Intervista con Lucia Mascino: “Fiducia e gratitudine sono una porta verso la felicità”

“E’ un personaggio a tutto tondo, da un lato sembra molto forte, dall’altro è dolce, sensibile ed è bello poter raccontare una donna che si discosta dai soliti cliché”. Lucia Mascino è un’attrice appassionata, capace di entrare in profondità nei ruoli che riveste, sia leggeri che intensi, restituendone in modo vivido tutte le sfumature. Dopo aver preso parte a tanti progetti di successo, è protagonista insieme a Cristiana Capotondi di “La ricetta della felicità”, con la regia di Giacomo Campiotti, in onda da giovedì 25 settembre in prima serata su Rai 1, coprodotta da Rai Fiction e Stand by me.
Nella serie Lucia Mascino interpreta Susanna Niccolai, una romagnola doc, coetanea di Marta (Cristiana Capotondi), è una donna schietta ma sempre umana e con un solido senso etico, che gestisce la stazione di servizio con piadineria di famiglia e non si tira indietro di fronte a nulla, dai conti della spesa alla riparazione dei motori come meccanico. Mamma single, ha una figlia, Asia (Emma Benini), che adora ma che non capisce, un fratello carabiniere con il quale va d’accordissimo, un padre inaffidabile che la fa penare.
Lucia Mascino con il cast di “La ricetta della felicità” – credit foto Agnese Garrone
Lucia, nella serie “La ricetta della felicità” interpreta Susanna, cosa può raccontarci a riguardo?
“È una donna che ha cresciuto da sola una figlia e si trova a gestire con il fratello Giacomo (Eugenio Franceschini) e il padre Giovà (Andrea Roncato), probabilmente perché sua mamma è mancata, questo luogo ibrido, una stazione di servizio a metà tra una piadineria romagnola, un’officina meccanica e una pompa di benzina. Lei è il capo e oltre alla sua famiglia c’è anche quella di Ornella (Valentina Ruggeri) che è la cuoca della piadineria, quindi è una vera e propria comunità. Susanna ha un carattere abbastanza sanguigno, energico, forte, è abituata a cavarsela da sola anche perché il padre gioca a carte, combina guai, è come un ragazzino. E’ un personaggio molto bello, la vediamo con la tuta da meccanico, ma al contempo ha anche un modo giocoso e affettuoso di porsi con la figlia. Se fosse stata protagonista di una serie americana sarebbe stata perfetta per essere interpretata da Frances McDormand”.
Come si è avvicinata a questo personaggio così sfaccettato?
“I personaggi vanno avvicinati piano piano. Leggendo alcune battute capisci un aspetto, poi quando fai la prova costume inizi a vederli anche esteticamente, infine arriva il modo di parlare. C’è voluto un po’ di tempo per entrare nei panni di Susanna. Il regista mi ha aiutato anche a capire come dosare l’accento romagnolo per non farlo sembrare fuori luogo. E’ stato davvero un incontro molto interessante con questo personaggio”.
Che cosa le ha regalato questo incontro ravvicinato con Susanna?
“Innanzitutto mi piaceva avere a che fare con l’officina meccanica che era davvero reale e poi ho amato l’incontro con gli altri personaggi, attraverso questo filtro di autenticità rappresentato dal punto di vista di Susanna, una donna che ti guarda con una piccola diffidenza iniziale ma che ha voglia di far amicizia. Il gruppo di lavoro poi è stato veramente affettivo. Inoltre non mi capitava da tempo di recitare in una serie con una doppia natura, che avesse cioè una componente non solo leggera, ma anche di pancia, in cui entrano in gioco sentimenti veri, con momenti di commozione, di preoccupazione. E’ una commedia sentimentale, dove tutto viene mosso dall’amicizia tra Marta e Susanna”.
