I segnali che il corpo manda quando si sta bevendo troppo

Agosto 30, 2025 - 10:00
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I segnali che il corpo manda quando si sta bevendo troppo

Bere acqua è fondamentale per il benessere generale, lo sappiamo. Idratazione, energia, concentrazione, digestione: ogni funzione del nostro organismo ne trae beneficio. In primis, la pelle che appare più giovane e rimpolpata e luminosa e la cellulite che sembra attenuarsi. Ma se bere è importante, è altrettanto importante non esagerare.

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Negli ultimi anni si è diffusa l’idea che più si beve, meglio è. Tuttavia, la scienza avverte: un eccesso di acqua può causare squilibri pericolosi, dalla diluizione eccessiva del sodio (iponatriemia) a un sovraccarico per reni e cuore.

Quando si supera la soglia di idratazione fisiologica, il corpo comincia a inviare segnali precisi. Mal di testa, gonfiore addominale, minzioni troppo frequenti o stanchezza possono essere campanelli d’allarme.

Bere troppo non è sempre meglio

@Giorgio Trovato/Unsplash

Siamo abituati a sentirci ripetere che dobbiamo bere di più, e spesso lo facciamo senza porci troppe domande. In realtà, l’acqua è fondamentale per l’organismo ma, come per ogni cosa, esagerare può essere dannoso. Bere troppa acqua in un arco di tempo troppo breve può compromettere l’equilibrio elettrolitico del corpo e sovraccaricare reni e cuore. In particolare, può portare a una condizione nota come iponatriemia, ovvero la diluizione eccessiva del sodio nel sangue, con conseguenze anche gravi. Non si tratta di una semplice leggenda metropolitana: esistono studi clinici e casi documentati.

L’acqua resta vitale, ma anche l’idratazione ha bisogno di equilibrio.

Cos’è l’iponatriemia e perché può essere pericolosa

L’iponatriemia si verifica quando il livello di sodio nel sangue scende sotto i valori fisiologici, generalmente a causa di una diluizione legata all’assunzione eccessiva di liquidi. I sintomi vanno dal mal di testa alla nausea, dalla confusione mentale a, nei casi più gravi, convulsioni e coma. Questa condizione si verifica più spesso in soggetti sportivi che assumono grandi quantità di acqua durante gare o allenamenti intensi, senza reintegrare i sali minerali persi con il sudore. Ma può capitare anche a chi beve costantemente molto al di là del proprio fabbisogno giornaliero, per abitudine o convinzione.

Quanta acqua bisogna davvero bere?

@Laura Mitulla/Unsplash

Non esiste una regola fissa per tutti. Il fabbisogno idrico varia in base al peso corporeo, al livello di attività fisica, alla temperatura ambientale e ad eventuali condizioni di salute. In linea generale, l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) consiglia un apporto giornaliero di circa 2 litri per le donne e 2,5 litri per gli uomini, compresa l’acqua contenuta negli alimenti. Ma questi valori possono cambiare molto, anche in base all’alimentazione (una dieta ricca di frutta e verdura, ad esempio, fornisce già un buon apporto di liquidi).

I segnali che stai bevendo troppo

Il nostro corpo ci parla: quando si beve più acqua del necessario, è possibile notare alcuni sintomi. Minzioni molto frequenti, urine trasparenti (anziché di un giallo paglierino chiaro), gonfiore addominale, crampi muscolari, stanchezza insolita o sensazione di “cervello annebbiato” sono segnali da tenere d’occhio.

Se ci si sveglia più volte durante la notte per urinare, potrebbe essere il caso di rivedere la quantità e la distribuzione dell’acqua bevuta durante il giorno.

Acqua e limone, acqua troppo fredda: i falsi miti

@Chris Ralston/Unsplash

Bere acqua e limone fa male? Solo se si esagera. Un bicchiere al mattino può aiutare la digestione, ma non è una pozione miracolosa. Quanto all’acqua fredda, non fa male in senso assoluto, ma può rallentare la digestione e causare qualche fastidio allo stomaco se assunta in grandi quantità o durante i pasti.

Meglio a temperatura ambiente, soprattutto in presenza di gastrite o reflusso.

Acque leggere, acque ricche: come scegliere in base al contenuto di sali minerali

Non tutte le acque sono uguali. Alcune sono ricche di sali minerali come calcio, magnesio e bicarbonati, altre sono leggere e quasi prive di sodio. La scelta dipende dallo stile di vita, dalle esigenze personali e anche dal momento della giornata. Le acque oligominerali, a basso residuo fisso, sono generalmente le più adatte per un consumo quotidiano: favoriscono la diuresi, non affaticano i reni e risultano più leggere da digerire. Quelle povere di sodio, in particolare, sono consigliate a chi deve tenere sotto controllo la pressione o segue diete specifiche.

Le acque minerali più ricche, invece, possono essere utili in situazioni particolari: dopo uno sforzo fisico intenso, in estate, o nei periodi in cui si tende a perdere molti liquidi, perché aiutano a reintegrare gli elettroliti. Ma attenzione: se assunte in grandi quantità e per periodi prolungati, potrebbero non essere indicate per chi ha patologie renali o problemi di ritenzione. Come sempre, l’equilibrio resta la chiave.

Acqua frizzante: nemica della salute o innocente piacere?

Foto Getty Images

L’acqua frizzante, naturale o addizionata di anidride carbonica, divide da sempre. C’è chi la ama per la sua sensazione effervescente e chi la evita per timore che “gonfi” o faccia male. In realtà, non esistono prove scientifiche che l’acqua gassata sia dannosa per l’organismo sano. È sicura, idratante quanto l’acqua liscia e può essere una valida alternativa per chi fatica a bere a sufficienza. Tuttavia, può aumentare la sensazione di pienezza e, in soggetti sensibili, favorire gonfiore addominale o reflusso gastrico.

Per questo motivo non è sempre adatta prima dell’attività fisica o in caso di disturbi digestivi.

L’importanza dell’ascolto e della personalizzazione

Come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Bere è indispensabile, ma la quantità deve essere calibrata sulle proprie esigenze. Chi fa attività fisica intensa ha bisogno di più liquidi, ma anche di sali minerali. Chi suda molto in estate, chi assume farmaci diuretici o ha una dieta molto proteica dovrà adeguare l’apporto idrico. Ma bere due litri d’acqua in poche ore solo per “depurarsi” è più dannoso che utile. Meglio distribuire l’assunzione nell’arco della giornata e affidarsi a ciò che il corpo ci comunica: la sete è un ottimo punto di partenza.

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