Da Bruxelles la nuova Strategia della bioeconomia: il think tank Ecco evidenzia perché «manca di strategia»

Novembre 27, 2025 - 21:28
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Da Bruxelles la nuova Strategia della bioeconomia: il think tank Ecco evidenzia perché «manca di strategia»

La Commissione europea ha presentato oggi l’aggiornamento della Strategia europea della Bioeconomia. Tra gli obiettivi, c’è il rafforzamento dell’innovazione e degli investimenti nella bioeconomia e lo sviluppo di mercati guida per le soluzioni bio-based. La Strategia delinea le misure per aumentare l’impiego di materie di origine biologica in diversi settori produttivi – dai polimeri ai tessuti, fino ai materiali da costruzione – sottolineando la necessità di un uso efficiente della biomassa. Questo, privilegiando l’utilizzo della biomassa vergine per prodotti a maggiore valore aggiunto e materiali durevoli, mentre la biomassa secondaria (i rifiuti) deve essere indirizzata per le bioenergie, specialmente in settori in cui non esistono alternative di decarbonizzazione. Rispetto alle versioni di lavoro circolate nei giorni precedenti, però, il testo appare aver perso chiarezza nell’identificare le priorità, anche strategiche, di utilizzo di questa risorsa, a fronte della sua scarsità, soprattutto nell’ottica del rilancio competitivo di alcuni settori chiave per l’Europa, come il petrolchimico, oggi in profonda crisi.

Un autorevole parere, in questo senso, arriva da Chiara Di Mambro, direttrice strategia Italia e Europa di Ecco, il think tank italiano per il clima: «Nel voler mantenere un approccio olistico, la strategia europea non collega in modo diretto l’uso delle risorse biologiche al rilancio competitivo del settore della chimica. Il quadro che emerge rimane opaco, in particolare in riferimento all’impostazione dell’impianto incentivante che, ad oggi, favorisce l’utilizzo della biomassa per le bioenergie, senza adeguato supporto per l’innovazione e lo sviluppo dei biomateriali».

L’argomento va analizzato con attenzione Da un nuovo studio dal titolo “Biomassa e transizione della filiera della plastica”, presentato proprio oggi dal think tank Ecco, emerge che il fabbisogno di biomassa in Italia supererà la disponibilità di 2-3 volte al 2030, mettendo in competizione i vari utilizzi, come biocombustibili, polimeri di origine naturale e altri usi industriali. Inoltre, l’attuale quadro incentivante è fortemente sbilanciato verso gli usi energetici, con oltre 10,6 miliardi di euro destinati alla produzione di bioenergie. Un approccio che rischia di produrre effetti distorsivi, sottraendo biomassa a settori industriali che ne gioverebbero per innovare e rimanere competitivi.

Tra l’altro in Europa la filiera della chimica di base è in crisi. E la nuova chimica basata su materie di origine vegetale rappresenta un’opportunità strategica per innovare, ricostruire competitività e preservare settori industriali oggi in difficoltà. Spieg sempre Chiara Di Mambro: «Usare la biomassa dove genera il massimo valore economico e ambientale è fondamentale per il futuro competitivo dell’industria italiana. La transizione non può essere guidata solo dalle bioenergie: la chimica verde e i materiali plastici di origine naturale devono essere messi nelle condizioni di giocare un ruolo di primo piano nella riconversione industriale».

Secondo le analisi portate avanti da Ecco, sono quattro le aree prioritarie di intervento da mettere in campo. La prima riguarda la definizione di una gerarchia ufficiale di utilizzo della biomassa nei Piani nazionali energia e clima e nella Strategia italiana per la bioeconomia; la seconda l’incremento dei fondi per l’innovazione e la riconversione industriale; la terza area su cui intervenire riguarda la definizione di strumenti regolatori e quote minime per la creazione di mercati di riferimento per i materiali plastici di origine biologica; e, ultima ma non ultima, c’è la questione della tracciabilità e del monitoraggio delle risorse e dei prodotti.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia