Verso Genoa – Verona, De Rossi: “Abbiamo lavorato bene, ho ancora due o tre dubbi di formazione”

Genova. Il Genoa si sta preparando alla sfida importantissima contro il Verona, in programma sabato alle 15 al Ferraris. Ci arriva dopo la partita di Cagliari che ha dato continuità sotto tanti punti di vista di prestazione, di risultati in fase offensiva, ma in cui sono emerse ancora delle difficoltà a livello difensivo. Mister De Rossi ha tracciato il quadro in conferenza stampa dopo la prima settimana effettiva di lavoro in cui ha avuto a disposizione tutti i giocatori, almeno quelli disponibili fisicamente: “Non abbiamo avuto tutti i giocatori, perché qualcuno è sempre fermo ai box, però di base abbiamo avuto un numero di giocatori tale che ci ha permesso di lavorare un po’ più in profondità su quello che chiediamo, anche se poi erano tutti spunti che avevamo già toccato. Abbiamo lavorato bene nei primi due giorni, c’è stata una bella mole di lavoro dal punto di vista del volume, dal punto di vista dell’intensità e dal punto di vista della ricettività dei giocatori. Mi sono piaciuti, hanno spinto tanto, ma all’interno dello sforzo fisico c’era grande partecipazione a quei contenuti tattici che poi non mancano mai nei nostri allenamenti. Abbiamo lavorato bene e sono soddisfatto di come lavorano in generale, di come si approcciano alla loro professione. È facile chiedergli di alzare ancora di più l’intensità perché sono super disponibili. Quindi da questo punto di vista è stata una settimana molto positiva, poi mancano ancora un paio di giorni alla partita e penso che ci stiamo arrivando bene”.
Sarà una gara importante per il Genoa, ma anche per De Rossi che debutterà sulla panchina del Ferraris dopo la squalifica scontata la scorsa volta con la Fiorentina: “È stato importante tornare in panchina a Cagliari, m’ha fatto risentire quelle emozioni da campo, anche se poi ti senti meno bloccato di quando stai in tribuna, quindi è stato per certi versi più facile. Sono tutte emozioni. Questo è un lavoro che io faccio per le emozioni che ti dà, emozioni costanti, sentimenti a volte contrastanti a causa dei risultati, ma ti fa vivere qualcosa che poi è il motivo per cui faccio questo lavoro. Non spegnersi, non vivere il secondo tempo della propria vita così, senza fare nulla, aspettando o a godersi i guadagni della prima carriera. Quindi io sono contento di avere queste emozioni che però, insomma, sono simili a quello che ho fatto per tutta la vita. Quindi sono abituato a questo tipo di piccoli shock emotivi e li gestisco molto bene. Sono contento di andare in panchina al Ferraris, ma sono tanto concentrato sulla partita perché mi rendo conto perfettamente di quanto è importante per noi”.
Cosa si è portato a casa De Rossi di positivo dalla gara di Cagliari? La fase di non possesso palla resta comunque delicata per una squadra che lotta per la salvezza: “Stiamo lavorando dal punto di vista del campo, ma anche dal punto di vista di video individuali, video di reparto. A volte prendi gol per atteggiamenti dico di posture, non di comportamenti, che succedono magari 10 secondi prima del gol e poi è difficile rimetterli a posto. Oppure proprio per rimetterli a posto, vai a scompensare un altro lato del campo. Abbiamo preso gol su queste palle alte perché andiamo a saltare in due contro un avversario solo. Quello è stato più facile da analizzare, mentre il terzo si può analizzare in due maniere diverse: perché la prima è che sono stati bravi loro, perché poi ci sono pure gli avversari, sono stati bravi in combinazione, hanno crossato bene e si sono inseriti bene. La seconda è che noi dobbiamo prendere e partecipare in maniera ancora più attiva alla fase difensiva in area. Le aree sono troppo importanti, sia quando vai ad attaccare, sia quando non devi farti fare gol e dobbiamo avere ancora più presenza. Una presenza non solo numerica, ma presenza fisica, presenza di braccia senza ovviamente far falli, presenza di contatto, cioè deve diventare fastidioso per gli avversari nostri entrare in area e provare a fare gol. E questa è una cosa che i ragazzi sanno, sono tutti giocatori esperti che sanno difendere, mettere il focus proprio su quanto è importante essere anche un po’ smaliziati e presenti ed esperti in area gli farà bene”.
