Mobilità dipendenti pubblici: indicazioni INPS su TFR e TFS

Settembre 24, 2025 - 16:00
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Mobilità dipendenti pubblici: indicazioni INPS su TFR e TFS

lentepubblica.it

Con la circolare 126/2025, l’INPS ha pubblicato un ampio riepilogo delle regole che disciplinano il trattamento di fine servizio (TFS) e di fine rapporto (TFR) per i dipendenti pubblici coinvolti in processi di mobilità tra amministrazioni diverse.


Si tratta di un documento di chiarimento che raccoglie la normativa di riferimento, le principali casistiche e gli adempimenti richiesti alle strutture competenti, offrendo un quadro aggiornato per lavoratori e uffici del settore pubblico.

Un principio chiave: la continuità della posizione assicurativa

Il tema della mobilità nel pubblico impiego è disciplinato da tempo. Già con la legge 554/1988 e con il regolamento attuativo del 1993 (D.P.R. n. 104) è stato introdotto un principio fondamentale: la posizione assicurativa del dipendente deve restare unica anche quando il lavoratore cambia ente. In altre parole, lo spostamento tra amministrazioni non deve comportare la perdita dei diritti maturati in termini di anzianità e di trattamento economico di fine carriera.

In base a questa impostazione, chi viene trasferito ha diritto a vedersi riconosciuto il TFS o il TFR secondo l’ordinamento dell’amministrazione di destinazione, ma tenendo conto di tutta l’anzianità accumulata, compresa quella precedente al passaggio. Inoltre, le somme già maturate devono essere trasferite dall’ente di provenienza a quello di arrivo, senza che al dipendente vengano richiesti eventuali contributi già versati o riscatti.

Mobilità permanente e temporanea

La circolare distingue due grandi categorie di mobilità.

La mobilità permanente coincide con il trasferimento definitivo del rapporto di lavoro da un ente a un altro. Questo avviene, ad esempio, quando un dipendente richiede di passare a un’amministrazione diversa (mobilità volontaria) oppure quando il trasferimento è imposto per ragioni organizzative, come in caso di eccedenze di personale o di fusioni tra enti.

La mobilità temporanea, invece, riguarda istituti come comando, distacco o fuori ruolo. In questi casi, il rapporto di lavoro resta in capo all’amministrazione di origine e il trasferimento ha durata limitata. Il dipendente continua quindi a mantenere lo stesso stato giuridico ed economico, compresi i contributi previdenziali.

Le principali situazioni esaminate dall’INPS

La circolare passa poi in rassegna le diverse casistiche che possono verificarsi nei processi di mobilità.

Mobilità tra enti iscritti all’ex ENPAS o all’ex INADEL

In questo caso, le posizioni assicurative si sommano e, al momento della cessazione, viene liquidata un’unica prestazione. Rientrano in questo ambito sia i trasferimenti volontari sia quelli concordati, come ad esempio il passaggio del personale ATA dagli enti locali allo Stato avvenuto con la riforma del 1999.

Passaggi da enti iscritti all’ex ENPAS o INADEL a enti non iscritti

Qui, entro 180 giorni dal trasferimento, l’INPS deve calcolare e versare il TFS o TFR maturato fino a quella data all’amministrazione di destinazione. Quest’ultima si occuperà poi di liquidare la prestazione finale in base alle proprie regole interne.

Mobilità inversa, da enti non iscritti a enti iscritti

Valgono principi simili, con l’obbligo per l’ente di origine di versare le somme maturate all’INPS, che provvederà a liquidare il trattamento alla cessazione definitiva del servizio.

Trasferimento all’INPS in qualità di datore di lavoro

In questo scenario, il Polo nazionale “Lavorazioni Dipendenti INPS” quantifica il TFS/TFR maturato fino alla data del passaggio, garantendo la continuità del regime previdenziale posseduto dal dipendente.

Soppressioni o fusioni di enti

Quando un’amministrazione viene soppressa o incorporata, il personale passa al nuovo ente con applicazione delle regole di destinazione, ma conservando i diritti già maturati.

Settore sanitario

Particolare attenzione viene riservata al personale proveniente da istituti privati classificati o da IRCCS che, grazie a norme specifiche, vede equiparati i propri servizi e titoli a quelli del Servizio Sanitario Nazionale, con possibilità di accedere alle procedure di mobilità interne al SSN.

Dipendenti delle IPAB depubblicizzate

Per il personale delle istituzioni di assistenza trasformate in enti privati, la legge ha previsto la possibilità di optare per il mantenimento del TFS. In mancanza di opzione, le somme maturate fino alla trasformazione si trasferiscono al nuovo ente, che gestisce poi il rapporto secondo le regole del TFR.

Province autonome di Trento e Bolzano

Infine in queste aree vige una disciplina speciale che ha introdotto il cosiddetto “TFR provinciale”. Qui, gli enti erogano direttamente il trattamento ai lavoratori, pur restando iscritti all’INPS. Una particolarità che crea scenari complessi nei casi di passaggio verso amministrazioni soggette alla disciplina generale.

Casi legati ai concorsi pubblici

Un ulteriore aspetto riguarda i lavoratori che vincono un concorso pubblico e, senza interruzione, risultano assunti da una nuova amministrazione. In linea di principio, la continuità del rapporto fa sì che il TFS o TFR si liquidi solo alla cessazione definitiva. Tuttavia, esistono eccezioni: ad esempio, se il dipendente ha già percepito il TFS al termine del primo rapporto, il nuovo impiego ricade automaticamente nel regime del TFR, salvo casi specifici.

Perché la circolare è rilevante

Il documento dell’INPS non introduce nuove regole, ma ha un valore pratico importante: mette ordine in una materia complessa, segnata da norme stratificate nel tempo e da eccezioni numerose. La mobilità nel pubblico impiego, infatti, non riguarda solo i trasferimenti volontari, ma anche processi di riorganizzazione, fusioni di enti, soppressioni e ricollocazioni. Tutte situazioni in cui la gestione corretta del TFS o del TFR è fondamentale per garantire i diritti dei lavoratori e l’equilibrio dei bilanci degli enti coinvolti.

In sintesi, la circolare rappresenta un vademecum operativo per amministrazioni e dipendenti, utile a evitare contenziosi e a chiarire in anticipo le conseguenze previdenziali di ogni tipo di mobilità. Un tassello che contribuisce alla certezza del diritto in un settore spesso percepito come complicato e frammentario.

Mobilità dipendenti pubblici: la circolare con le indicazioni INPS su TFR e TFS

Qui il documento completo.

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