Lucia Mascino e Cristiana Capotondi in “La ricetta della felicità” – credit foto Agnese Garrone
Per la prima volta ha lavorato con Cristiana Capotondi …
“E’ stato bello conoscere Cristiana, con cui non avevo ancora avuto modo di recitare. E’ una grandissima professionista, molto rispettosa del lavoro degli altri, e abbiamo instaurato un’amicizia in parallelo a quella dei nostri personaggi. Siamo molto distanti all’apparenza ma piano piano, giorno dopo giorno, sono successe delle cose belle, anche lavorativamente. E’ una serie corale, in cui intorno alle due protagoniste ruotano tanti altri personaggi, tra cui Rosa, la suocera di Marta, interpretata da Valeria Fabrizi, e Giovà, il padre di Susanna, a cui dà il volto Andrea Roncato”.
Valeria Fabrizi, tra l’altro, ha detto che, se fosse stata più giovane d’età, tra i personaggi della serie le sarebbe piaciuto interpretare proprio Susanna …
“Non lo sapevo (sorride) … In effetti come dicevo prima Susanna è un personaggio a tutto tondo, che può permettersi di dire delle cose forti a suo padre, di sgridarlo, ma poi si infila nel letto con sua figlia per coccolarla se è triste. Da un lato sembra molto forte, chiusa, tosta, ruvida, dall’altro è dolce, sensibile. Susanna, con indosso la sua tuta da meccanico, mi ha fatto pensare a “Pomodori verdi fritti alla fermata del treno”. Raccontiamo sempre le donne con tanti clichè ma nella realtà ce ne sono tantissime che escono dalla canonicità. Bisogna ringraziare chi ha pensato di scrivere il personaggio in questo modo”.
L’amicizia e la solidarietà femminile sono tra i temi che emergono dalla serie. Quanto sono importanti questi valori per lei nella vita di tutti i giorni?
“Per me sono importantissimi. Ho sempre creduto alla solidarietà femminile e penso che non sia contro nessuno. In adolescenza per esempio avevo solo amici maschi per cui conosco perfettamente e mi piace il gioco che si può avere con entrambi i sessi. E’ anche vero che tra donne si condividono alcune cose pratiche, dovute non tanto alla natura, ma che avvengono in una cultura di patriarcato e che ci rendono vicine, in quanto c’è un mondo da cambiare da questo punto di vista. Io ripeto sempre che il femminismo è la miglior battaglia, la più entusiasmante che possono fare gli uomini e le donne per modificare questo sistema. La solidarietà femminile è una bellissima risorsa. Non mi piace però quando diventa esclusiva, perché credo che esista una parte maschile e una femminile dentro ognuno di noi”.
Lucia Mascino e Cristiana Capotondi in “La ricetta della felicità”
C’è una battuta nella prima puntata della serie in cui Susanna dice “il coraggio è alzarsi dal letto quando pensi di non farcela”. Quanto è concorde con questa affermazione?
“Sono d’accordissimo. Quando ero adolescente mio papà mi ripeteva che la vera forza è quando stai in ginocchio perché devi trovare il coraggio per rialzarti. Nel caso di questa storia c’è un momento di grande difficoltà vissuto da Marta, Susanna e anche da Ornella e vedremo come queste tre donne riusciranno a superarlo insieme, perchè quando sei disarmato forse sei più disposto a incontrare gli altri, a metterti nei panni dell’altro, a confrontarti, abbandonando il pregiudizio. All’inizio Susanna pensa che Marta sia un po’ snob, che abbia una vita facile, invece poi capisce che è una donna in difficoltà come lei, così smette di guardarla da fuori e le porge la mano”.
Nella sua carriera ha interpretato tante donne con sfumature diverse, quali sono i tre personaggi che le hanno dato qualcosa in più a livello emotivo?
