppa attenzione all’inflazione incide su aspettative ed economia”

Settembre 25, 2025 - 04:30
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La BCE contro i giornalisti: “Troppa attenzione all’inflazione incide su aspettative ed economia”

Bruxelles – Se l’inflazione e il costo della vita aumentano è anche colpa dei giornalisti, che ne parlano troppo, alimentando senso di panico e preoccupazione. A dirlo è la Banca centrale europea, in un particolare studio d’analisi in cui si prende di mira la normale attività di informazione di giornali, radio e TV. ‘Monitorare l’attenzione sull’inflazione nelle notizie’, il titolo della pubblicazione tanto singolare quanto pericolosa, perché nei fatti invita i giornalisti a non fare il loro mestiere, in barba alla libertà di stampa che dovrebbe guidare l’UE nel suoi fondamenti.

Il grado di attenzione che le persone dedicano all’inflazione può influenzare le aspettative di inflazione, la trasmissione degli shock all’inflazione e la trasmissione della politica monetaria”, scrivono gli analisti della BCE. Tradotto: meno si parla di inflazione e meglio è. Una tesi sostenuta laddove si sottolinea che “è stato riscontrato che la copertura mediatica influenza le percezioni e le aspettative dei consumatori, poiché le famiglie si affidano ai media per rimanere informate sull’andamento dei prezzi”. Altra sottolineatura, che non sembra una nota di merito: “Inoltre, i dati delle notizie sono disponibili con elevata frequenza e tempestività”.

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Giornalisti colpevoli dunque di fare il loro mestiere, oltretutto nella loro versione più semplice ed elementare, quello di riferire. Sulle dinamiche di aumento dei prezzi la stessa BCE produce molte di dati, bollettini, interventi e conferenze stampa, con i mezzi di informazione che non fanno altro che riportare tutto questo, per il bene della collettività. A Francoforte non sembrano però pensarla così, dal momento che si tiene a far presente, nero su bianco, che “il livello di attenzione determina il modo in cui si formano le aspettative di inflazione, che sono centrali per le dinamiche di prezzi e salari”. Un messaggio che suona come ‘lasciateci lavorare in pace, e smettetela con i vostri articoli e servizi’.
A livello di copertura mediatica “l’attenzione rimane al di sopra dei livelli osservati prima dell’impennata dell’inflazione”, lamentano a Francoforte.Ciò potrebbe riflettere tassi di inflazione per alcuni beni, come i prodotti alimentari, ancora superiori ai livelli pre-pandemici, nonché gli effetti più duraturi dell’episodio inflazionistico più pronunciato nella storia recente dell’area dell’euro sulla memoria collettiva degli europei”. L’avvertimento, perché di questo trattasi, è che “tale attenzione duratura potrebbe avere implicazioni sul modo in cui gli shock futuri si propagano nell’economia“.

La pubblicazione della BCE arriva a un mese di distanza dalle nuove misure varate dal Parlamento europeo che rendono più complicato per i giornalisti entrare nell’istituzione e fare il proprio lavoro. Messe insieme, queste misure, offrono una figura più grande, contraria ai principi democratici e dello Stato di diritto. E’ un’Unione europea che, nonostante i tanti proclami, scivola sempre di più verso modelli più autoritari.

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