De Rossi si trova in una situazione simile a Vieira l’anno scorso, quando il Genoa non riusciva a vincere al Ferraris e una volta iniziato non finì più, costruendo lì la salvezza. Che idea si è fatto? “Il dato è importante. Mi ero soffermato su questa stagione, quella dietro non l’avevo analizzata da questo punto di vista e può essere anche sintomatico. Vorrei rispondere che se vincessimo fuori casa e perdessimo sempre in casa, noi ci salveremmo comunque e andrebbe bene. Ma evidentemente il Ferraris è un valore aggiunto di un fattore, ma se non hai mai vinto poi intanto parti dal presupposto che non basta quello, ci dobbiamo mettere noi qualcosa e da quel punto di vista dobbiamo lavorare sul calcio, sulle nostre basi di calcio. Se noi faremo delle buone partite di calcio, con intensità, con aggressività, con idee, secondo me poi il Ferraris ci verrà dietro e diventerà ancora più difficile per gli avversari. Uno stadio caldo, e io c’ho giocato per 20 anni in uno stadio caldo, è un’arma a tuo vantaggio se hai anche la personalità per supportarlo, se hai il carattere e la qualità per accenderlo, altrimenti può diventare un boomerang perché comunque a Roma quando le cose andavano male non era facilissimo giocare per tutti, cioè dovevi avere delle spalle abbastanza larghe. Quindi è un mix tra il prendere consapevolezza di dove si è, della maglia che si indossa e soprattutto fare buone partite di calcio, giocare bene a calcio, che non vuol dire fare 500 passaggi di seguito, ma interpretare bene la partita di calcio per far sì che questo stadio poi ti venga dietro. Perché lo stadio da solo non vince le partite è una frase abbastanza banale, ma lo dicono anche i fatti, altrimenti ne avremmo vinta qualcuna anche quest’anno”.
Nelle ultime due partite Colombo e Vitinha si sono sbloccati e sono due attaccanti che si completano bene, possono diventare un punto di forza? “Sono contento di come stanno giocando, sono contento anche degli altri attaccanti che hanno giocato un po’ meno. Sono contentissimo di come si allenato Ekhator questa settimana. la prima settimana che lo vedo veramente star bene sia fisicamente per quel problema che ha avuto all’inizio, sia anche come presenza in campo, presenza nell’allenamento. Non posso parlare di coppia d’attaccanti. Io ne ho quattro, cinque più altri tanti trequartisti esterni che comunque possono fungere da seconda punta, quindi diciamo che il reparto d’attacco mi fa stare tranquillo. Mi è piaciuto come hanno giocato Lorenzo e Vito insieme in queste due partite. Il fatto che abbiano fatto gol è una spinta emotiva per loro, ma è anche una risposta a come si trovano in campo. Colombo, tra l’altro, ne aveva fatto uno pazzesco a Cagliari che è stato annullato per un fuorigioco non suo. Quindi secondo me questo sentirsi comodi vicino all’attaccante che gioca accanto a te è una cosa che può darti degli appigli e a cui puoi aggrapparti quando in campo magari arriva la fatica, o hai bisogno di fare gol o hai bisogno di difendere un risultato positivo. In allenamento Colombo e Vitinha insieme non li ho mai messi perché mi piace vedere come giocano insieme fra di loro anche chi ha caratteristiche un po’ diverse, chi ha avuto meno minuti. Se avessi il precampionato con tutte le amichevoli, quelle coi boscaioli, poi quelle con le rappresentative, farei tante prove che purtroppo non posso fare e però inizierò penso a breve, dalla partita con l’Atalanta, ma anche prima, a vedere altri giocatori perché qualcuno di loro mi sta dando grandi risposte in allenamento”.
Ma cosa ne pensa del Verona De Rossi? “È una squadra che viene in un momento negativo di risultati, quindi saranno pronti a fare una partita tosta, come fanno sempre. Poi è una squadra che ha dei numeri molto chiari: in fase di occasioni create mi sembra che siano sesti in classifica in campionato, quindi vuol dire che creano tanto; tengono la palla meno di tutti, se non sbaglio sono proprio ultimi come possesso palla, quindi incontreremo una squadra tanto diretta con due attaccanti, a mio modo di vedere il calcio, molto forti che sono Orban, e Giovane, ammesso che giocheranno, poi io non so la formazione, ma è una squadra tosta, è una squadra difficile da battere. Ha fatto tante partite in cui non meritava di perdere, ha perso all’ultimo secondo con l’Inter, ha creato tanto contro la Roma. Quindi chi pensa di andare a fare una passeggiata e vedere il Ferraris in festa perché passeggeremo sopra l’ultima in classifica si sbaglia di grosso. Ai ragazzi l’ho già detto e penso che loro ne siano consapevoli.
