Sciopero Lavoratori CONSAP 7 Novembre 2025: esplode la protesta
lentepubblica.it
Consap, continua il malessere dei dipendenti e dietro la facciata dell’efficienza c’è un’azienda in crisi di fiducia: per questo motivo i sindacati hanno proclamato uno sciopero che ha avuto luogo nella giornata di oggi, venerdì 7 novembre 2025.
Dietro i numeri di bilancio e i comunicati ufficiali che parlano di “risultati straordinari” e “obiettivi raggiunti”, si nasconde un’altra realtà, ben diversa, che in questi mesi è emersa con sempre maggiore forza dalle voci dei lavoratori di Consap S.p.A., la società pubblica controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Un malessere profondo, sedimentato nel tempo, che ha portato le principali sigle sindacali – First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca – a scendere in piazza ancora una volta oggi, 7 novembre, per chiedere ascolto e rispetto.
Le proteste dei dipendenti non sono nate dal nulla. Già nel maggio del 2024 si erano registrati scioperi e mobilitazioni per denunciare una gestione aziendale percepita come chiusa e distante.
Ma, a distanza di più di un anno, nulla sembra essere cambiato. Le relazioni interne rimangono tese, i canali di dialogo tra azienda e rappresentanze dei lavoratori praticamente inesistenti. E ora la pazienza dei dipendenti sembra essere giunta al limite.
Un dialogo interrotto
Al centro della contestazione c’è un’accusa chiara: l’assenza di confronto. Le organizzazioni sindacali parlano di un management che, negli ultimi anni, avrebbe deliberatamente escluso le parti sociali da ogni forma di interlocuzione, preferendo imporre regole e politiche aziendali considerate in contrasto con il contratto collettivo nazionale del settore assicurativo (CCNL ANIA).
In questo clima di chiusura, si inseriscono altri problemi strutturali che pesano sulla quotidianità dei lavoratori: carenza di personale, trasferimenti decisi senza preavviso, repentine riorganizzazioni interne che, secondo molti dipendenti, non tengono conto né delle competenze né delle esperienze maturate. A farne le spese, spiegano i sindacati, è la serenità dell’ambiente lavorativo, descritto come sempre più teso, segnato da timori diffusi e da un crescente senso di sfiducia.
Le rivendicazioni: dignità e trasparenza
Il punto di non ritorno, per molti, è stato raggiunto quando anche le richieste più basilari sono rimaste senza risposta. Le sigle sindacali denunciano da tempo la riduzione dei buoni pasto, una gestione opaca dei premi di rendimento, riconosciuti solo alla metà del personale, e una mancata chiarezza sui regolamenti interni che riguardano ferie, prestiti e permessi.
I lavoratori chiedono la riapertura del tavolo sul Contratto Integrativo Aziendale (CIA), fermo da oltre un anno, e pretendono che la società torni a discutere apertamente delle condizioni di lavoro, come previsto dalle norme e dalle buone pratiche di gestione del personale.
La protesta del 7 novembre 2025: sciopero dei lavoratori CONSAP
La nuova manifestazione, indetta unitariamente per venerdì 7 novembre davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, rappresenta il culmine di mesi di tensioni irrisolte. L’obiettivo, spiegano le sigle, è “dire basta” a una gestione definita incomprensibile, che avrebbe provocato gravi squilibri interni e una progressiva disaffezione dei dipendenti.
Tra le accuse più pesanti rivolte all’azienda spiccano le presunte violazioni del contratto collettivo, le forzature sul lavoro agile, con direttive interne che ridurrebbero drasticamente lo smart working – nonostante le certificazioni di sostenibilità e i traguardi vantati nei report pubblici – e comportamenti punitivi verso lavoratori che usufruiscono di permessi previsti dalla legge, come quelli legati all’assistenza di familiari disabili o alla donazione del sangue.
“Arrivano lettere di richiamo per situazioni perfettamente regolari – denunciano i sindacati –. È un modo di gestire il personale che genera paura e mina la serenità di chi lavora.”
