Alessandro Sahebi aggredito per la felpa antifascista, il giornalista: “Ero con mia moglie e mio figlio”
Il giornalista Alessandro Sahebi ha denunciato sul suo profilo Instagram di aver subìto un’aggressione ieri sera a Roma in zona Brancaccio. Secondo il suo racconto, a scatenare la violenza da parte di tre uomini è stata la felpa che indossava con la scritta e il logo di Azione antifascista. Con lui c’erano la compagna Francesca Bubba che aveva in braccio il loro figlio di 6 mesi. “In tre contro uno, dove l’uno era un padre di un bambino”, afferma Sahebi, “i signori mi intimavano con minaccia di togliere la felpa o metterla al contrario. Al mio rifiuto categorico, ricevo due colpi in faccia dal terzo soggetto” che non si vede nel video girato dallo stesso giornalista. “Nel frattempo il terzo soggetto minacciava Francesca (che, lo ripeto, aveva nostro figlio in braccio) intimandole: ‘Fagli togliere la felpa o saranno guai seri”, continua Sahebi, “ovviamente noi non abbiamo fatto niente per istigarli. Stavo facendo una semplice foto a Francesca davanti al teatro Brancaccio di Roma. I tre sono arrivati come tori su di me prendendomi per la felpa“. “Ovviamente i geni dimenticano che in quel punto è pieno di telecamere e ho già chiesto i filmati”, precisa il giornalista, “la traversa da cui venivano porta, in otto minuti a piedi, al centro sociale di destra Casapound. Un caso? Ovviamente è presto per fare connessioni ma sarà interessante lunedì, quando sporgerò denuncia, capire l’ambiente di provenienza dei tre”. “Io, Francesca e il bimbo stiamo bene“, conclude Sahebi, “un paio di schiaffoni non ci spaventano, ma mi chiedo per quanto tempo questa città possa tollerare degli schifosi (perché questo siete) che non si fanno scrupoli nell’aggredire, in tre contro uno, una famiglia a passeggio. Ah, ovviamente la felpa non l’ho tolta né capovolta“.
Ruotolo (Pd): “Meloni ha il coraggio di prendere posizione?”
“Esprimiamo piena solidarietà al giornalista Alessandro Sahebi, aggredito a Roma solo per aver indossato una felpa con la scritta Azione Antifascista. Il nostro abbraccio va anche alla moglie Francesca e al figlioletto di sei mesi. È gravissimo che nel nostro Paese, nel 2025, un giornalista e la sua famiglia possano essere vittime di violenza fascista“. Così Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Partito democratico. “Questi episodi”, sottolinea, “non possono essere minimizzati né ignorati: l’aggressione a Sahebi è un’aggressione ai valori antifascisti sanciti dalla nostra Costituzione“. “Attendiamo di sapere se la presidente Meloni e il governo“, conclude l’europarlamentare dem, “avranno il coraggio di prendere posizione chiara e netta, senza ambiguità, contro ogni rigurgito neofascista”.
Bonelli (Avs): “Dalla maggioranza nessuno dice nulla?”
“Nessuno dalla maggioranza ha nulla da dire, o parlano di violenza e intimidazioni solo quando gli fa comodo? Il giornalista Alessandro Sahebi è stato aggredito mentre aveva in braccio il figlio di sei mesi accompagnato dalla moglie, perché aveva la maglia con la scritta ‘antifascista’. Il ministro Piantedosi è in grado di far identificare i responsabili di queste intimidazioni? A Sahebi, schiaffeggiato per non aver levato la maglietta, va la nostra solidarietà”. Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
Floridia (M5s): “Aggressione vigliacca”
“Un giornalista picchiato per una felpa antifascista. Nel 2025. A Roma. Davanti alla moglie e a un bambino di sei mesi. È un fatto allucinante che colpisce chiunque creda nella libertà, nella dignità, nella civiltà. Questi non sono ‘episodi’. Sono segnali marci di un clima che si sta facendo veleno, dove la violenza politica torna a camminare a testa alta e chi osa esporsi viene colpito. I tre vigliacchi che hanno aggredito Alessandro Sahebi devono essere identificati immediatamente e rispondere delle proprie azioni davanti alla legge. Nessuna attenuante, nessun silenzio complice. E la politica, tutta — nessuno escluso — deve condannare questo atto senza tentennamenti, senza equilibrismi, senza ‘ma’. Massima solidarietà ad Alessandro Sahebi e alla sua famiglia. Chi tace o minimizza diventa parte del problema”. Così la senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai.
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