Dal luglio 2023 a oggi il rigassificatore di Piombino ha ricevuto 91 navi di Gnl

Dal 4 luglio 2023 ad oggi il rigassificatore del porto di Piombino ha ricevuto 91 LNG carrier, ovvero navi specializzate nel trasporto di gas naturale liquefatto (Gnl), e prevede di utilizzare entro la fine di quest'anno il 100% della propria capacità di rigassificazione disponibile. A comunicarlo è il direttore operations di Snam Energy Terminals, Carlo Mangia, che è intervenuto in un'assemblea comunale monotematica dedicata al futuro della Italis Lnl, indetta questa mattina dal sindaco Francesco Ferrari. «Il terminal di Piombino, un asset oggi interamente italiano, è a livello percentuale il più utilizzato in Europa come Frsu e rappresenta un'eccellenza operativa», ha dichiarato Mangia, sottolineando come negli ultimi quattro anni il Gnl abbia visto crescere la propria incidenza sulla copertura dei flussi di gas in entrata nel nostro Paese, passando dal 10% del 2021 al 32% del 2025. Da gennaio a ottobre i flussi di Gnl sono aumentati a livello nazionale del 42% su base annuale e il contributo di Piombino è stato determinante. Nel 2025 sono infatti state effettuate dalla Italis Lng (ex Golar Tundra) 39 discariche da navi metaniere, quasi il 20% delle tanker loads effettuate a livello nazionale presso i cinque rigassificatori operativi.
Intervenendo alla riunione comunale - nel corso della quale si è aperto un dibattito sulla futura allocazione del terminal, che secondo quanto previsto nell'autorizzazione rilasciata a suo tempo dal commissario straordinario Eugenio Giani, dovrebbe lasciare la banchina di Piombino a luglio del 2026 - è stato il presidente dell'Autorità di sistema portuale, Davide Gariglio, a mettere sul piatto della bilancia le ricadute negative e positive che l'arrivo della Italis Lng hanno avuto sul porto.
Gariglio ha ricordato che se da una parte la sovrapposizione delle attività di rigassificazione con quelle navalmeccaniche di Piombino industrie marittime (Pim) ha limitato fortemente le prospettive di sviluppo della joint venture fra il gruppo livornese Neri e quello genovese San Giorgio del Porto - che è stata costretta a fare a meno della banchina est per il completamento delle attività di costruzione delle navi -, dall'altra ha fatto presente come l'AdSP e il cluster portuale abbiano beneficiato non poco della presenza del rigassificatore, anche e soprattutto in termini economici.
A tal proposito, il presidente della Port authority ha rimarcato come l'AdSP incassi ogni anno da Snam 590 mila euro di canone. In più, nel 2024 e 2025 i carichi di Gnl collegati all'approdo delle navi metaniere nel porto di Piombino hanno fruttato all’Autorità rispettivamente 2,18 milioni e 1,8 milioni di euro di diritti marittimi (tasse sulle merci) mentre le tasse di ancoraggio hanno fruttato nei due anni presi a riferimento 1,4 e 1,032 mln di euro.
Anche i servizi tecnico-nautici, che hanno consentito al terminal di operare in piena operatività e nel rispetto della più assoluta sicurezza, hanno generato un fatturato notevole: nel 2024 e 2025 (sino ad ottobre) le attività di ormeggio relativamente alle navi che si accostano al rigassificatore sono ammontate rispettivamente a 805 e 736 mila euro, mentre per i piloti il fatturato introitato esclusivamente per i servizi del rigassificatore è stato nei due anni di 727 e 690 mila euro. La flotta di rimorchiatori dedicata alle attività della Italis Lng, che è stata aumentata di due unità (da 2 a 4), ha invece introitato 10 mln di euro nel 2024 e 8,8 nel 2025.
Per il futuro ci sono però, secondo Gariglio, degli interrogativi da affrontare. Il primo dei quali fa riferimento al destino della banchina utilizzata oggi da Snam: secondo quanto previsto infatti dall'articolo 13 comma 5 del decreto legislativo 50/2022, gli impianti presenti sulla banchina devono essere preservati anche in caso di trasferimento della Italis Lng. Si tratta quindi di un'area strategica che non potrà comunque essere più utilizzata per le esigenze di sviluppo del porto.