“Innanzitutto Chiara di “Una mamma imperfetta” perché mi è piaciuto scoprire che quelle mille domande che io stessa mi pongo potevano diventare un racconto ed essere condivise da tante persone. Questa serie, diretta da Ivan Cotroneo, poi mi ha permesso di giocare in scena, di usare la spontaneità, è stato un bel progetto. Il secondo personaggio è Claudia del film diretto da Francesca Comencini “Amori che non sanno stare al mondo”, perché mi ha costretta a fare i conti con una parte di grande emotività e sono uscita da quel set quasi innamorata, non so bene di che cosa, ma al contempo trafitta, e mi è rimasto nel cuore. La terza donna è Fräulein dello spettacolo teatrale “Fräulein – Una fiaba d’inverno” con la regia di Caterina Carone. Era una montanara zitellona, ruvida ma dolce. E poi c’è anche un altro personaggio a cui sono molto legata: Vittoria Fusco de “I delitti del BarLume””.
Un’interpretazione per cui ha ricevuto recentemente anche il Premio Kinéo come miglior attrice di una serie nell’ambito dell’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia …
“E’ un bel personaggio ed è forse quello più lontano da me, in quanto Vittoria è una donna molto decisa. Ho vestito i suoi panni per così tanto tempo che mi ha trasmesso una grande forza e ogni tanto posso usarla anche nella vita, nel senso che ha fatto emergere un aspetto più autorevole di me”.
Lucia Mascino ne “Il Se(n)no” – credit foto Serena Serrani
Quali sono i prossimi progetti in cui la vedremo protagonista?
“A novembre uscirà nelle sale “Anna”, il film di Monica Guerritore che racconta Anna Magnani e che verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma. Io interpreto l’agente della Magnani, Carol Levi. Ho fatto poi una piccola partecipazione nel nuovo film di Chiara Malta, al cinema a dicembre. A teatro invece riprenderò due spettacoli, “Il Se(n)no” e “Amleto²”. Il primo è un monologo con la regia di Serena Sinigaglia, in cui vesto i panni di Tessa, una psicoterapeuta che ragiona sull’identità femminile e sulla sua manipolazione da parte dei media. E’ un altro personaggio a cui sono legata ed è molto intrigante portarlo in scena. E’ uno spettacolo in difesa delle bambine e delle ragazze, ed è molto attuale come tema. Non è un testo facile però in questo momento storico, in cui tutto va a rotoli, sento anche il bisogno di sposare questo tipo di progetti. Non sono un’attivista, non riesco a fare delle azioni significative per il mondo, ma posso parlare di un argomento importante attraverso il teatro. “Amleto²” è invece uno spettacolo di Filippo Timi che portiamo in giro per l’Italia da tanti anni. Con noi in scena ci sono anche Marina Rocco, Gabriele Brunelli, Elena Lietti.
Nel frattempo, inoltre, ho dato voce all’audiolibro “Anna della pioggia” di Michela Murgia e ne sono felice perchè per me lei è stata veramente un riferimento costante. Infine ho iniziato le riprese in Toscana di una commedia molto carina. E’ un genere in cui ultimamente mi trovo spesso a lavorare (sorride). Ho cambiato talmente tanto personaggi e anche linguaggi nel corso della mia carriera, sono passata dal teatro classico a quello sperimentale, dal cinema d’autore ai film di Aldo, Giovanni e Giacomo e ho confuso tutti, non mi si identifica bene”.
Qual è la sua ricetta della felicità?
“Non ho la ricetta perchè è impossibile crearla, nessuno l’ha ancora scoperta, però ho qualche ingrediente. Innanzitutto mettersi in ascolto di se stessi e dar voce ai propri sentimenti, avere poi dei rapporti autentici e ogni tanto anche qualche sorpresa dalla vita che ti fa sperare che possano accadere delle cose belle. Fiducia e gratitudine sono una bella porticina verso la felicità, sono un’iniezione di bellezza. Esistono vari tipi di felicità, quella corposa e quella di passaggio che è anch’essa un’apertura verso quello che verrà. La ricetta prevede poi tanti altri ingredienti come amare, essere amati, poter incontrare persone simili, avere la libertà di crescere, di formarsi, di trovare il tuo demone che potrebbe essere il tuo talento e lasciarlo brillare”.
di Francesca Monti
Si ringrazia Cristiana Zoni
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