Problemi su click day bonus elettrodomestici 2025: ennesima pantomima?
lentepubblica.it
Oggi, martedì 18 novembre, alle ore 7 in punto, è scattato il tanto atteso “click day” per richiedere il bonus elettrodomestici 2025: ma purtroppo sono stati tantissimi i problemi segnalati da diversi utenti.
Un momento atteso da migliaia di italiani: un voucher statale fino a 200 euro per sostituire vecchi elettrodomestici con modelli ad alta efficienza energetica. Ma anziché essere una corsa lieta all’incentivo green, la giornata si è trasformata rapidamente in un incubo digitale, con segnalazioni di malfunzionamenti sull’app IO e potenziali ingiustizie sul raggiungimento dei fondi.
Problemi tecnici da subito
Secondo quanto riferiscono numerosi utenti, l’avvio delle domande è stato segnato da problemi tecnici. Fin dalle prime ore del mattino, l’app IO — il canale digitale imposto per inoltrare la richiesta — ha mostrato segni evidenti di malfunzionamento: molti non sono riusciti ad accedere all’applicazione o, una volta entrati, si sono trovati davanti un messaggio che recita “C’è un problema temporaneo, riprova”, proprio nella sezione “Servizi” dove si trova la domanda per il bonus.
Il crash dell’app sembra essere il frutto di un classico sovraccarico: troppe persone che, contemporaneamente, hanno cercato di compilare la domanda. Non sorprende, considerando che i fondi stanziati sono limitati: appena 48,1 milioni di euro sono disponibili per l’intera misura.
Gli elementi che complicano il quadro
Il bonus è stato pensato con le migliori intenzioni: favorire il risparmio energetico, sostituire apparecchi obsoleti e promuovere la sostenibilità.
Il contributo copre fino al 30% del prezzo d’acquisto, con due soglie a seconda dell’ISEE: 100 euro per chi ha un ISEE generico, 200 euro per chi è sotto i 25.000 euro.
Le domande dovevano essere presentate tramite l’app IO o sul sito dedicato bonuselettrodomestici.it, autenticandosi con SPID o Carta d’Identità Elettronica. Il voucher ottenuto, una volta approvato, è spendibile entro 15 giorni presso i rivenditori convenzionati.
Tutto chiaro sulla carta. Ma nella pratica, il meccanismo è saltato: l’infrastruttura informatica non ha retto l’ondata di accessi, e molti cittadini si sono ritrovati esclusi o bloccati.
Il punto debole: infrastruttura e progettazione
Non è la prima volta che un incentivo pubblico eroga fondi con un “click day”: è una modalità che da tempo solleva critiche. Trasforma la concessione di risorse in una corsa al millisecondo, dove chi è più rapido — o fortunato — ha la meglio. Ma soprattutto, evidenzia come i sistemi digitali statali non siano sempre pronti a gestire picchi di domanda.
Sul nostro portale abbiamo già evidenziato in queste settimane problemi analoghi, come ad esempio i disservizi nella piattaforma per i passaporti online che rendono difficile prenotare un appuntamento. Allo stesso modo, si sono segnalate difficoltà procedurali anche nelle procedure per rilascio e prenotazione della carta d’identità elettronica. Tutto ciò dipinge un quadro più ampio: non si tratta solo di un bonus, ma di una fragilità strutturale nei servizi digitali pubblici.
Chi paga il prezzo più alto
Il malfunzionamento dell’app non è solo un fastidio tecnico: può tradursi in un’ingiustizia sociale. Chi non riesce a compilare la domanda per tempo rischia di restare escluso, nonostante abbia pieno diritto al beneficio. E considerando che i fondi sono limitati e assegnati in base all’ordine di arrivo, chi subisce un crash rischia di trovarsi fuori gioco anche se soddisfa tutti i requisiti.
Inoltre, il vincolo dell’utilizzo del voucher entro 15 giorni mette ulteriormente pressione sui beneficiari. Se l’app non funziona correttamente, come si fa a generare il codice per lo sconto? E se quel codice scade, lo Stato riesce a recuperare la cifra e destinarla ad altri? Non è chiaro.
Bisogna ascoltare i cittadini
Da parte governativa non mancano dichiarazioni ufficiali: il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha promosso l’agevolazione, ha incaricato PagoPA di gestire la piattaforma, mentre Invitalia si occupa dell’istruttoria. Ma la frattura tra annunci e realtà è evidente: il sistema digitale appare riscaldato, ma non scalabile.
Gli utenti chiedono risposte. Alcuni suggeriscono che il problema non sia soltanto tecnico ma organizzativo: se le risorse vengono esaurite in pochi minuti a causa di problemi di accesso, lo Stato non sta garantendo il principio di equità.
LentePubblica, nella sua copertura, mette in guardia proprio su questo punto: iniziative digitali molto ambiziose rischiano di fallire se l’infrastruttura non è all’altezza. Se il cittadino medio non riesce a collegarsi, l’obiettivo sociale dell’incentivo — favorire chi ha bisogno — viene vanificato.
Il modello del click day rischia di essere un fallimento?
Alla luce dei disservizi di oggi, è lecito chiedersi se c’è una vera strategia per evitare che misure simili tornino a essere una “frittata digitale”. Serve più che mai una riflessione: non basta lanciare incentivi virtuosi, bisogna anche garantire un accesso stabile, sicuro e inclusivo. Non è accettabile che un’azione pensata per aiutare i cittadini finisca per penalizzare chi ha problemi di connessione, chi non ha familiarità con l’app, o addirittura chi è semplicemente sfortunato nel mix del sovraccarico.
Questo episodio potrebbe diventare uno spartiacque: o si rivede il modello del click day, oppure gli incentivi rischiano di trasformarsi sempre più spesso in occasioni perse, promesse non mantenute.
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