Gariglio ha ricordato come sul territorio piombinese insistano oggi importanti interventi che riguardano l'area siderurgica di Piombino. Il riferimento è all'accordo di programma con la società Metinvest- Danieli, stipulato a Roma prima dell'estate, e alla rivisitazione dell'accordo con Jsw. «Tali accordi dovrebbero preludere ad un rilancio pesante dell'attività produttiva del territorio e, di conseguenza, favorire un incremento delle attività portuali, per le quali tuttavia occorrono spazi e infrastrutture idonee», ha affermato, dichiarando di aver avviato un confronto con il Governo per parlare dei necessari interventi di infrastrutturazione presenti nel Prp: che prevedono il restringimento della Darsena, la creazione di una banchina ovest e la possibilità di usare nuovi piazzali. Sono interventi per avviare i quali mancherebbe ad oggi a livello autorizzativo un decreto ministeriale tra ministero delle Infrastrutture e ministero dell'Ambiente per il nulla osta alle collegate attività di dragaggio. «Confidiamo di ricevere l'autorizzazione entro il prossimo mese», ha ammesso, rimarcando però come ad oggi manchino i fondi necessari per realizzare il nuovo layout portuale.
Così come servirebbero ulteriori risorse (circa 50 milioni di euro) per la realizzazione di nuova banchina da destinare alle attività di Metinvest: «Ci stiamo portando avanti con le attività di progettazione della infrastruttura ma non c'è la copertura economica per avviare l'opera», è l'allarme lanciato da Gariglio, per il quale tali questioni si legano ovviamente con il futuro del rigassificatore: «Abbiamo la necessità di sapere se e quanto la nave rigassificatrice rimarrà ancora in porto, perché tali informazioni impattano ovviamente sull'economia portuale e sui tempi e modi di realizzazione degli interventi di cui ho parlato», ha precisato.
In conclusione di intervento, il presidente dell'Autorità di sistema portuale ha fatto presente che «abbiamo un porto che sta servendo gli interessi nazionali del Paese dal punto di vista energetico e che si trova oggi a dover supportare anche progetti strategici per il rilancio della siderurgia nazionale. Siamo disponibili al confronto con il Governo, ma occorre che le decisioni di indirizzo politico nazionale siano tarate anche sulle esigenze di sviluppo locale. Per questo motivo - ha concluso - riteniamo sia della massima urgenza affrontare assieme al Comune e alle altre istituzioni il tema delle compensazioni».
Di certo la Regione Toscana ha le idee chiare sul (non) prolungare la permanenza del rigassificatore a Piombino, un'infrastruttura che avrebbe dovuto nascere come temporanea per affrontare il picco della crisi energetica post invasione russa dell'Ucraina, e che ora dovrebbe considerarsi superata - nella città toscana come altrove. «La Regione Toscana è contraria al prolungamento del periodo di stanziamento del rigassificatore a Piombino oltre i tre anni dell’attuale autorizzazione - ribadisce oggi il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani - Oggi al Consiglio comunale sul tema che si è tenuto in città ha partecipato in mia vece il dirigente all’ambiente Andrea Rafanelli, da me delegato perché io ero impegnato a Firenze con la seduta del Consiglio regionale ed altri appuntamenti istituzionali. Rafanelli ha espresso le dovute considerazioni tecniche, ma voglio ribadire anche la posizione politica mia e della Giunta regionale: siamo decisamente contrari al prolungamento del termine dei tre anni perché è giusto che il porto di Piombino venga liberato e che la banchina possa essere utilizzata per il rilancio dell’attività siderurgica. Il Governo attuale non ha realizzato nessuna delle misure compensative che avrebbe dovuto fare secondo quanto concordato con il Governo Draghi, che allora si rapportò con me. Di conseguenza non ci sono le condizioni, tre anni dopo, per fidarsi, anche se venissero legate all’ordinanza di autorizzazione nuove misure compensative. Invito fin d'ora il Governo a prevedere un’altra destinazione per il rigassificatore, in modo che al prossimo mese di luglio, quando scadrà l'autorizzazione, la nave sappia dove spostarsi».
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