A scuola di caffè per una vita migliore

Novembre 6, 2025 - 12:30
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A scuola di caffè per una vita migliore

La torrefazione salernitana Caffè Trucillo ha aperto le porte della sua Accademia del Caffè a un gruppo di donne vittime di violenza e/o di tratta con la necessità di ricostruirsi un presente e lavorativo

Tradizione e passione per il caffè si rispecchiano in Trucillo Caffè in un ambito veramente speciale, cioè l’Accademia Trucillo che ora apre le porte a un gruppo di donne vittime di violenza e/o di tratta, con la necessità di ricostruirsi un presente e lavorativo.

Il progetto ce lo racconta Antonia, figlia di Fausta Colosimo e Matteo Trucillo, in azienda con gli altri fratelli. Ma è Antonia a gestire l’Accademia con passione. Il perché ce lo racconta così: “Ciò a cui tengo di più è la mia formazione. Non è facile essere in azienda e portarne il nome: chi ti è attorno ti vive (giustamente) come la figlia del capo. Io invece voglio essere lì perché conosco e so fare. In questi anni ho avuto modo di appassionarmi davvero a questo mondo, per me non è solo un lavoro ma è la mia vita“.

L’Accademia Trucillo al servizio del reinserimento sociale delle donne vittime di abusi

Le prime esperienze di inserimenti lavorativi inclusivi di giovani stranieri in Trucillo erano avvenuta già 3-4 anni fa, grazie alla collaborazione del fratello Cesare con l’associazione Omnic, che si occupa di accoglienza di minori stranieri non accompagnati (Msna).

La proposta di Daria Limatola, dell’associazione Duna di Sale (curatrice della rassegna Salerno Letteratura), di coinvolgere in un percorso formativo un gruppo di circa 10 donne, ospitate in tre diverse case famiglia della città, è stata dunque accolta con la massima naturalezza.

Alcune delle donne partecipanti al percorso formativo hanno potuto presenziare alle lezioni in Accademia solo accompagnate da un referente della casa protetta che le ospita, unico modo per garantire la loro sicurezza.

Si tratta di donne provenienti dall’Italia, dalla Georgia, dal Congo, dal Mali, dal Venezuela, in cerca di opportunità di riscatto, alcune con un bagaglio culturale e professionale a volte altissimo, ma che per mille motivi, sradicate da tutto ciò che erano e avevano, hanno sperimentato segregazione, violenza, schiavitù.

Donne vittime di abusi, ma anche migranti economiche e una di loro, appena diciottenne, è arrivata nel nostro Paese su un barcone, incinta. Per tutte loro l’esperienza dietro al bancone dell’Accademia non è stata solo avere la possibilità di imparare un mestiere e diventare economicamente indipendenti, ma ha risposto anche al bisogno di riacquistare sicurezza e dignità in vista di un reinserimento alla pari nella società.

antonia trucillo
Antonia Trucillo

Il primo ciclo del corso professionale, gestito personalmente da Antonia Trucillo e da personale dell’azienda con tatto, empatia e generosità, si è concluso prima dell’estate e ora si sta definendo la programmazione della sessione autunnale, che inizierà verso la metà del mese di novembre.

Il corso è finalizzato a offrire una formazione rapidamente spendibile nel mondo del lavoro. Una scuola del caffè che ha insegnato loro a conoscere le proprietà del chicco sin dalla pianta, apprendere l’arte della tostatura, maneggiare abilmente le attrezzature per ottenere l’espresso perfetto, affascinare la clientela con cappuccini decorati e innovative preparazioni a base di caffè.

Ma anche ad acquisire maggiore sicurezza e fiducia negli altri, a predisporre un curriculum, tutto questo grazie a un trainer messo a disposizione dall’azienda.

A conclusione del ciclo formativo è stato possibile effettuare dei percorsi di tirocinio presso alcuni bar e ristoranti del territorio per mettere in pratica le conoscenze acquisite, in vista di una stabilizzazione lavorativa e contrattuale.

Già le case rifugio e le comunità di accoglienza che le ospitano stanno facendo moltissimo nel percorso di ripresa di fiducia in sé e negli altri e il corso in Accademia ha avuto il pregio di mettere queste donne a loro agio anche in un ambiente lavorativo – ma familiare – dove entrare in confidenza con gli altri lavoratori, con la direzione e con un prodotto autentico e ricco di tradizione com’è il caffè.

In merito Antonia lancia anche un appello più allargato: “È qui che abbiamo bisogno della forza di tutto il territorio, che deve poter intervenire nell’accogliere e sostenere queste donne nel momento in cui lasceranno il loro porto sicuro per tornare a essere autonome“.

Antonia Trucillo ha dimostrato che si può fare e il suo impegno andrà anche nella direzione di cercare altri compagni di strada per far sì che questa esperienza possa essere d’esempio e diventare traino per altre aziende del territorio, che vorranno mettere a disposizione tempo e spazio per strutturare altri percorsi formativi, con lo scopo di creare una rete imprenditoriale virtuosa attenta ai processi di integrazione e inclusione che non marginalizza ed esclude ma, anzi, contribuisce attivamente a migliorare il clima di convivenza tra diversi.

L'articolo A scuola di caffè per una vita migliore è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia