Adolescenti e salute mentale: la sfida del benessere dopo la pandemia

Novembre 9, 2025 - 07:00
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Adolescenti e salute mentale: la sfida del benessere dopo la pandemia

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Il periodo dell’adolescenza rappresenta una tappa decisiva nello sviluppo umano, in cui si consolidano le basi emotive, cognitive e relazionali che accompagneranno la persona per il resto della vita: ecco il dossier sulla salute mentale degli adolescenti curato di recente dalla Fondazione Openpolis.


È in questi anni che si definiscono schemi comportamentali e abitudini destinate a influenzare profondamente l’età adulta. Proprio per questo, la salute mentale dei giovani è diventata un tema cruciale, tanto più alla luce dei cambiamenti sociali e psicologici che la pandemia da Covid-19 ha innescato.

Secondo le più recenti ricerche internazionali, tre quarti dei disturbi mentali che perdurano nell’arco dell’esistenza compaiono prima dei 24 anni, segno evidente di quanto la prevenzione e il sostegno in età adolescenziale siano determinanti. Nonostante i progressi degli ultimi anni, il quadro globale resta complesso: nel 2030 si prevede che gli adolescenti nel mondo potrebbero perdere fino a 42 milioni di anni di vita in buona salute a causa di malattie mentali e suicidio, due milioni in più rispetto al 2015.

Un quadro che evolve: l’importanza dei dati

Negli anni immediatamente successivi all’emergenza sanitaria, si è diffusa una retorica allarmistica che descriveva i giovani come una “generazione fragile”, spesso senza basi scientifiche solide. Oggi, però, gli studi permettono un’analisi più strutturata e meno episodica del fenomeno. Le nuove indagini, sia italiane che internazionali, offrono dati aggiornati e strumenti utili a comprendere in modo più realistico le condizioni psicologiche delle nuove generazioni.

Il rapporto della Commissione Lancet sulla salute degli adolescenti, pubblicato nel maggio 2025, sottolinea come questa fascia d’età rappresenti un periodo di rapido sviluppo cognitivo e di grande vulnerabilità emotiva. Le scelte compiute in questi anni – dai comportamenti alimentari all’uso delle tecnologie, fino alla gestione delle relazioni sociali – hanno conseguenze di lungo periodo.

Già nel 2021, l’Unicef aveva lanciato l’allarme: oltre un adolescente su sette tra i 10 e i 19 anni nel mondo convive con un disturbo mentale diagnosticato. Da allora, la situazione non sembra migliorata in modo significativo, e gli esperti prevedono un peggioramento entro la fine del decennio se non verranno adottate politiche mirate.

Gli effetti in Italia: segnali di ripresa ma ancora lontani dalla normalità

Anche in Italia l’interesse verso la salute mentale dei più giovani è cresciuto sensibilmente dopo la pandemia. L’Istat, attraverso l’indice di salute mentale del benessere equo e sostenibile (Bes), misura il livello di disagio psicologico su una scala da 0 a 100: valori più alti corrispondono a migliori condizioni psichiche.

Nel 2020, con l’arrivo del Covid-19, l’indice tra i ragazzi di 14-19 anni è sceso da 73,9 a 70,3, registrando il calo più marcato di tutte le fasce d’età. Dopo una parziale ripresa nel 2022, il 2023 ha segnato un nuovo rallentamento, mentre nel 2024 l’indicatore è risalito a 71,8. Pur evidenziando un miglioramento, il livello resta sotto quello registrato prima della crisi sanitaria.

Parallelamente, altri studi nazionali hanno rilevato fenomeni sociali sempre più diffusi. La ricerca del gruppo “Mutamenti sociali, valutazione e metodi” (MUSA) del Cnr, ad esempio, ha mostrato un forte aumento dei ragazzi che non incontrano più i coetanei al di fuori dell’ambiente scolastico. Questo isolamento, che in alcuni casi sfocia nel cosiddetto ritiro sociale o “hikikomori”, è diventato un segnale d’allarme per psicologi e famiglie.

A questi si aggiungono i disturbi del comportamento alimentare e le dipendenze, anche digitali, che coinvolgono sempre più la Generazione Z, nativa del mondo online ma spesso in difficoltà nel gestire i suoi effetti emotivi e relazionali.

Le radici sociali del disagio

Il benessere psicologico non può essere considerato solo una questione sanitaria. Come mette in evidenza ancora la Commissione Lancet, la salute mentale influisce su tutti gli ambiti fondamentali della vita: l’andamento scolastico, la capacità di costruire relazioni affettive, l’ingresso nel mondo del lavoro e persino l’esposizione a comportamenti violenti o di bullismo.

Una condizione mentale fragile può condizionare il modo in cui un adolescente affronta le sfide sociali e professionali, riducendo le opportunità di realizzazione personale. In questo senso, la salute mentale si intreccia strettamente con povertà educativa ed esclusione sociale, due fattori che amplificano le disuguaglianze.

Un’ampia revisione di oltre 200 studi internazionali ha inoltre messo in luce come problemi psicologici in età giovanile siano spesso collegati, in età adulta, a disturbi fisici cronici e dipendenze. Ciò dimostra che la prevenzione in questa fase della vita è non solo una questione di benessere immediato, ma anche di salute pubblica a lungo termine.

Adolescenti in Italia: chi sono e dove vivono

Nel nostro Paese si contano 5,1 milioni di adolescenti tra gli 11 e i 19 anni, pari a circa l’8,7% della popolazione totale. La distribuzione però non è omogenea: regioni come Campania, Trentino-Alto Adige e Sicilia registrano percentuali superiori al 9%, mentre Sardegna, Molise e Liguria restano sotto l’8%.

Tra le città capoluogo, Crotone è quella con la più alta concentrazione di adolescenti (quasi un residente su dieci), seguita da Andria, Napoli e Palermo. All’estremo opposto si trova Oristano, con meno del 7% di giovani nella stessa fascia d’età.

Verso un approccio integrato

Affrontare in modo efficace il disagio mentale giovanile richiede politiche coordinate che uniscano scuola, sanità e servizi sociali. Gli esperti insistono sulla necessità di raccogliere dati territoriali più dettagliati, per capire dove e in che modo intervenire con strumenti mirati.

Ma la vera chiave, sottolineano gli studiosi, è ascoltare direttamente gli adolescenti. Solo coinvolgendoli attivamente nella progettazione delle politiche che li riguardano sarà possibile promuovere un reale cambiamento culturale e favorire un benessere duraturo.

Adolescenti e salute mentale: il dossier di Openpolis

Qui il documento completo.

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