Biffi (Assolombarda): “Puntare su innovazione e AI per migliorare la produttività e prevenire l’AI Divide”

Ottobre 13, 2025 - 20:30
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Biffi (Assolombarda): “Puntare su innovazione e AI per migliorare la produttività e prevenire l’AI Divide”

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Biffi (Assolombarda): “Puntare su innovazione e AI per migliorare la produttività e prevenire l’AI Divide”



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Durante l’Assemblea Generale 2025 di Assolombarda il Presidente Alvise Biffi presenta “ReThinking Industry”, una strategia per l’innovazione che guiderà l’attività di Assolombarda per i prossimi quattro anni. Al centro della strategia vi è “ForgIA”, un ecosistema di dati per la manifattura con un potenziale di crescita di 2,4 miliardi di euro in produttività per le PMI del territorio.

Pubblicato il 13 ott 2025



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Intelligenza artificiale, innovazione, competenze ed energia: sono queste le leve su cui lavorare per aumentare la produttività e traghettare il Paese fuori da una situazione di stallo che dura oltre un decennio: è quanto sottolinea il Presidente di Assolombarda, Alvise Biffi, nel suo primo discorso all’Assemblea generale.

E il motore propulsivo di questa fase economica, sottolinea il Presidente Biffi, è l’intelligenza artificiale (IA), in un contesto dove il più grande banco di prova è rappresentato dal ritmo del cambiamento.

“Viviamo in un’epoca in cui  ogni innovazione si misura in mesi, non più in decenni. Dove un’idea può cambiare un settore e un algoritmo  può cambiare un’economia”, sottolinea. 

Biffi mette in guardia da un incombente “AI divide”, un divario che non sarà misurato in megabyte o connessioni, ma sulla capacità di adattamento e di governare la tecnologia. 

Per affrontare queste sfide, occorre ripensare l’industria. Ed è questo il focus di “ReThinking Industry”, un accordo per l’innovazione firmato da Assolombarda, Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale per l’Industria, Italian AI Factory for Leading Innovation AI e il Politecnico di Milano e che può contare anche sulla partnership dell’Unione Industriali Torino.

La strategia si basa su 42 progetti che guideranno le attività di Assolombarda del prossimo quadriennio e che si propongono di offrire soluzioni concrete per affrontare le sfide del nostro tempo, con l’obiettivo ultimo di ripensare l’industria da protagonisti.

Cuore pulsante della strategia è il progetto “ForgIA”, un ecosistema di dati condivisi che saranno messi a disposizione per forgiare soluzioni di Intelligenza Artificiale per l’industria.

Ripensare l’industria partendo da dati e AI: il progetto ForgIA per creare un ecosistema condiviso

Per il sistema industriale, l’adozione su larga scala dell’AI generativa e agentiva, in particolare nelle piccole e medie imprese, non è una mera opzione, ma un imperativo per sbloccare il potenziale produttivo.

Assolombarda ha calcolato che una crescita del 10% della produttività nelle PMI del territorio si tradurrebbe in un incremento di 2,4 miliardi di euro di valore aggiunto, pari a una maggiore crescita di PIL di 0,8 punti percentuali per l’intera economia del
Quadrilatero.

ForgIA mira proprio a tradurre l’IA in valore tangibile per la manifattura con un impatto che, spiega Biffi, potrebbe arrivare quasi a 9 miliardi di euro, generando uno stimolo paro allo 0,4% del PIL italiano. 

“ForgIA – spiega Biffi – , sarà un ecosistema aperto, ma tutelato, basato sul principio della sovranità del dato, che permette di creare una dinamica nella quale imprese concorrenti collaborano tra loro in alcune aree strategiche, continuando a competere in altre”.

In sostanza, le imprese cooperano per sviluppare tecnologie, standard comuni, infrastrutture o mercati, mentre continuano a competere su prodotti, servizi o quote di mercato.

“Oggi, i dati sono un patrimonio dal quale dipende la competitività del nostro sistema produttivo e sono molto di più di una risorsa: sono il motore dell’innovazione e della sostenibilità nel lungo periodo. E allora le parole d’ordine che devono guidare la nostra azione sono ‘condivisione’ e ‘aggregazione’ dei dati: per anticipare i cambiamenti, per ottimizzare i processi e per rispondere con agilità alle crisi”, aggiunge. 

La nascita di questo ecosistema, spiega Biffi, consentirà di organizzare, valorizzare e rendere accessibili i dati industriali, con l’obiettivo di aumentare la produttività del sistema manifatturiero e favorire la trasformazione digitale delle imprese.

Connessioni, infrastrutture e applicazioni: come sarà strutturato l’ecosistema

Il progetto fa parte di un modello piramidale a quattro livelli, fondamentale per la competitività e per superare la frammentazione dei dati industriali.

