Delitto di Garlasco, nuovo sequestro di pc e telefoni a ex carabinieri

Ottobre 26, 2025 - 04:30
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Delitto di Garlasco, nuovo sequestro di pc e telefoni a ex carabinieri

La Procura di Brescia ha disposto un nuovo decreto di sequestro probatorio nei confronti degli ex carabinieri della polizia giudiziaria di Pavia, Silvio Sapone e Giuseppe Spoto. I provvedimenti, firmati dalla pm Claudia Moregola, sono stati notificati venerdì sera intorno alle 18.30.

Contesto dell’inchiesta sul delitto di Garlasco

Il nuovo sequestro arriva dopo che il Tribunale del riesame di Brescia aveva annullato il precedente sequestro di pc, chiavette usb e smartphone, effettuato il 26 settembre. L’inchiesta riguarda l’ex procuratore aggiunto Mario Venditti, indagato per una presunta corruzione in atti giudiziari nel 2017, in favore di Andrea Sempio, nell’ambito dell’indagine sul delitto di Garlasco.

Sequestro notificato e dispositivi restituiti

Ai due ex militari, attualmente non indagati, il sequestro è stato notificato dalla Guardia di Finanza di Brescia e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, contestualmente all’ordinanza che ha restituito loro i dispositivi informatici. Le motivazioni della decisione del Tribunale del riesame saranno rese note entro 30 giorni.

Pm: “Sequestri necessari per eco mediatica indagini” 

Eco mediatica” delle indagini. Con queste parole la Procura di Brescia ha motivato la necessità e l’urgenza di un nuovo sequestro di pc e telefoni agli ex carabinieri della polizia giudiziaria di Pavia, Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, nel fascicolo per corruzione in atti giudiziari sull’ex procuratore aggiunto Mario Venditti per l’indagine archiviata su Andrea Sempio e il delitto di Garlasco nel 2017. I dispositivi erano stati restituiti ai due militari dal Tribunale del riesame di Brescia con due ordinanze di parziale annullamento le cui motivazioni sono attese entro 30 giorni ma che la pm Claudia Moregola ritiene essere state disposte per motivi di forma e difetto di motivazione e non di merito. Per questa ragione ha emesso un nuovo provvedimento d’urgenza e nel motivare meglio la necessità del sequestro probatorio parla di un’esigenza “corroborata” dalla “imponente eco mediatica” che la vicenda ha avuto nell’ultimo anno e mezzo. Un’esposizione sui medica – è il ragionamento della pm – che potrebbe permettere agli indagati (o ai non indagati, come nel caso dei due carabinieri) di interloquire per concordare versioni sui fatti. 

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