Delitto Garlasco, le accuse all’ex procuratore Venditti che scagionò Sempio e le anomalie nell’indagine

È indagato per corruzione in atti giudiziari Mario Venditti, ex procuratore di Pavia, che nel 2017 archiviò l’indagine su Andrea Sempio nel delitto di Garlasco. Da questa mattina Carabinieri e Guardia di Finanza stanno perquisendo le abitazioni di Venditti e del circuito familiare Sempio. Secondo gli inquirenti, Venditti sarebbe stato corrotto dalla famiglia Sempio per scagionare Andrea, ora coinvolto in un nuovo filone dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi.
L’accusa del pm: “Soldi per archiviare Sempio”
Nel decreto di perquisizione, firmato dalla procuratrice aggiunta Claudia Moregola e dal procuratore capo Francesco Prete, si parla di appunti manoscritti sequestrati il 14 maggio 2025 nell’abitazione dei genitori di Sempio. In essi emergerebbe che agli inizi di febbraio 2017 — in concomitanza con le prime indagini su Sempio — fu ipotizzata una somma di denaro a Venditti per ottenere l’archiviazione del procedimento. La richiesta di archiviazione fu presentata il 15 marzo 2017 e accolta dal Gip il 23 marzo 2017.
I pizzini e la perizia calligrafica
«Serve una perizia calligrafica per attribuire i pizzini a chicchessia», ha dichiarato l’avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, commentando il biglietto sequestrato il 14 maggio, nel quale si leggerebbe “Venditti gip archivia per 20‑30 euro”.
Anomalie nelle indagini a carico di Sempio
Le indagini del 2017 presenterebbero «una serie di anomalie», come omissioni nella trascrizione di passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali e «contatti opachi» con gli ex carabinieri Spoto e Sapone, oggi anch’essi indagati. Gli inquirenti citano la breve durata dell’interrogatorio e la conclusione “tranchant” delle annotazioni d’indagine, che parlavano di «completa assenza di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie».
Sempio sarebbe stato informato prima delle domande dell’interrogatorio
Secondo i pm di Brescia, dalle intercettazioni ambientali post-interrogatorio del 10 febbraio 2017, Andrea Sempio e il padre si confrontarono affermando di aver «cannato» la risposta sull’alibi e definendo gli inquirenti «dalla nostra parte». Si sostiene che Spoto si trattenne con Sempio oltre un’ora durante la notifica dell’invito a comparire, mentre Sapone, in rapporti di confidenza con Venditti, avrebbe avuto contatti con Sempio senza ragioni investigative correlate.
Omesse verifiche bancarie su movimenti anomali
Tra le irregolarità evidenziate, anche il mancato approfondimento su movimenti bancari sospetti. In particolare, non furono trascritte intercettazioni in cui Giuseppe Sempio parlava della necessità di “pagare quei signori lì” con metodi non tracciabili. Gli attuali accertamenti della Guardia di Finanza hanno fatto emergere assegni per 43mila euro versati dalle zie paterne di Sempio al fratello Giuseppe tra fine 2016 e metà 2017, oltre a prelievi in contanti per 35mila euro ritenuti anomali. In aggiunta, un assegno da 5mila euro versato a Patrizio Sempio sarebbe stato subito ritirato in contanti.
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