Cia Toscana: serve regione forte che sostenga l’agricoltura
Roma, 24 nov. (askanews) – Difendere la Pac e no al Fondo unico. Per questo il 18 dicembre anche gli agricoltori della Cia Toscana saranno in piazza a Bruxelles, con oltre 5mila agricoltori e almeno mille trattori in arrivo da ogni parte del continente, per ribadire che il settore è primario per un motivo. La confederazione agricola sottolinea, però, che serve una Regione Toscana forte che sostenga il settore. A livello regionale è l’ora di mettere in pratica “Un nuovo patto per la Toscana”, il documento Cia Toscana presentato durante l’ultima campagna elettorale, e dare un’accelerata alle esigenze, alle difficoltà dell’agricoltura regionale in una fase complicata.
E’ quanto è emerso all’assemblea regionale di Cia Agricoltori Italiani della Toscana, dalle parole del presidente Cia Toscana Valentino Berni. Assemblea regionale che ha visto la presenza del presidente nazionale Cia, Cristiano Fini, dell’europarlamentare Dario Nardella, e del neo assessore all’agricoltura Leonardo Marras.
“Il settore agricolo sta vivendo una fase complicata – ha detto Berni – ma questa non è una novità purtroppo. Il taglio del budget della Pac, una politica agricola inglobata nel Fondo unico, che porterà ad una perdita del 30% delle risorse per il settore, con conseguenze catastrofiche per la produzione e per le nostre aziende agricole. Basti pensare che in Europa il 20 per cento delle aziende agricole, si porta a casa l’80 per cento delle risorse. C’è bisogno di un’agricoltura forte, innovativa, ma anche sostenibile e solidale, per il rilancio e lo sviluppo dell’economia e dei territori”.
Per questo Cia Toscana sollecita che il nuovo governo regionale operi attraverso una nuova concertazione strutturata e continuativa, al fine di adeguare tempestivamente sia le politiche e le strategie regionali, sia le iniziative nei confronti delle politiche nazionali ed europee.
Il rischio di un progressivo smantellamento della Pac dopo il 2027, delineato dal nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, appare sempre più concreto e nessuna politica Ue ha generato più stabilità della Pac. “È la politica più antica, la più solida, la più europea – ha evidenziato il presidente Cia Cristiano Fini. Ha garantito per oltre cinquant’anni sicurezza alimentare, coesione sociale, presidio delle aree interne”. Per questo motivo, la proposta della Commissione è considerata “pericolosa e miope”: trasformare la Pac post 2027 in un capitolo indistinto del QFP e tagliare le risorse del 22% indebolirebbe il settore e l’intero impianto comunitario. Il peso dell’agricoltura nel bilancio Ue crollerebbe dal 31% al 15% e solo per l’Italia significherebbe passare da 40 miliardi a circa 31, con 9 miliardi di perdita netta.
“Non è una riforma tecnica: è un cambio di paradigma. E a perderci sarebbero agricoltori, cittadini e territori – ha rimarcato Fini – Ridurre la Pac a una voce qualsiasi del bilancio significa indebolire l’Europa stessa”. “Per tutto questo serve ancora di più una Regione Toscana che faccia la propria parte e che sostenga con forza e determinazione gli agricoltori toscani” ha concluso il presidente Valentino Berni.
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