L’azzardo sconfitto a tavolino
Lanzoni, Maggioni, Agnesi e de Lillo durante la partitaUn gioco per dire che il gioco fa male. «Breaking the rules. Infrangendo le regole», appunto un gioco da tavolo: un modo intelligente e divertente per rendersi conto che chi gioca d’azzardo non vince mai.

«Breaking the rules»
E, così, a misurarsi giocando con «Breaking the rules», in una sorta di inedita conferenza stampa nella sede di Caritas ambrosiana, sono stati volti e nomi noti. Dalla scrittrice, conduttrice radiofonica e blogger alias eroina dei fumetti Claudia de Lillo, al vicario generale monsignor Franco Agnesi, passando per Germano Lanzoni (il mitico “milanese imbruttito”) e il giornalista Rai, conduttore della Domenica Sportiva, Paolo Maggioni. Tutti seduti intorno allo stesso tavolo, mentre in un altro si sono misurati l’attore Franz (del duo comico Ale&Franz) e uno dei due direttori di Caritas Ambrosiana, don Paolo Selmi: L’altra direttrice, Erica Tossani, si è invece impegnata nel terzo tavolo con alcuni operatori sociali e pastorali. Proprio perché il gioco è stato prodotto da Caritas ambrosiana e ideato dalla società di divulgazione scientifica “Taxi 1729” (con la consulenza di Michele Bellone per il game design), al fine di sottolineare le trappole dell’azzardo.

Ai giocatori, immaginati sul lastrico dopo anni di ludopatia si propone una partita (forse l’ultima…) per ricuperare un milione di euro perduto, battendo il Banco, e tentare la fortuna con “Trice”, un gioco fittizio basato su un sistema di dadi.
Tra colpi di scena e imprevisti, si combatte in media per 40 minuti con l’interessante sviluppo di una dinamica di gruppo dei giocatori che, tecnicamente, possono anche vincere, ma molto più spesso perdere. Il gioco è stato testato in primavera a “Fa’ la cosa giusta” con molto successo, costa 16 €, è acquistabile online sul sito ufficiale breaking.caritasambrosiana.it o presso la sede milanese dell’ente, in via San Bernardino 4. Uno strumento quindi alla portata di tutti, in primo luogo dei giovani, per sensibilizzare sui rischi e sui costi sociali della dipendenza patologica, comprendendo oltre fiches da 100 mila euro, dadi a tre facce, e tutto quanto occorre per la partita, anche approfondimenti matematici e psicologici per svelare le trappole di un meccanismo come l’azzardo che sempre di più sta diventando una piaga aperta della società.

«Un gioco educativo non vuol dire noioso – hanno specificato Costanza Pestalozza (Sportello dipendenze di Caritas Ambrosiana), Diego Rizzuto e Michele Bellone, in rappresentanza di Taxi 1729 -. Abbiamo pensato uno strumento non banale, non moralistico, con solide basi matematiche. Inquadrando i Qr code, presenti nella confezione da gioco, si potranno approfondire le ragioni scientifiche che stanno alla base di questa convinzione».
Il trend del gioco d’azzardo in Italia
«A Caritas e alla Chiesa stanno a cuore tutte le donne e tutti gli uomini, specialmente quelli ingiustamente feriti e già massacrati dalla storia», ha detto don Selmi, aprendo l’incontro -. La diffusione della pratica dell’azzardo è un fenomeno che in Italia ha ormai assunto dimensioni mostruose, non accennando a flettere e arrivando a minacciare salute pubblica, relazioni familiari e sociali, dinamiche dell’economia reale, equilibri finanziari». Senza considerare che la Lombardia è la prima regione per valore assoluto di giocate (anche se non per valore procapite) e che il gioco cosiddetto “pubblico”, in Italia è legale e gestito dal Monopolio di Stato.
Un’immagine rassicurante di accettazione sociale diffusa e di legalità che, tuttavia, non può far dimenticare le dimensioni del trend in atto. La raccolta in denaro con il gioco pubblico, infatti, è cresciuta a dismisura passando da 25 mld di euro nel 2004, ai 157 nel 2024 (65 di gioco fisico e 92 per l’online), con un incasso dell’erario pari a 11 miliardi e il resto a favore delle grandi società produttrici.

Insomma, si spende più in azzardo che nella spesa sanitaria (pari a 137,9 mld) con una platea di cittadini coinvolti nel fenomeno che si aggira intorno ai 18 milioni persone, di cui 1.800.000 a rischio patologia e circa 800 mila con un profilo «problematico» e\o patologico. I 157 miliardi raccolti nel 2024 sono garantiti per l’80% da persone problematiche, alcune delle quali già dipendenti. Allarmante il dilagare tra i giovani: 1.420.000 studenti italiani il 57% del totale, di cui circa il 25 % ha tra i 14 e i 17 anni, hanno giocato nell’ultimo anno.
E non è una novità che «chi rimane ingabbiato in questa rete sono i più fragili – ha detto ancora Selmi -. L’azzardo non è un gioco come un altro, non è un divertimento e in genere vince sempre il banco: si impoveriscono le persone che a loro volta si indebitano, rischiano di entrare in usura, si rovinano, si isolano, tirandosi dietro spesso tutta la famiglia. Caritas ambrosiana – che da anni è attiva in progetti e politiche di contrasto e diffusione dell’azzardo partecipando a piani locali GAP (Gioco d’azzardo patologico) con Ats, Città Metropolitana e Comune – ritiene che sia urgente e necessario continuare ad attivare politiche di prevenzione ai rischi della pratica dell’azzardo rivolte all’intera popolazione ed in particolare ai giovani, creando occasioni per educare al pensiero critico di fronte ad un’offerta sempre più smodata».
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




