Risparmiare in modo sostenibile: il lato green del Black Friday
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Il Black Friday è ormai diventato un appuntamento fisso per i consumatori italiani. Tuttavia, a fronte di un interesse sempre maggiore verso il risparmio, si assiste anche a una crescente attenzione alla sostenibilità degli acquisti. In un contesto in cui il consumo consapevole si intreccia con la tutela ambientale, emergono nuove pratiche orientate a ridurre l’impatto ecologico degli acquisti, senza rinunciare alla convenienza.
La sostenibilità applicata al Black Friday non è un ossimoro, ma una strategia concreta che risponde alle esigenze di un pubblico più informato e attento alle dinamiche ambientali, economiche e sociali.
Incentivare il riuso: il valore dei prodotti ricondizionati in sconto
Il riutilizzo rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’economia circolare, modello promosso anche dalle politiche dell’Unione Europea e recepito in Italia con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In quest’ottica, la scelta di acquistare prodotti ricondizionati in sconto durante il periodo del Black Friday non solo permette un risparmio economico tangibile, ma contribuisce a ridurre la quantità di rifiuti elettronici e tecnologici generati ogni anno.
I prodotti ricondizionati, a differenza dell’usato, vengono sottoposti a rigorosi controlli tecnici, riparazioni e test funzionali che ne certificano la piena operatività, con garanzie spesso equiparabili al nuovo. In molti casi, si tratta di articoli restituiti per semplici ripensamenti o piccoli difetti di confezionamento, successivamente reimmessi sul mercato a prezzi più contenuti.
Questa pratica, oltre ad avere una valenza ambientale, si lega a una precisa linea normativa: il Decreto Legislativo 49/2014, che recepisce la Direttiva 2012/19/UE sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), incoraggia la prevenzione della produzione di rifiuti attraverso il riutilizzo e la preparazione al riutilizzo. In tal senso, promuovere l’acquisto di dispositivi ricondizionati rappresenta una misura coerente con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO₂ e di contenimento dell’impatto ambientale del settore tecnologico.
La diffusione di piattaforme dedicate e la crescente trasparenza nei processi di rigenerazione stanno facilitando l’incontro tra domanda e offerta. Inoltre, anche numerosi enti pubblici stanno valutando l’integrazione di dispositivi ricondizionati all’interno dei propri sistemi, in linea con gli obiettivi del Green Public Procurement (GPP), previsto dal Piano d’Azione Nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione.
Consumo responsabile: marchi etici e seconda vita dei prodotti
Nel quadro dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, uno degli obiettivi fondamentali è rappresentato dal consumo e dalla produzione responsabili. Questo principio si traduce, nel contesto del Black Friday, nella promozione di acquisti consapevoli da parte dei cittadini, incentivando la selezione di marchi trasparenti e prodotti a basso impatto ambientale.
L’interesse verso brand etici, che operano secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale, è cresciuto anche in Italia. Si tratta di aziende che, ad esempio, utilizzano materiali riciclati, adottano politiche di packaging ridotto e riciclabile, garantiscono condizioni di lavoro eque lungo tutta la filiera e certificano i propri processi attraverso standard riconosciuti come ISO 14001, Fair Trade o B Corp.
Oltre ai marchi etici, stanno assumendo sempre più rilevanza le piattaforme di second-hand, che consentono di acquistare oggetti già utilizzati ma ancora in ottime condizioni. Il mercato dell’usato, che fino a pochi anni fa era marginale, oggi rappresenta un canale strategico per ridurre la pressione sulle risorse naturali e sull’ambiente. L’acquisto di abbigliamento, elettrodomestici, arredi e persino libri usati permette non solo di contenere la spesa, ma anche di prolungare il ciclo di vita degli oggetti, evitando il ricorso a nuovi processi produttivi ad alto impatto.
In Italia, la Legge 221/2015 (Collegato Ambientale) promuove azioni per l’economia circolare anche nel settore del riutilizzo e del recupero. L’articolo 38, in particolare, favorisce la promozione di sistemi di recupero dei beni usati, anche attraverso incentivi fiscali e agevolazioni per chi opera nella filiera del riuso.
In questo scenario, il Black Friday può diventare un’occasione non solo di risparmio, ma anche di educazione alla scelta consapevole e alla valutazione del valore reale, oltre che economico, dei prodotti.
Rischi del greenwashing: riconoscere le pratiche scorrette
Se da un lato cresce l’interesse per gli acquisti sostenibili, dall’altro si assiste a un fenomeno opposto: il greenwashing. Con questo termine si indica la pratica, sempre più diffusa, da parte di aziende che si autodefiniscono “verdi” o “eco-friendly” senza disporre di una reale certificazione o prova concreta delle proprie dichiarazioni ambientali.
Il rischio è duplice. Da un lato, si genera confusione nei consumatori, che si ritrovano a premiare inconsapevolmente realtà poco virtuose. Dall’altro, si crea un danno competitivo per quelle imprese che investono realmente in pratiche sostenibili, ma faticano a emergere in un mercato sovraesposto a messaggi ambigui.
In ambito normativo, l’Unione Europea ha avviato un percorso per regolamentare in maniera più stringente le dichiarazioni ambientali, tramite la proposta di Direttiva sulla “Green Claims”, che mira a obbligare le aziende a dimostrare, con dati verificabili, le affermazioni ambientali presenti nei materiali promozionali e pubblicitari.
Anche il Codice del Consumo, modificato in Italia dal Decreto Legislativo 26/2023 in attuazione della Direttiva UE 2019/2161, rafforza la protezione dei consumatori contro le pratiche commerciali scorrette, incluse quelle che riguardano il greenwashing. In particolare, vengono considerate ingannevoli tutte le comunicazioni ambientali non verificate da enti terzi o prive di fondamento scientifico.
Per contrastare il fenomeno, è importante aumentare la consapevolezza attraverso la trasparenza delle informazioni. Le pubbliche amministrazioni, ad esempio, possono svolgere un ruolo educativo, divulgando linee guida e strumenti per distinguere le pratiche sostenibili da quelle fittizie. Inoltre, si auspica una maggiore collaborazione tra enti regolatori, associazioni di categoria e organismi di certificazione, per garantire che il termine “sostenibile” venga utilizzato con responsabilità.
La transizione verso un consumo più sostenibile non è più una tendenza, ma una necessità. Il Black Friday può diventare un’occasione utile non solo per risparmiare, ma anche per rafforzare una cultura della responsabilità ambientale, sociale ed economica. Il futuro degli acquisti passa dalla trasparenza, dalla circolarità e da una nuova consapevolezza collettiva.
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