Anta Sports in pista per acquisire Puma: il titolo vola in Borsa (+16%)

Novembre 27, 2025 - 21:07
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Anta Sports in pista per acquisire Puma: il titolo vola in Borsa (+16%)
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L’ipotesi di un ingresso di Anta Sports nel capitale di Puma potrebbe rafforzarsi ulteriormente, dopo che le azioni del gigante tedesco, alimentate dai rumors su una possibile acquisizione, sono aumentate in mattinata fino al 16 per cento. Un segnale positivo dal mercato, che guarda con crescente fiducia al continente asiatico. Puma potrebbe infatti anche attirare l’interesse della società cinese Li Ning e della giapponese Asics Corp.

In particolare – secondo quanto riportato da Bloomberg –, Anta Sports, gigante cinese quotato a Hong Kong (già proprietaria di Fila, Descente, Kolon Sport e Jack Wolfskin, nonché capofila del consorzio che nel 2019 ha acquisito Amer Sports per 4,6 miliardi di euro), sta lavorando con un consulente per valutare un’offerta per Puma e potrebbe allearsi con una società di private equity qualora decidesse di proseguire con l’acquisizione, secondo fonti a conoscenza della situazione. Sebbene non ci sia ancora nulla di ufficiale – nessuna delle parti coinvolte ha rilasciato un commento –, non è la prima volta che il nome di Anta Sports circola in relazione a questa operazione, dopo che già lo scorso luglio, insieme ai fondi sovrani del Medio Oriente e Li Ning, era emerso nelle prime indiscrezioni.

Già allora, l’ipotesi dell’uscita della famiglia Pinault (che tramite la holding Artémis controlla il 29% del gruppo tedesco, per un valore stimato di circa 960 milioni di dollari) dal capitale di Puma aveva fatto tirare un sospiro di sollievo in Borsa, tanto che, dopo i rumors sulla cessione, il titolo aveva recuperato il 14% in una settimana, dopo aver perso oltre la metà della capitalizzazione dall’inizio dell’anno (-52 per cento). Citando Reuters, Anta Sports e Asics non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento, mentre Li Ning ha dichiarato in una nota via e-mail mandata all’agenzia di stampa che l’azienda “non ha intrapreso negoziati sostanziali o valutazioni riguardo alla transazione menzionata nella notizia”, aggiungendo che il gruppo continua a concentrarsi sulla crescita e sullo sviluppo del suo marchio.

Nonostante l’iniziale smentita di Artémis lo scorso settembre, le voci erano continuate a circolare: secondo quanto riportato dal giornale tedesco Manager Magazin, anche Jamie Salter, AD di Authentic Brands, e Alex Dibelius, presidente per la Germania della private equity Cvc, avevano manifestato interesse per la quota del 29% detenuta dalla famiglia Pinault. Un interesse che non aveva sorpreso gli analisti: il gruppo guidato da Salter è noto per acquisizioni volte a rilanciare marchi in fase critica (tra gli esempi più noti, le operazioni su Forever 21) e per l’acquisto di Reebok da Adidas nel 2021, quando vinse la partita contro lo stesso CVC.

Parlando però proprio di criticità, bisogna menzionare il business da tempo sofferente di Puma: nel terzo trimestre dell’anno, il player ha archiviato ricavi pari a 1,9 miliardi di euro, in calo del 15,3% a cambi correnti (-10,4% a cambi costanti). Il margine lordo è sceso di 260 punti base al 45,2%, mentre l’ebit rettificato si è ridotto a 39,5 milioni di euro, rispetto ai 237 milioni dello stesso periodo del 2024. Il trimestre si è chiuso con una perdita netta di 62,3 milioni di euro, contro un utile di 127,8 milioni un anno prima. Secondo quanto rilevato dagli analisti di Barclays, i risultati sono stati leggermente inferiori alle attese del consenso. Le vendite di 1,96 miliardi di euro si confrontano con stime di 1,98 miliardi.

Alla fine di ottobre, la società ha però dichiarato di puntare a posizionarsi tra i “primi tre marchi sportivi globali”, pur riportando una flessione delle vendite trimestrali a due cifre. Attualmente la valutazione di mercato di Puma sarebbe di 2,52 miliardi di euro, secondo i dati di Lseg e quanto riferito da Reuters. A prendersi carico delle difficoltà è stato, dallo scorso luglio, il neo CEO Arthur Hoeld, con un importante piano di recupero. Proprio Hoeld ha dichiarato lo scorso mese che il marchio avrebbe ridotto gli sconti, migliorato il marketing e ridotto la gamma di prodotti, oltre a tagliare 900 posti di lavoro, dopo che una minore domanda dei suoi prodotti e l’impatto dei dazi statunitensi sulle importazioni avevano colpito il suo business.

Con l’ultima trimestrale, il gruppo ha infine confermato la guidance per l’intero esercizio 2025, che prevede un calo a doppia cifra delle vendite a cambi costanti e una perdita operativa, con investimenti stimati intorno a 250 milioni di euro. Le previsioni di Deutsche Bank stimano per Puma un fatturato in calo a 7,5 miliardi nel 2025 (-15,4% rispetto al 2024), con una perdita netta attesa di 334 milioni e margini operativi negativi.

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Redazione Redazione Eventi e News