La Corona ferrea nella bufera della guerra


Era il tardo pomeriggio del 10 giugno 1940. Con toni enfatici la radio trasmetteva il discorso del Duce, che annunciava trionfalmente agli italiani l’entrata in guerra del Paese, a fianco dell’alleato germanico. Ma nella canonica di Monza l’arciprete aveva altro di cui preoccuparsi, anche se il documento che stringeva in mano aveva a che fare proprio con quanto stava accadendo.
La missiva, infatti, era firmata dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Ildefonso Schuster, che chiedeva di portare senza indugio in Curia la celebre Corona ferrea e i pezzi più preziosi del tesoro della basilica monzese, per metterli in salvo da eventuali conseguenze belliche, a causa del conflitto imminente. Il giorno seguente, così, quegli inestimabili cimeli erano già sotto la personale tutela di Schuster, che provvide a sua volta a sistemarli nel caveau della Cassa di risparmio lombarda.
Alla mirabile Corona ferrea e alla sua storia straordinaria è dedicato un articolo sul numero di ottobre del mensile diocesano Il Segno. Ma qui vogliamo ricordare un ulteriore capitolo dell’avventura di questo eccezionale diadema, considerato quale reliquia della Passione di Cristo perché al suo interno sarebbe stato collocato uno dei chiodi della crocifissione di Gesù, secondo una tradizione che aveva trovato le sue radici nelle parole di sant’Ambrogio stesso. Per questo la corona, nel corso dei secoli, aveva cinto la testa di re e imperatori, fino a Napoleone Bonaparte, che il 26 maggio 1805 ponendosela sul capo con le sue stesse mani nel Duomo di Milano, pronunciò la celeberrima frase: «Dio me l’ha data, guai a chi la tocca».
Nella banca milanese la Corona ferrea di Monza rimase fino ai primi mesi del 1943. Poi, l’acuirsi del conflitto e la minaccia dei bombardamenti aerei spinsero l’arcivescovo Schuster a chiedere l’aiuto della Santa Sede, per far ricoverare i tesori più importanti dell’arte e della tradizione ambrosiana direttamente nei depositi dei Musei vaticani.
Per quanto riguardava la Corona ferrea, inoltre, ben note erano le mire di Hitler stesso, che fin dalla sua ascesa alla guida del Terzo Reich aveva cercato di impadronirsi di tutti quegli oggetti ammantati di un’aurea storica particolare (come ad esempio la celebre lancia di Longino).
Del resto, anche Napoleone aveva accarezzato l’idea di impossessarsi della Corona di Monza…
Qual è la tua reazione?