Alla base (livello 1) si collocano le Connessioni, una rete stabile, veloce e capillare – supportata anche dagli investimenti PNRR per l’ultra-velocità – essenziale per connettere ogni macchina, linea produttiva e area del territorio, poiché senza questa base i livelli superiori resterebbero isolati. 

Il secondo livello è costituito dalle Infrastrutture, ovvero i data center necessari per immagazzinare, elaborare e proteggere i grandi volumi di informazioni. Un aseptto su cui sta concentrando i suoi sforzi anche l’Europa, con la Commissione che ha stanziato fino a 20 miliardi di euro per finanziare le “AI gigafactory”, di cui oltre 400 milioni destinati all’AI Factory italiana. 

Salendo, si trova il terzo livello, l’Ecosistema digitale vero e proprio, su cui Assolombarda sta concentrando il proprio lavoro. Questo livello funge da tessuto connettivo per i dati, dove si costruisce un “linguaggio” comune necessario per far viaggiare le informazioni senza barriere e superare la frammentazione che oggi confina ogni impresa nel proprio sistema chiuso.

Infine, al vertice della piramide (livello 4), si trovano le Applicazioni intelligenti che, poggiandosi sulla base dati consolidata, abilitano soluzioni di Intelligenza Artificiale generativa per l’industria, attivando e concretizzando la competitività.

Assolombarda, in una logica di collaborazione interregionale e interistituzionale, si assume il ruolo di coordinamento e promozione dell’iniziativa, mirando a integrare connessioni stabili, infrastrutture dati avanzate e applicazioni AI per migliorare efficienza, qualità e sostenibilità dei processi industriali. 

Legge di Bilancio: serve più coraggio e strumenti per la competitività e la crescita

Per far sì che le imprese riescano a cogliere il potenziale dell’intelligenza artificiale occorrono però anche strumenti in grado di sostenere e promuovere gli investimenti.

Per questo Biffi lancia un appello per una Legge di Bilancio più “coraggiosa”.

“Ci aspettiamo di più da parte del Governo sul fronte innovazione: è fondamentale spostare tutte le risorse possibili per generare investimenti su una partita chiave per la competitività e per la crescita. Per restituire un paragone concreto, nel 2024 il governo tedesco ha dedicato fondi alla ricerca e sviluppo per 44,9 miliardi di euro, noi appena 13,5. Questo vuol dire una spesa per abitante più che doppia, in Germania pari a 538 euro mentre in Italia di 229 euro. Dobbiamo cominciare a colmare questo gap”, spiega.

Biffi critica apertamente l’attuale direzione degli incentivi, sottolineando che, in passato, con il piano Industria 4.0, l’Italia aveva dimostrato la capacità di crescere quando gli strumenti erano semplici ed efficaci. Oggi, invece, l’impatto di Industria 4.0 si è ridotto e il Piano Transizione 5.0, pur ricco di ambizioni (con 6,3 miliardi stanziati), vede la sua forza vanificata dall’estrema complessità delle procedure: le stime indicano che il programma si chiuderà avendone utilizzati solo 3 miliardi.

“Ecco perché per la prossima legge di bilancio serve con urgenza uno strumento chiaro, con risorse vere per l’innovazione e facile da usare. Solo così le imprese potranno sprigionare il proprio potenziale e diventare più produttive”, prosegue.

Tre sono secondo il presidente di Assolombarda i punti imprescindibili per il successo della nuova misura.

“Al di là del nome che avrà, ci sono alcuni punti centrali e imprescindibili affinché la nuova misura abbia successo: che sia immediatamente applicabile, come l’originale 4.0, per evitare – come per Transizione 5.0 – mesi di ritardi, incertezze e complicazioni; con aliquote premiali almeno al 45% – valore previsto oggi solo per la configurazione più favorevole del 5.0 – perché alcune categorie di investimenti, ad esempio le soluzioni sperimentali di Intelligenza Artificiale, vanno sostenute in maniera convinta; con un ruolo centrale del software, dei servizi e dei beni immateriali, anche per sostenere lo sviluppo di applicazioni e personalizzazioni legate alle imprese del nostro territorio”, aggiunge.

Un appello a cui si aggiunge anche la voce del Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini che evidenzia come dalla Legge di Bilancio manchi proprio il termine “crescita”. Sulla scia di quanto detto nel corso del suo intervento al 40° convegno dei giovani imprenditori di Confindustria a Capri, Orsini torna a chiedere “una visione triennale e incentivi automatici”.

