I Maga demonizzano l’empatia per normalizzare l’esclusione sistemica

Settembre 25, 2025 - 14:00
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I Maga demonizzano l’empatia per normalizzare l’esclusione sistemica

Mariann Budde, prima donna a essere nominata, nel 2011, vescova episcopale di Washington, è il bersaglio perfetto di questi tempi: dichiaratamente progressista, favorevole al matrimonio omosessuale, i suoi sermoni riflettono spesso un’interpretazione moderna delle sacre scritture e della dottrina cristiana in chiave inclusiva.

A gennaio ebbe il coraggio di esortare Trump – che con il suo vice J. D. Vance sedeva proprio di fronte a lei – a mostrare misericordia nei confronti «delle persone nel nostro Paese che ora hanno paura: bambini gay, lesbiche e transgender, sia nelle famiglie democratiche che in quelle repubblicane e indipendenti, che temono per la propria vita». Un’esortazione che non arrivò a caso: pochi giorni prima Trump aveva infatti firmato il suo primo ordine esecutivo, diretto a smantellare i programmi di diversità e inclusione del governo federale.

Non paga, in quell’occasione Mariann Budde ebbe l’ardire di concludere che «Il nostro Dio ci insegna che dobbiamo essere misericordiosi con lo straniero, perché un tempo anche noi eravamo stranieri in questa terra». Come dicevamo, di questi tempi, in cui parlare d’amore, rispetto e inclusione è da traditori e antipatrioti, si tratta del bersaglio perfetto.

Nei mesi scorsi Mariann Budde è stata duramente attaccata dal pastore Ben Garret della Refuge Church di Ogden, Utah, che l’ha accusata in un post di essere un «serpente nemico di Dio», che «odia Dio e il Suo popolo», alla quale si deve «rispondere con un odio appropriato». «Non è solo ingannata, ma è anche un’ingannatrice», ha aggiunto il pastore, invitando a non «provare pietà». L’esortazione iniziale di quel post, però, era particolarmente significativa: «Non commettete il peccato dell’empatia».

In marzo Elon Musk ha ribadito il concetto, affermando, in un podcast ospitato dalla rete Npr, che «la debolezza fondamentale della civiltà occidentale è l’empatia». Nella stessa trasmissione il pastore Josh McPherson (che tiene un blog dal titolo “Stronger man nation”) affermò che «L’empatia dovrebbe essere cancellata dal vocabolario cristiano», aggiungendo, in un altro passaggio, che «L’empatia è pericolosa. L’empatia è tossica. L’empatia ci porterà all’inferno».

Per il machismo che caratterizza la visione Maga, l’empatia è un sentimento da respingere, un vizio da deboli. L’empatia è un sentimento che affonda le sue radici nei neuroni specchio e che, per il suo carattere innato, costituisce un vincolo unificante dalla portata universale, un principio base per ogni politica di inclusività, uguaglianza, tolleranza e rispetto.

Adam Smith (lui sì liberale vero) apre la sua Teoria dei sentimenti morali rilevando che «Per quanto egoista si possa ritenere l’uomo, sono chiaramente presenti nella sua natura alcuni principi che lo rendono partecipe delle fortune altrui e che rendono per lui necessaria l’altrui felicità, nonostante da essa egli non ottenga altro che il piacere di contemplarla».

Essendo innata, l’empatia può essere scardinata solo con atti di violenza o prepotenza e definirla un peccato risponde esattamente a questa logica. La capacità di provare empatia è una minaccia per le politiche Maga e definirla un peccato aiuta a costruire un quadro morale capace di giustificare gli ordini esecutivi di Trump.

Proprio per crearsi un contesto morale favorevole, certi politici strumentalizzano i simboli religiosi e trasformano i comizi in sermoni. Il funerale di Charlie Kirk, con i suoi toni da Antico Testamento (avete presente la passerella con la croce?), è stato eloquente da questo punto di vista.

La ricerca di legittimazione morale per atti d’autoritarismo ha portato la politica Maga a incrociare la strada con i nazionalisti cristiani, che identificano la nazione americana (preferibilmente composta da bianchi) come portatrice di una missione divina e che sono tendenzialmente favorevoli a un esercito forte e alla pena capitale, nonché contrari al controllo delle armi, all’aborto, alle unioni fra persone dello stesso sesso o di etnie differenti, alla possibilità di scegliere la propria fine e alle politiche d’inclusione.

Lo stesso Charlie Kirk, che iniziò la sua carriera di attivista su visioni molto libertarie, finì con l’avvicinarsi alle posizioni del nazionalismo cristiano. Kirk fondò Turning Point Usa nel 2012 come organizzazione favorevole al libero mercato, sulla scia del movimento Tea Party della fine degli anni duemila, opponendosi al cd Big Government, ma al momento della sua morte Kirk si era avvicinato alle posizioni del nazionalismo cristiano.

Nel suo talk show radiofonico di recente aveva affermato anche lui: «In realtà non sopporto la parola empatia. Penso che empatia sia un termine inventato, new age, che fa molti danni».

Nel versetto 9,12-13 l’evangelista Matteo ci racconta che, mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani (gli esattori dell’antica Roma) e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei chiesero indignati ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrificio”. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Molto poco Maga.

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