I 3 trucchi di ricamo di mia nonna: mi ringrazierai quando li scoprirai

Ottobre 25, 2025 - 16:00
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I 3 trucchi di ricamo di mia nonna: mi ringrazierai quando li scoprirai

Quando ero bambina guardavo mia nonna ricamare come si guarda un piccolo incantesimo. Seduta vicino alla finestra, con la luce del pomeriggio che si rifletteva sul ditale d’argento, sembrava che ogni gesto avesse una logica invisibile.

Il filo passava nella stoffa con una calma che non avevo mai visto in nessun’altra cosa, eppure dietro quella lentezza c’era precisione, ritmo, intuizione. Mi affascinava il modo in cui riusciva a trasformare oggetti comuni in strumenti perfetti, come se non servissero macchine o accessori costosi per creare qualcosa di bello. Bastava un mestolo, due spilli o una matita per tirare fuori un piccolo miracolo di creatività. Solo anni dopo ho capito quanto quei gesti fossero intelligenti.

Lei non chiamava mai “trucco” ciò che faceva, lo considerava semplicemente il suo modo di arrangiarsi, di rendere tutto più semplice e preciso. Eppure in ogni sua idea c’era una soluzione geniale, nata dall’esperienza e da quella manualità che oggi si sta un po’ perdendo. Me li ha insegnati quasi per gioco, con la pazienza di chi sa che la conoscenza passa meglio attraverso le mani che attraverso le parole. Adesso, ogni volta che prendo ago e filo, quei tre metodi tornano come un riflesso automatico, e mi accorgo di quanto siano ancora attuali, anche in un mondo pieno di tutorial e strumenti digitali.

Idee di cucito con oggetti di casa: dal mestolo agli spilli

Il primo metodo che mi ha insegnato era quasi poetico nella sua semplicità. Mi mostrò un mestolo scolapasta, quello classico di metallo con i fori rotondi, e mi spiegò che ogni buco poteva diventare il punto di partenza per un ricamo floreale perfetto. Appoggiava la parte traforata sulla stoffa e con una matita segnava i fori che voleva usare.

Da lì nasceva il disegno dei petali, ordinato ma naturale, come un fiore appena sbocciato. Poi toglieva il mestolo e iniziava a cucire, seguendo i puntini tracciati, senza fretta, unendo ogni punto all’altro fino a far comparire la forma. Io la osservavo e capivo che quella precisione non era tecnica, era osservazione: aveva imparato a guardare gli oggetti in modo diverso, a cogliere la loro utilità oltre lo scopo per cui erano stati pensati.

Matita e filo di cotone
Idee di cucito con oggetti di casa: dal mestolo agli spilli – foto YT @sultanınoyuncakatölyesi – sfilate.it

Il secondo trucco era ancora più sorprendente. Usava una semplice matita, una di quelle con la vernice consumata dal tempo, e la infilava nella stoffa solo per creare una base intorno a cui far girare il filo. Faceva ruotare l’ago intorno al legno con movimenti regolari, finché si formava una piccola spirale di fili che poi, sfilata la matita, diventava il centro di un fiore perfetto.

Sembrava una magia: il filo si disponeva da solo, come se sapesse dove andare. Mi diceva sempre che quel passaggio serviva a dare corpo al ricamo, a renderlo vivo. E ogni volta che provo a rifarlo, penso a come quella matita — oggetto banale e dimenticato — fosse per lei lo strumento per dare forma a qualcosa di delicato.

Fiocchetto ricamato
Il potere terapeutico del ricamo e della lentezza – foto YT @sultanınoyuncakatölyesi – sfilate.it

Il terzo metodo, invece, mi faceva ridere perché sembrava un gioco di equilibrio. Piantava due spilli vicini sulla stoffa, come due piccoli pali, e poi avvolgeva il filo intorno, più volte, fino a creare una sorta di asola stretta. Quando la toglieva, la sistemava con un piccolo punto e quella curva diventava un fiocchetto perfetto, simmetrico, con le estremità leggere come nastri veri.

Mi spiegava che serviva per decorare lenzuola o centrini, ma a me piaceva l’idea che da due spilli potesse nascere un ornamento così preciso. Quel gesto racchiudeva tutta la sua filosofia: la bellezza non sta negli strumenti, ma nel modo in cui li usi.

Ripensandoci, quei trucchi non sono solo utili per chi ama il ricamo, ma raccontano un modo diverso di stare al mondo. Ogni oggetto, anche il più semplice, può diventare uno strumento di creatività. Ogni gesto può insegnare pazienza e precisione, due qualità che spesso dimentichiamo. Quando ricamo con i suoi metodi, non mi interessa solo il risultato.

Mi interessa il processo, la lentezza, il rumore del filo che scorre nella tela. Ed è bello sapere che, tra ago e filo, un po’ di quella saggezza domestica continua a passare di mano in mano.

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