Costruire la sovranità digitale: dirigenti e imprese di fronte alla sfida del cloud

Ottobre 18, 2025 - 23:00
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Costruire la sovranità digitale: dirigenti e imprese di fronte alla sfida del cloud

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Costruire la sovranità digitale: dirigenti e imprese di fronte alla sfida del cloud



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Il concetto di sovranità digitale non si gioca solo sulle infrastrutture tecnologiche, ma sulla capacità del Paese di sviluppare competenze, cultura e modelli di collaborazione che rendano sostenibile la trasformazione

Pubblicato il 17 ott 2025



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La sovranità digitale non si misura soltanto nella capacità di controllare i dati o di adottare tecnologie europee, ma nella possibilità di sviluppare competenze e modelli di governo del digitale che rendano il sistema produttivo autonomo e resiliente. Questo principio emerge chiaramente dall’intervento di Massimo Sabatini, Direttore Generale di Fondirigenti, e Paolo Ferrario, Direttore di ALDAI Federmanager, al convegno “Il Cloud tra AI e sovranità: strategie e politiche industriali per un nuovo ecosistema digitale”, promosso dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano.

Sovranità digitale: una questione di cultura e non solo di infrastrutture

La riflessione di Sabatini parte da un punto chiave: la sovranità digitale non è un tema astratto di politica industriale, ma un fatto culturale e formativo. «Il nostro obiettivo è avere modelli e competenze sempre aggiornati, che i dirigenti possano acquisire e utilizzare per rafforzare la competitività delle imprese», spiega.

Nel 2023, Fondirigenti ha finanziato circa 3.000 piani formativi, coinvolgendo 14.000 dirigenti. I dati mostrano un forte incremento di iniziative legate all’intelligenza artificiale e all’uso strategico dei dati, soprattutto nelle piccole e medie imprese.

Sabatini sottolinea che la domanda di aggiornamento non riguarda tanto la formazione di esperti tecnici, quanto la capacità di creare figure manageriali in grado di orientare il cambiamento. Le chiama, con un’immagine efficace, «manager presbiti», cioè dirigenti capaci di vedere lontano e di comprendere come l’AI e il cloud possano trasformare processi e modelli organizzativi. È una visione che mette la formazione al centro della sovranità digitale, intesa come autonomia del pensiero e delle scelte industriali.

Il valore della curiosità e l’uso consapevole del dato

Sabatini definisce la curiosità come «il principale oggetto di formazione». Nella trasformazione digitale, la curiosità è la base per imparare a leggere e valorizzare i dati già disponibili, spesso non pienamente utilizzati dalle imprese. L’approccio di Fondirigenti si fonda proprio sulla sperimentazione: creare occasioni per osservare, testare e trasferire casi d’uso efficaci, come quelli emersi nel progetto dedicato all’applicazione dell’intelligenza artificiale nel settore automotive.

In queste esperienze, il cloud non è solo un’infrastruttura, ma una condizione per la condivisione della conoscenza. La formazione diventa così una forma di esercizio della sovranità: un modo per rendere i dati una risorsa strategica, non un vincolo.

Il management come snodo della sovranità digitale

Nel suo intervento, Paolo Ferrario ha richiamato l’importanza del ruolo dei dirigenti nella governance del cambiamento. La sovranità digitale, ha spiegato, si costruisce attraverso una partecipazione attiva del management ai processi di innovazione, in un dialogo costante con le imprese e con le associazioni industriali.

Ferrario ha raccontato come i fabbisogni formativi emergano direttamente dalle aziende e dai manager, trasformandosi in iniziative strategiche condivise. L’obiettivo, ha osservato Ferrario, è «sviluppare strumenti replicabili, capaci di offrire soluzioni anche alle realtà meno strutturate». La sovranità digitale, dunque, si concretizza nella capacità di far circolare il sapere e di diffondere le esperienze positive tra imprese di dimensioni e settori diversi.

Formazione come leva di autonomia industriale

Il concetto di bilateralità — la collaborazione tra mondo imprenditoriale e rappresentanza manageriale — emerge come una delle condizioni fondamentali per dare sostanza alla sovranità digitale. Non si tratta di coordinare corsi o percorsi formativi, ma di costruire un sistema in cui l’aggiornamento del management diventi parte della governance industriale.

Ferrario ricorda che le iniziative strategiche promosse con Fondirigenti non nascono per rispondere a esigenze contingenti, ma per costruire modelli di lungo periodo. Questi modelli consentono di individuare le competenze chiave per i diversi settori, sperimentarle sul campo e renderle accessibili anche alle piccole imprese, che spesso faticano a investire in formazione strutturata.

È una forma di sovranità che parte dal basso: la capacità del sistema produttivo di autodefinire i propri bisogni e di elaborare risposte coerenti, senza dipendere da standard imposti da altri mercati o da tecnologie preconfezionate.

Dati, AI e cloud: una nuova grammatica della decisione

Sabatini e Ferrario convergono su un punto essenziale: la sovranità digitale è prima di tutto autonomia di pensiero organizzativo. Non basta disporre di infrastrutture sicure o di strumenti di intelligenza artificiale avanzati; serve un management capace di comprendere come usarli, di adattarli al contesto aziendale e di prendere decisioni basate su una lettura strategica dei dati.

Sabatini sottolinea che la frontiera della formazione consiste nel coltivare la capacità di collegare il dato alla strategia: riconoscere che ogni informazione, se gestita con metodo, può diventare leva di valore. Per Ferrario, la partecipazione diretta dei manager ai progetti formativi è la condizione che trasforma la conoscenza in competenza diffusa e impedisce che l’innovazione resti concentrata in poche grandi aziende.

Il concetto di sovranità si amplia così: non è solo autonomia tecnologica, ma autonomia cognitiva. Un sistema è sovrano quando sa interpretare la tecnologia in funzione dei propri obiettivi, costruendo percorsi formativi e decisionali coerenti con le sue priorità industriali.L’esperienza condivisa da Sabatini e Ferrario mostra che la sovranità digitale è un processo che si fonda sulla formazione, sulla sperimentazione e sul dialogo costante tra imprese e management. È un percorso che trasforma la conoscenza in infrastruttura strategica e che misura l’autonomia di un Paese non dalla potenza dei suoi data center, ma dalla capacità delle sue persone di comprenderne il significato.

L'articolo Costruire la sovranità digitale: dirigenti e imprese di fronte alla sfida del cloud proviene da Innovation Post.

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