Qui trovate il comunicato con la nota dei sindacati che proclamano lo sciopero.
Qui di seguito invece trovate alcune foto del presidio avvenuto oggi pomeriggio.
Regole che diventano barriere
A pesare ulteriormente sul clima aziendale sono i numerosi regolamenti interni introdotti negli ultimi anni, giudicati “repressivi” più che organizzativi. Norme e circolari che, secondo i rappresentanti dei lavoratori, vengono applicate senza coerenza e che sembrano avere il solo effetto di ridurre la libertà e la fiducia all’interno dell’ambiente di lavoro.
Alcuni casi emblematici raccontano di dipendenti spostati da un giorno all’altro in reparti completamente diversi, talvolta assegnati a mansioni di minore responsabilità dopo decenni di servizio. “Non si tratta di semplici riorganizzazioni – spiegano dai sindacati – ma di veri e propri declassamenti che umiliano le professionalità costruite in anni di esperienza.”
A ciò si aggiunge la decisione di ridurre il personale esterno con un anno di anticipo rispetto alla scadenza contrattuale, nonostante collaborazioni giudicate impeccabili. Scelte che, denunciano i rappresentanti sindacali, rischiano di compromettere la piena operatività della società.
Esternalizzazioni e contraddizioni
Un altro tema controverso riguarda la crescente esternalizzazione di servizi interni, come la gestione delle buste paga, decisa – dicono i sindacati – senza una chiara logica economica. Una scelta che, unita alla nomina di nuovi dirigenti arrivati da pochi anni, alimenta la sensazione di un’azienda che perde il proprio baricentro, disattendendo le stesse regole di trasparenza e merito che afferma di seguire.
Le contraddizioni non mancano: da un lato, la dirigenza esalta pubblicamente i risultati ottenuti, elogiando l’impegno dei dipendenti; dall’altro, rifiuta di riconoscere quanto previsto dal contratto integrativo, distribuendo bonus senza criteri trasparenti.
Anche sul fronte dei prestiti al personale emergono criticità. Mentre Consap si presenta come un attore pubblico impegnato a favorire il credito ai giovani, all’interno – denunciano le rappresentanze – si approvano regolamenti che rendono discrezionale la concessione dei prestiti ai propri dipendenti, privando di fatto molti lavoratori di un diritto previsto dal contratto.
Giovani in fuga e fiducia ai minimi
A pagare le conseguenze di questo clima, spiegano i sindacati, sono soprattutto i più giovani. Crescono le dimissioni volontarie, spesso di nuovi assunti che, dopo pochi anni, scelgono di andarsene. “È un segnale allarmante – osservano i rappresentanti – perché un’azienda pubblica che perde i suoi talenti più freschi perde anche futuro e competenze.”
La mancanza di percorsi di carriera, sia professionale che economica, contribuisce ad alimentare la frustrazione: funzionari con esperienza ventennale vengono impiegati in attività marginali, privati di qualsiasi riconoscimento per il lavoro svolto.
Un equilibrio fragile
Il malessere che attraversa Consap non riguarda solo i rapporti sindacali, ma mette in discussione la credibilità stessa dell’ente. Se il dialogo continuerà a mancare e le tensioni non troveranno uno sbocco costruttivo, il rischio è quello di una frattura irreversibile.
I lavoratori lo dicono chiaramente: non vogliono uno scontro sterile, ma un cambio di passo. Vogliono tornare a essere parte attiva di un’azienda che, per missione, gestisce funzioni di interesse pubblico e dovrebbe essere un modello di correttezza e trasparenza.
La manifestazione del 7 novembre sarà, per molti, un banco di prova. Un momento in cui i dipendenti di Consap alzeranno la voce non solo per difendere i propri diritti, ma per chiedere – con forza – di restituire dignità e umanità a un luogo di lavoro che rischia di perdere il suo spirito originario.
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