“Apprezzo il lavoro del Ministro Giorgetti sui conti pubblici, ma la crescita si fa con gli investimenti. Come ricordava Draghi, i soldi messi per gli investimenti sono ‘debito buono’. Tali investimenti sono cruciali per essere competitivi, specialmente ora che la Cina è pronta a inondare l’Europa con i prodotti che non esporta più verso gli Stati Uniti. Concordo con Biffi sulla necessità di un meccanismo automatico e di un focus sugli intangibili”, commenta.

La strategia del mix energetico: dalle rinnovabili al nucleare di nuova generazione

Altrettanto importante è lavorare per rimuovere i freni alla competitività delle imprese italiane: occorre quindi affrontare e risolvere il problema energetico che, allo stato attuale, rappresenta “un concreto e pericoloso squilibrio competitivo”.

Le imprese italiane, infatti, pagano l’energia fino a tre volte di più rispetto ad altre grandi economie europee. Il dato è impietoso: a settembre 2025 il costo medio dell’energia elettrica in Italia (109,08 euro/MWh) è nettamente superiore ai 34,81 euro/MWh della Francia e agli 83,51 euro/MWh della Germania.

Questo divario è dovuto al legame del prezzo elettrico europeo al costo del gas naturale, che l’Italia utilizza in misura maggiore per la produzione di elettricità, limitando di fatto la portata di qualunque innovazione.

Biffi chiede, quindi, una strategia programmatica per costruire un mix energetico che ottimizzi la competitività, la sicurezza energetica e la sostenibilità, basato sulla neutralità tecnologica.

“È urgente un approccio programmatico e sistemico di politica industriale. Una strategia che consideri tutte le tecnologie e che sia focalizzata a costruire un mix energetico che ottimizzi al meglio la competitività del Paese, la sicurezza energetica e la sostenibilità ambientale”, spiega.

Nel breve termine, è quindi fondamentale accelerare sullo sviluppo delle rinnovabili mature, come il fotovoltaico e l’eolico, superando le criticità legate ai vincoli infrastrutturali e alle lentezze autorizzative.

Nel medio-lungo periodo è invece indispensabile guardare con coraggio a tutte le tecnologie in grado di garantire un prezzo competitivo, includendo i gas verdi (biometano e idrogeno) e il nucleare di nuova generazione, oggi descritto come più sicuro e sostenibile.

Il Presidente di Assolombarda sottolinea anche l’importanza di consumare meglio attraverso l’efficientamento e l’economia circolare, citando l’esempio del recupero di calore dai data center – di cui il Quadrilatero di Assolombarda è un polo strategico – soluzione che consentirebbe un risparmio di 5,7 milioni di tonnellate di CO2 l’anno in Italia.

Competenze: il patto generazionale e l’alleanza tra imprese

Per ripensare l’industria, sottolinea Biffi, occorre però partire dalle persone. Anche su questo fronte, il presidente di Assolombarda sottolinea l’urgenza di una strategia programmata che vada oltre le misure implementate con logiche “una tantum” per offrire invece alle imprese una struttura permanente per sostenerle nell’investimento in formazione, in ricerca, nel lifelong learning.

“Dunque, il richiamo per la politica è: non basta una misura estemporanea, serve un piano nazionale strategico delle competenze, con crediti d’imposta robusti, con impegni pluriennali, in modo che le imprese possano contare su un sostegno prevedibile e duraturo come sistema Paese”, prosegue.

L’allarme sui dazi e la necessità di diversificare i mercati

Sempre su questa logica, che deve quindi andare oltre l’ottica estemporanea, deve basarsi la risposta ai dazi imposti dall’amministrazione statunitense che introducono “nuove barriere che colpiscono proprio i settori dove l’Italia è più forte e che rischiano di trasformare in zavorra ciò che dovrebbe spingerci avanti”.

L’impatto stimato nel breve periodo per le imprese italiane è di oltre 7 miliardi di euro, una perdita che, nel lungo termine, può diventare ancora più grave a causa del rischio di sostituzione dei prodotti italiani sui mercati.

Guardando al Quadrilatero di Assolombarda, sono a rischio 900 milioni di euro di vendite estere, una cifra che nel lungo periodo può quasi triplicare.

Queste stime includono anche la debolezza del dollaro sull’euro, che agisce come un “dazio implicito” per le nostre imprese.

Di fronte a questo scenario, Biffi chiede una visione chiara che vada oltre la logica dei ristori.

“È urgente investire in innovazione e qualità per rendere sempre più strategico il Made in Italy e il Made in Lombardy nelle catene globali. E occorre diversificare i mercati – dal Mercosur all’India, fino al Golfo Persico, passando dal Canada – per ridurre le dipendenze e cogliere le opportunità della nuova geografia economica”, conclude.

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