Saggi consigli per organizzare una vacanza viaggio in bicicletta

Novembre 22, 2025 - 01:30
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Saggi consigli per organizzare una vacanza viaggio in bicicletta

Questo articolo parte dall’esperienza del nostro esperto autore della rubrica Passione bici, sull’onda del suo viaggio di questa estate. Quasi mille chilometri di strada sulle due ruote da Forlì a Cassino. Ecco come l’ha pensato, preparato e poi realizzato

Un cicloviaggio comincia molto prima di quando si parte. Ci si a lavora prima con la fantasia e poi lo si studia e lo si modifica. Per programmarlo, a volte, si usano le guide turistiche.

Ma usare la fantasia è forse il sistema più appagante per aver immaginato e costruito un percorso personale, fatto ricucendo tanti segmenti. La costruzione del mio viaggio ha seguito proprio il sentiero della fantasia.

Ho costruito un percorso attraverso una parte degli Appennini nell’estate 2025 in cui ho messo insieme la voglia di pedalare e di passare in luoghi conosciuti, a volte sconosciuti e spesso fortemente iconici, persino ritrovati nei set di film famosi.

Ho cominciato a tracciare un segno sulla carta geografica, da un punto a un altro. Poi il trasferimento su due piattaforme di navigatori, Komoot e Mapy.cz per rendere la traccia un percorso gpx.

Quindi, un lungo lavoro di affinamento per renderlo percorribile, su strade secondarie e, possibilmente, fuori dai tracciati canonici, con le correzioni e gli spostamenti necessari, cercando B&B e alberghi che mi potessero ospitare alla fine delle giornate, con le tappe modulate dalla resistenza fisica e dalla voglia di fare il turista lento.

A scanso di sorprese prima di partire ho prenotato ogni posto per dormire. È stato un viaggio intenso, nel quale ho colto ogni istante disponibile lasciando che gli occhi si riempissero di immagini e le narici di profumi.

Con le tappe, razionalmente programmate per lunghezza e dislivello, paesi da attraversare, strade da percorrere e posti dove andare a dormire. Far combaciare tutte queste esigenze non è stato semplice, perché l’entusiasmo deve fare in conti con la resistenza fisica.

Le giornate estive hanno molte ore di luce, ma quando si va in bicicletta per turismo la tentazione di deviare dalla traccia, anche solo per andare a vedere un paese intravisto da lontano, è sempre forte. E spesso si paga in chilometri e fatica aggiunti.

Come organizzare il bagaglio

Anche la preparazione del bagaglio è stato un esercizio impegnativo di equilibrio, mediando fra le cose necessarie e lo spazio disponibile, sapendo che ogni oggetto inutile è un peso da trasportare.

Ho scelto – nei limiti del possibile – la versione leggera e comprimibile di quello che mi sarebbe servito: abbigliamento, attrezzatura e scarpe. Ho impiegato qualche giorno per decidere, scremando in fasi successive cosa mi servisse veramente.

Riempiendo e svuotando le borse che avevo intenzione di portare. Quindi, poco alla volta, le cose che rientravano nella categoria “forse non mi serve” sono tornate nei cassetti.

Nella fotografia qui sotto ho messo sul tavolo tutto quello che ho portato: il cosiddetto minimo indispensabile.

viaggio in bici - materiale
Foto di Marco Fardelli

Ho viaggiato con l’attrezzatura contenuta dentro borse impermeabili. È facile comprendere quanto sia importante l’impermeabilità in caso di giornate di maltempo.

Le borse utilizzate sono state una Backloader sottosella da 10 litri, una Frontloader più piccola davanti al manubrio e una Toploader sopra il tubo orizzontale. Infine, una Basil sotto al tubo orizzontale e una Zefal per gli attrezzi di emergenza.

La bicicletta carica la si vede in questa foto. Peso totale del mezzo carico poco più che 20 kg.

viaggio bici - borse
Foto di Marco Fardelli

Stivato nelle borse un doppio cambio tecnico, fatto di pantaloni con fondello, maglietta, calze e mutande. Il cambio in realtà non è stato utilizzato, perché sono riuscito sempre a lavare tutto alla sera e rimetterlo asciutto la mattina successiva.

Poi guanti corti e lunghi, scarpe per pedalare, scarpe per andare a cena, casco, pantaloni e maglietta per la sera, maglia e giacca termica, goretex per la pioggia, piccolo asciugamano, dentifricio (piccolo e già cominciato che pesava meno) e spazzolino, rasoio (ma senza crema da barba perché me la sono fatta crescere), crema da sole, barrette, sali, integratori, cerotti, borracce, cordino e mollette, lucchetto, fotocamera, attrezzatura per foratura, pastiglie freni, una falsamaglia, olio per catena, navigatore e caricabatterie per telefono e luci, occhiali da sole…

Bastone scacciacane compreso (il perché ve lo spiego più avanti). Tutto il materiale è stato usato, a eccezione dei cerotti, della giacca da pioggia e del materiale da riparazione. Il meteo amico mi ha aiutato molto, ma ero preparato a ogni evenienza.

Tra gli attrezzi anche un bastone scacciacani

Poche preoccupazioni prima del viaggio perché quelle vere erano annullate dall’adrenalina – che saliva quotidianamente – e dall’entusiasmo.

Il motto per rendere il viaggio sicuro è stato “prevenire è meglio di curare“. Quindi, mi sono attrezzato adeguatamente contro i tre maggiori problemi che avrei potuto incontrare: le forature, le auto alle spalle e i cani da pastore.

