The Cheesegrater: l’inclinazione che protegge la vista di St. Paul

Ottobre 20, 2025 - 07:00
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The Cheesegrater: l’inclinazione che protegge la vista di St. Paul

Nel cuore della City di Londra, dove l’architettura moderna incontra la storia millenaria, sorge uno degli edifici più iconici del XXI secolo: il Leadenhall Building, soprannominato The Cheesegrater per la sua caratteristica forma a cuneo. Con i suoi 224 metri di altezza, il grattacielo domina il quartiere finanziario accanto a monumenti contemporanei come il Gherkin e il Walkie-Talkie, ma la sua presenza non è soltanto una questione estetica o simbolica. La sua inclinazione, studiata con precisione millimetrica, risponde a una delle regole urbanistiche più rigide di Londra: la tutela della vista verso la Cattedrale di St Paul, uno dei panorami più sacri e intoccabili dello skyline londinese. Dietro quella facciata di vetro e acciaio si nasconde un perfetto equilibrio tra innovazione e rispetto, un esempio magistrale di come l’architettura contemporanea possa dialogare con la storia.

Una sfida tra modernità e tradizione

Per comprendere il significato del Leadenhall Building bisogna partire dal contesto urbanistico in cui è nato. Londra, pur essendo una metropoli globale, è governata da regole di tutela visiva che risalgono al secondo dopoguerra, note come London View Management Framework. Queste norme stabiliscono una serie di “corridoi visivi protetti” che devono garantire la visibilità di monumenti simbolo come la Cattedrale di St Paul, il Palazzo di Westminster o la Tower of London da punti panoramici chiave della città. Quando lo studio Rogers Stirk Harbour + Partners, fondato da Richard Rogers, vinse nel 2000 il concorso per la costruzione di un nuovo grattacielo al numero 122 di Leadenhall Street, si trovò davanti a un dilemma: come costruire un edificio alto nel cuore della City senza oscurare la cupola di St Paul?
La risposta arrivò attraverso un’intuizione geniale del progettista Graham Stirk, che concepì una struttura inclinata verso l’interno, arretrando progressivamente i piani superiori. In questo modo l’edificio “si inchina” alla cattedrale, lasciando intatta la visuale da luoghi chiave come Fleet Street e Ludgate Hill. L’inclinazione non è casuale: 10,62 gradi esatti, calcolati in modo da rispettare il limite massimo imposto dalle autorità urbanistiche della City of London Corporation. Il risultato è un grattacielo che non impone la propria presenza, ma la armonizza con la skyline storica della città.

Un progetto firmato Rogers Stirk Harbour + Partners

Il Leadenhall Building rappresenta uno dei punti più alti della carriera dello studio RSHP, già autore del celebre Lloyd’s Building, situato a pochi passi di distanza. Se il Lloyd’s aveva rivoluzionato l’idea di “architettura tecnologica” mostrando all’esterno le sue componenti impiantistiche, il Cheesegrater ne è l’evoluzione concettuale: una costruzione che esalta la leggerezza e la trasparenza come simboli di modernità.
Inaugurato nel 2014, dopo sette anni di lavori, l’edificio è un manifesto di ingegneria strutturale avanzata. La sua facciata vetrata a triangoli d’acciaio si ispira a un reticolo modulare di precisione, mentre l’intera struttura portante è visibile, a testimonianza del principio di honesty of materials tanto caro a Rogers. A rendere unico il progetto è la combinazione tra design e innovazione: la mega-struttura in acciaio che sostiene l’edificio è composta da moduli prefabbricati assemblati in cantiere, riducendo i tempi di costruzione e l’impatto ambientale.
L’interno ospita principalmente uffici di alto profilo, ma il piano terra è pensato come spazio pubblico aperto, con una grande hall coperta da una volta trasparente alta oltre 30 metri. Quest’area, concepita come “piazza urbana”, permette alla luce naturale di attraversare l’edificio e restituisce un senso di permeabilità che dialoga con la città. In un quartiere dominato da torri di vetro, il Leadenhall Building riesce a essere monumentale e umano allo stesso tempo.

L’inclinazione come principio urbanistico

L’aspetto più affascinante del Cheesegrater è senza dubbio la sua inclinazione. Non si tratta di una scelta estetica, ma di una risposta normativa e simbolica. Il London View Management Framework, approvato dalla Greater London Authority, identifica oltre 30 “viewing corridors” che proteggono i panorami di St Paul’s da vari punti della città. Uno di questi parte dal ponte di King Henry’s Mound a Richmond Park, a 16 chilometri di distanza: da lì, attraverso un corridoio visivo perfettamente calibrato, è possibile vedere la cupola della cattedrale incorniciata dai campanili.
Quando il progetto del Leadenhall Building fu presentato nel 2001, molti temevano che un grattacielo di oltre 200 metri potesse compromettere la sacralità di quella vista. La soluzione di inclinare l’edificio verso est rappresentò una mediazione tra innovazione e rispetto del patrimonio. Ogni piano superiore arretra di circa 75 centimetri, creando un effetto di scala che alleggerisce la massa complessiva. Questa strategia non solo preserva la visuale, ma definisce anche un profilo elegante e riconoscibile, tanto da diventare il simbolo della “City Cluster”, il gruppo di grattacieli che oggi compone il moderno skyline londinese.
Il concetto stesso di “architettura obbediente” trova nel Cheesegrater un esempio paradigmatico: un edificio che cresce in altezza ma si piega alle regole della città, ricordando che anche la modernità può essere rispettosa del passato.

