Bonus anziani 850 euro: dal 2026 più ampia la platea dei beneficiari?
lentepubblica.it
L’esperimento del bonus anziani da 850 euro, pensato per offrire un sostegno concreto agli over 80 non autosufficienti, si è rivelato meno inclusivo del previsto: per questo il Governo sta pensando di ampliare la platea dei beneficiari a partire dal 2026.
I numeri raccolti finora mostrano un quadro chiaro: la platea degli aventi diritto è nettamente inferiore a quanto stabilito dal Governo al momento dell’introduzione della misura, e il motivo non risiede nella mancanza di bisogno, bensì nei criteri di accesso estremamente rigidi.
In pochi stanno effettivamente ricevendo l’agevolazione
Secondo le rilevazioni diffuse dalla Uil Pensionati, basate su stime fornite dall’Inps, sono arrivate circa 5.000 richieste, ma soltanto il 41% ha superato la selezione iniziale. In pratica, poco più di duemila anziani ultraottantenni stanno effettivamente ricevendo l’assegno mensile destinato a favorire l’assistenza continuativa nella propria abitazione. Numeri che appaiono particolarmente contenuti se paragonati a un dato molto più ampio e significativo: in Italia sono circa 1.520.000 le persone con più di 70 anni che non sono in grado di vivere autonomamente e che già percepiscono l’indennità di accompagnamento.
A rendere il bonus poco accessibile è soprattutto un elemento: la soglia ISEE fissata a 6.000 euro. Un limite così restrittivo ha tagliato fuori moltissimi anziani che, pur trovandosi in condizioni economiche delicate, superano di poco questa cifra. Una differenza minima, spesso rappresentata da qualche euro o da piccole entrate che non cancellano la fragilità personale e familiare, è bastata a negare il diritto a un supporto essenziale.
In cosa consiste l’agevolazione?
Il bonus è stato introdotto con il decreto legislativo 29/2024 come misura innovativa e sperimentale, con l’obiettivo di creare un aiuto aggiuntivo rispetto alle prestazioni già esistenti. Si tratta di un contributo di 850 euro al mese rivolto ai cittadini ultraottantenni che necessitano di assistenza continuativa. Il provvedimento resterà in vigore fino al 31 dicembre 2026, salvo eventuali proroghe, e prevede due vantaggi significativi: l’esenzione da ogni forma di tassazione e l’impossibilità di subire pignoramenti. L’intento è quello di garantire che l’intero importo possa essere effettivamente utilizzato per sostenere i costi dell’assistenza familiare o domiciliare.
Tuttavia, la rigidità dei requisiti ha creato una sorta di paradosso. La misura è nata per sostenere una popolazione molto fragile, ma proprio i suoi criteri di selezione ne hanno limitato l’impatto sociale. Da qui la discussione interna al Governo, che sta valutando un intervento correttivo da applicare a partire dal 2026.
La proposta: ampliare dal 2026 la platea dei beneficiari del bonus anziani da 850 euro
La proposta attualmente sul tavolo punta a raddoppiare il limite di soglia ISEE per accedere al bonus, portandola da 6.000 a 12.000 euro. Un cambiamento che, se confermato, aprirebbe la porta a un numero significativamente maggiore di beneficiari.
L’aumento del limite economico permetterebbe infatti di includere moltissimi anziani che oggi vengono esclusi pur avendo bisogno di assistenza costante e non essendo in grado di permettersi un supporto privato.
Al momento, però, questo ampliamento non è ancora una decisione definitiva. La modifica compare solo come ipotesi nel documento preparatorio collegato alla Legge di Bilancio 2026. Per trasformarsi in realtà dovrà essere approvata nel testo ufficiale della Manovra oppure inserita in un altro provvedimento legislativo che confermi la volontà dell’esecutivo.
Solo in quel momento sarà possibile conoscere con precisione anche le risorse che verranno destinate all’intervento e capire se i fondi disponibili saranno sufficienti a sostenere un aumento della platea dei beneficiari.
Il dibattito politico ruota attorno a un punto cruciale: l’invecchiamento della popolazione italiana richiede politiche di sostegno sempre più ampie e strutturate. L’allungamento della vita media porta con sé un incremento costante dei casi di non autosufficienza, una condizione che crea gravi difficoltà non solo agli anziani, ma anche alle loro famiglie, spesso costrette a sostenere costi elevati per garantire un’assistenza adeguata.
Il bonus da 850 euro è un passo nella giusta direzione, ma da solo non basta a coprire le esigenze di una fascia di popolazione sempre più fragile. L’aumento della soglia ISEE potrebbe rappresentare un primo, importante correttivo in attesa di una riforma più ampia e strutturale che affronti in modo organico il tema della non autosufficienza.
Scenari futuri
Nel frattempo, le organizzazioni sindacali e le associazioni che rappresentano gli anziani continueranno a monitorare l’evoluzione della misura, chiedendo maggiore equità e inclusività. La speranza è che il 2026 segni un cambio di passo, ampliando realmente l’accesso al bonus e garantendo supporto a un numero più ampio di persone che ogni giorno combattono con le difficoltà della dipendenza fisica.
Se la proposta sarà confermata, il bonus anziani 850 euro 2026 potrebbe finalmente diventare uno strumento capace di raggiungere chi ne ha più bisogno, riducendo le disparità e offrendo sollievo a migliaia di famiglie italiane. In attesa della decisione finale, resta alta l’attenzione di cittadini, operatori del settore e realtà sociali che vedono in questa misura un tassello fondamentale nella tutela della dignità degli anziani.
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