Pruzzo ha detto che De Rossi è il vero leader della squadra, il mister lo ringrazia, ma risponde così: “Non penso che sia così. Penso che ci siano tanti leader, alcuni più silenziosi, alcuni meno in questa squadra e penso che usciranno fuori attraverso anche dare una buona organizzazione, una buona impronta, conoscerci, può far uscire, può mettere a loro agio dei giocatori di grande qualità che abbiamo anche di personalità. È un gruppo che mi piace, è gente che ha fatto tante partite in Serie A, tante presenze, è un gruppo che va d’accordo fra di loro e unire insieme i puntini a volte esce fuori un disegno importante. Speriamo che questo disegno sia vincente perché magari hai delle squadre che zoppicano, però sai di poterti aggrappare a due o tre giocatori che da solo trasformano l’andazzo della gara o l’atmosfera. E invece tante squadre con il collettivo mettono in difficoltà gli avversari, coinvolgono il pubblico e portano a casa i punti che dovremmo portare a casa noi. Noi potremmo essere il secondo tipo di squadra”.
Ha pensato a come sostituire Norton-Cuffy, che è squalificato? “Ho pensato a come sostituire Brooke e abbiamo ancora due-tre dubbi di formazione. Uno di questi è in quella posizione, anche se poi si tratta di scegliere fra due giocatori, uno più difensivo e uno più offensivo e magari l’altro lo vedremo a partita in corso”.
La squadra mancava anche un po’ di verticalità quando c’era il doppio mediano: “Per me è fondamentale − dice De Rossi − la richiedo in tutte le mie squadre. E in questa squadra penso di avere dei giocatori con caratteristiche che possano veramente andare a cercare la palla alle spalle dei difensori, nello spazio anche con palle un po’ più lunghe che sono cose che avevo chiesto un po’ di meno alla Roma perché cercavo di andare a giocare fra le linee dove avevo tanti giocatori di qualità assoluta. La qualità ce l’abbiamo anche qui, ma per trovare spazio tra le linee c’è bisogno di qualcuno che allunghi gli avversari e quindi questi movimenti sono qualcosa che io richiedo sempre, fermo restando che poi c’è bisogno di andare ad aggredire l’avversario, c’è bisogno di essere compatti e quello che facevano Frendrup e Masini potrebbe tornare a essere utile molto presto perché anche loro sanno giocare in profondità. Masini forse tra tutti quanti è quello che mi fa vedere quando entra e per quello che mi fa vedere in allenamento, meriterebbe ancora più spazio, ma in questo momento stiamo giocando senza il doppio mediano, ma con due mezzali un po’ diverse. Masini è una professionista, un giocatore incredibile che conoscevo meno e m’ha stupito anche dal punto di vista umano. Masini può essere una mezzala, ovviamente sarebbe una mezzala diversa da Malinovskyi, una mezzala diversa da Grombaek. Ogni calciatore ha le sue qualità, ma lui può farlo, può fare il doppio centrocampista, può giocare davanti alla difesa. Secondo me è un giocatore che ha potenzialità enormi davanti a sé. Ci stiamo lavorando tanto anche a livello individuale post allenamento per aiutarlo a dargli più tempo per leggere la giocata, per guardarla prima e averne poi più quando la palla è in mezzo ai piedi. E la sua disponibilità mi fa pensare che a breve sarà un giocatore veramente fondamentale nel prossimo futuro per il Genoa. Lo è già perché poi è entrato sempre bene, ma tornerà a essere protagonista come lo era prima”.
Per quanto riguarda il mercato De Rossi sta parlando col direttore: “Mancano ancora cinque-sei partite prima di gennaio, se ci sarà qualcosa da fare la faremo e c’è disponibilità da parte della società sia in entrata sia in uscita perché torniamo sempre a quel discorso lì: siamo siamo davvero tanti. E e tornando al discorso delle amichevoli, tempo per provare tutti quelli che ti danno degli spunti, delle indicazioni positive non ce n’è. E forse sto dimenticando qualche giocatore che potrebbe darci una mano proprio perché perché siamo tanti”.
Sulle marcature nei corner in area di rigore De Rossi chiarisce: “Gli attaccanti alti te li porti in area perché sono forti di testa, se marchi a uomo magari può essere più distratto perché non è abituato a marcare, ma finché marcheremo a zona uno come Colombo ce lo teniamo. Poi se non la prende con la mano è meglio, però ha una struttura tale che può darci una mano, visto che non siamo una squadra altissima dal punto di vista dei centimetri, a parte i tre centrali e Morten Torsby”.
Il video integrale della conferenza.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




