Leone XIV: “Il buon giornalismo è radicato nel Vangelo”

Settembre 26, 2025 - 21:00
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Leone XIV: “Il buon giornalismo è radicato nel Vangelo”

Nell’udienza alla rivista dei Gesuiti, Leone XIV si è soffermato sul ruolo della comunicazione nella complessità della società di oggi, sottolineando l’impegno a educare i lettori perché siano più consapevoli anche nel cambiare il mondo. Il Papa ha raccomandato poi di farsi voce degli ultimi e annunciatori di speranza perché il buon giornalismo aderisce al Vangelo.

Le parole del Santo Padre

Giornata particolare per il collegio degli Scrittori della “La Civiltà Cattolica”, la storica rivista dei Gesuiti, ricevuto in udienza stamane da papa Leone XIV. Il pontefice li ringrazia per il “fedele e generoso servizio” alla Sede Apostolica. Parole di gratitudine e stima per il loro lavoro che “ha contribuito – e continua a farlo – a rendere la Chiesa presente nel mondo della cultura, in sintonia con gli insegnamenti del Papa e con gli orientamenti della Santa Sede” così ha esordito nel suo intervento.  Un incontro – come ha tenuto a precisare papa Leone XIV – che “si svolge nel 175° anniversario di fondazione” della nota rivista.  “Qualcuno ha definito la vostra rivista “una finestra sul mondo”, apprezzandone l’apertura, e davvero una sua caratteristica è quella di sapersi accostare all’attualità senza temere di affrontarne le sfide e le contraddizioni” ha continuato il papa. Poi, delinea “tre aree significative” dell’operato degli scrittori de “La Civiltà Cattolica”: il primo, “educare le persone a un impegno intelligente e fattivo nel mondo”; il secondo, “farsi voce degli ultimi” e, infine, “essere annunciatori di speranza”.

L’impegno intelligente

Del primo aspetto – “educare le persone a un impegno intelligente e fattivo nel mondo” – sottolinea che ciò che viene scritto nella rivista “può aiutare i vostri lettori a comprendere meglio la società complessa in cui viviamo, valutandone potenzialità e debolezze, nella ricerca di quei “segni dei tempi” alla cui attenzione ci ha richiamato il Concilio Vaticano II”. Questo metodo, sottolinea papa Leone XIV, mette in “grado di dare apporti validi, anche a livello politico, su temi fondamentali come l’equità sociale, la famiglia, l’istruzione, le nuove sfide tecnologiche, la pace”. Per il secondo punto – “farsi voce dei più poveri e degli esclusi” – cita il predecessore, papa Francesco.  Ricorda agli scrittori della rivista le parole della Esortazione apostolica Evangelii gaudium del pontefice argentino: “C’è un segno che non deve mai mancare: l’opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via”. E per farsi portavoce degli ultimi, papa Leone XIV sottolinea, allora, che bisogna avere “una grande e umile capacità di ascoltare, di stare vicino a chi soffre, per riconoscere nel suo grido silenzioso quello del Crocifisso che dice: «Ho sete»”.

Messaggeri di speranza

Ultimo tema affrontato, essere messaggeri di speranza: “Si tratta di opporsi all’indifferentismo di chi rimane insensibile agli altri e al loro legittimo bisogno di futuro, come pure di vincere la delusione di chi non crede più nella possibilità di intraprendere nuove vie, ma soprattutto di ricordare e annunciare che per noi la speranza ultima è Cristo, nostra via. In Lui e con Lui, sul nostro cammino non ci sono più vicoli ciechi, né realtà che, per quanto dure e complicate, possano fermarci e impedirci di amare con fiducia Dio e i fratelli” sottolinea papa Leone XIV nel suo discorso. E, ricordando Benedetto XVI, “al di là di successi e fallimenti, io so che «la mia vita personale e la storia nel suo insieme sono custodite nel potere indistruttibile dell’Amore», e perciò trovo ancora e sempre il coraggio di operare e di proseguire”.

Il ricordo di Papa Francesco

Infine, il pensiero ancora a papa Francesco che in diverse occasioni aveva incoraggiato “a proseguire nel vostro lavoro con gioia, mediante il buon giornalismo, che non aderisce ad altro schieramento se non a quello del Vangelo, ascoltando tutte le voci e incarnando quella docile mitezza che fa bene al cuore”. Delinea, in ultimo, la missione della rivista: “Cogliere lo sguardo di Cristo sul mondo, coltivarlo, comunicarlo, testimoniarlo”.

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