Innovazione strutturale e materiali

Dal punto di vista ingegneristico, il Leadenhall Building è un capolavoro di progettazione. La struttura è composta da una spina dorsale d’acciaio che sostiene i piani inclinati, senza necessità di colonne interne portanti. Questo sistema, chiamato mega-frame, lascia gli spazi ufficio completamente liberi e flessibili.
Le facciate sono realizzate con pannelli di vetro ad alta efficienza energetica che riflettono la luce naturale senza abbagliare, contribuendo al risparmio energetico. Ogni modulo strutturale è stato prefabbricato e assemblato in loco con tolleranze inferiori a 5 millimetri: un traguardo notevole per un edificio di queste dimensioni. Il design modulare ha anche permesso di ridurre i materiali di scarto e l’impatto ambientale, anticipando i principi di sostenibilità urbana oggi centrali nelle politiche edilizie britanniche.
Uno degli elementi distintivi del progetto è la visibilità della struttura: tubi, travi e bulloni non sono nascosti, ma fanno parte dell’estetica dell’edificio. È la stessa filosofia che guidò Rogers nella realizzazione del Centre Pompidou di Parigi o del Lloyd’s Building: la tecnologia diventa linguaggio architettonico, il dettaglio costruttivo si trasforma in espressione artistica.

Il grattacielo e la città

Oltre al suo valore estetico, il Leadenhall Building è un importante catalizzatore urbano. Situato tra Leadenhall Street e Bishopsgate, si affaccia direttamente sul Lloyd’s Building, creando un dialogo visivo tra due icone firmate dallo stesso architetto. La grande piazza coperta al piano terra, aperta a cittadini e visitatori, incarna il principio di “architettura civile” che anima il lavoro di RSHP: costruire spazi di incontro più che torri isolate.
La City of London Corporation, che ha sostenuto il progetto, ha più volte sottolineato come il Cheesegrater rappresenti un modello per la convivenza tra patrimonio e sviluppo economico. In una città dove ogni metro quadrato è prezioso, il fatto che l’edificio si ritiri dalla linea stradale e offra un’area pubblica dimostra che la densità urbana può essere gestita senza sacrificare la vivibilità.
La torre ospita oggi alcune delle più importanti società internazionali, ma resta anche una meta turistica per la sua architettura. Dal 42º piano, noto come Landing Forty Two, si gode una delle viste panoramiche più spettacolari di Londra, che spazia dalla Torre di Londra a Canary Wharf.

Un simbolo di equilibrio tra passato e futuro

Il Cheesegrater non è solo un edificio da record, ma un manifesto della Londra del XXI secolo: una città che cresce senza cancellare la propria storia. L’inclinazione della torre è diventata una metafora del rapporto tra tradizione e innovazione: un inchino architettonico alla St Paul’s Cathedral, ma anche una dichiarazione di indipendenza formale.
L’edificio è oggi parte integrante del City Cluster, insieme al Gherkin (30 St Mary Axe), al Scalpel (52 Lime Street) e al Walkie-Talkie (20 Fenchurch Street). Insieme, queste strutture formano un nuovo orizzonte urbano, visibile da chilometri di distanza. Tuttavia, a differenza di altri grattacieli, il Leadenhall Building mantiene una certa leggerezza visiva, un equilibrio che ne fa una delle opere più rispettate anche dai difensori del patrimonio storico.
Secondo gli urbanisti della City, il Cheesegrater ha dimostrato che la densità verticale può essere compatibile con la identità storica. La sua presenza ha contribuito a trasformare la percezione dei grattacieli a Londra, non più visti come simboli di arroganza economica, ma come strumenti di dialogo urbano.

FAQ: domande frequenti sul Leadenhall Building

Perché si chiama “Cheesegrater”? Il soprannome fu coniato dall’urbanista Peter Rees, che trovò la forma dell’edificio simile a una grattugia per formaggio. Da allora, il nome è diventato popolare quanto quello ufficiale.
Chi ha progettato il Leadenhall Building? È opera dello studio Rogers Stirk Harbour + Partners, fondato da Richard Rogers e vincitore del Premio Pritzker nel 2007.
Perché è inclinato? L’inclinazione di 10,62 gradi è stata imposta per rispettare i “view corridors” che proteggono la vista della Cattedrale di St Paul da diversi punti della città.
Quanto è alto? Il grattacielo raggiunge i 224 metri, rendendolo uno degli edifici più alti della City of London.
È visitabile? Gli uffici non sono accessibili al pubblico, ma il piano terra e la piazza coperta sono aperti, e al 42º piano si organizzano eventi e mostre temporanee.
Quando è stato completato? La costruzione è terminata nel 2014, con inaugurazione ufficiale nello stesso anno.

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