Per chi pedala, le forature sono una scocciatura galattica, fanno perdere tempo, si rischia di cadere e farsi male. Quindi ho seguito il mio metodo: copertoni in buono stato, camera con lattice interno e pressione adeguata per evitare le pizzicature. Ha funzionato per tutto il viaggio di quasi 1.000 km.

Per vedere le auto alle spalle ho montato uno specchietto sul lato sinistro che, in diverse occasioni, mi ha aiutato a evitare guidatori cui andrebbe fatto rifare l’esame della patente.

Per i cani da pastore (molto facili da incontrare in Appennino, quando si transita nelle prossimità di un gregge) mi sono portato un bastone da casa. Attaccato al telaio della bicicletta per tutto il viaggio. Usato una sola volta. Per scoraggiare un trio di pastori maremmani sbucati da una fattoria. È andata bene.

Prima di partire da casa ho fatto diverse prove per la sistemazione del carico, stabilendo cosa andasse messo dentro ogni borsa. Durante il viaggio ho rispettato rigorosamente lo schema della distribuzione definito in precedenza e ho dovuto apportare una sola leggera modifica al setup, per migliorare il comfort e la stabilità del carico.

La bicicletta che ho utilizzato

Ho pedalato su una Cube Nulane C:62. Non si tratta di una gravel come normalmente viene intesa (con il manubrio da strada) ma il compromesso fra le mie esigenze e le quelle del viaggio.

Dovendo stare molte ore sui pedali e sulla sella, ho preferito utilizzare quello che utilizzo quasi quotidianamente, quindi manopole della Ergon e sella di Smp che uso su tutte le biciclette.

Per la parte tecnica, la bicicletta monta una doppia corona 30/46 e cassetta 11/34 a 11 velocità. Gomme 700×45 per viaggiare più comodi. Sull’asfalto un po’ penalizzano la scorrevolezza ma sullo sterrato compensano assorbendo bene le asperità del terreno.

viaggio bici - bicicletta
Foto di Marco Fardelli

Non sono mancate le luci anteriori e posteriori che ho tenute accese nelle gallerie lunghe e buie della vecchia ferrovia Spoleto Norcia o nei tratti pedalati su asfalto.

Davanti al manubrio una prolunga portaoggetti, che ha fatto un buon servizio sollevando la borsa anteriore impedendole di schiacciare guaine dei freni e della trasmissione.

La chicca della bicicletta è stata l’attacco manubrio ammortizzato di Kinekt, che stavo finendo di testare e che mi ha reso il viaggio molto più morbido. Ne abbiamo già parlato in maniera dettagliata in questo articolo.

Nel bel mezzo del mio viaggio

Nei miei viaggi gli occhi sono insaziabili e le fotografie sono centinaia. Montagne e colline, pianure infinite, città famose e paesi sconosciuti. Molti panorami li ho dovuti apprezzare da lontano, perché la deviazione mi sarebbe costata una eccessiva fatica.

Ho incontrato gente tanto sconosciuta quanto gentile e ospitale, che in qualche occasione mi ha raccontato pezzi strazianti della sua vita, come nel paese terremotato di Terracino.

Alla fine mi sono portato a casa la soddisfazione di un viaggio bellissimo, senza alcuna sfida vinta. Solitudine e pensieri, suoni e profumi.

Il tour Pabt (da Forlì a Cassino)

Ho chiamato questo viaggio Personal Appennino Bike Tour 2025: da Forlì a Cassino. Sono partito da casa in treno fino a Forlì, poi 10 giorni e 10 tappe in bicicletta, quasi 900 km e 12.600 metri di dislivello, attraversando Emilia, Toscana, Umbria, Abruzzo e Lazio.

Pedalando su e giù per l’Appennino dai profili morbidi, un po’ fuori (ma non troppo) dalle rotte tradizionali, cercando di rimanere su strade sterrate e strade secondarie.

Paesi sconosciuti, altri famosi e bellissimi, altri cercati e scelti per il fascino e la posizione spesso impegnativa da raggiungere per le gambe e il fiato, come Castrovalva. Altri ancora per i ricordi che fanno riaffiorare, uno fra tutti Deruta, famoso per le sue ceramiche.

viaggio bici - tragitto

Giornate baciate dal sole. Percorsi ciclabili che meriterebbero maggiori attenzioni e fortuna per poter sbocciare. Altri in cui non basta un cartello per trasformare un tratturo da Mtb in un percorso ciclopedonale.

Paesi di storia antica e storia recente. laghi, paludi, sorgenti, fiumi, canali. Paesi ancora piegati dal terremoto del 2016 ma abitati da gente che non molla.

Durante il viaggio ho perso 2,5 kg di peso, ma anche la crema solare (che poi ho ricomprato). Quello che non ho mai perso è stato l’entusiasmo, anche quando le salite si facevano impegnative.

Siccome credo che “alla fine di ogni viaggio ci son due cose da fare: guardare indietro per gustarselo ancora nei ricordi e guardare avanti per pensarne un altro” eccomi pronto a farne un altro. Vi terrò aggiornati.

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Marco FardelliMarco Fardelli architetto e designer, ogni anno percorre circa 3.500 km in bicicletta in città, in ogni stagione, per "razionalizzare la mobilità urbana cambiandone l'orientamento, i mezzi e i metodi di spostamento" | Facebook | CityBustoBike

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