Tunisia: l’interconnessione energetica con l’Italia Elmed è tra gli assi del Piano di sviluppo al 2030

Dicembre 3, 2025 - 02:00
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Tunisia: l’interconnessione energetica con l’Italia Elmed è tra gli assi del Piano di sviluppo al 2030

Per consolidare la sovranità energetica, la Tunisia punta a incrementare la quota delle energie rinnovabili, valorizzare le risorse nazionali, migliorare l’efficienza energetica e sviluppare il progetto di interconnessione elettrica tra il paese nordafricano e l’Italia, Elmed. È questo uno degli assi del Piano di sviluppo nazionale della Tunisia per il periodo 2026-2030, esaminato oggi dal Consiglio dei ministri tunisino presieduto dalla prima ministra Sarra Zaafrani Zenzri al Palazzo del governo alla Kasbah. Elmed prevede la realizzazione di un elettrodotto sottomarino lungo circa 220 chilometri, di cui 200 in mare aperto attraverso il Canale di Sicilia, con una capacità di trasporto di 600 megawatt in corrente continua a 500 kilovolt. Il collegamento unirà la stazione di conversione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, con quella tunisina in fase di costruzione a Mlaabi, nella penisola di Capo Bon.

Tornando al programma di sviluppo, gli altri pilastri intorno a cui ruota l’azione dell’esecutivo di Tunisi sono: il rafforzamento dell’inclusione sociale e la protezione delle fasce vulnerabili, migliorando qualità dei servizi pubblici, occupazione giovanile e copertura sociale; riduzione delle disparità regionali, tramite investimenti nelle infrastrutture e nello sviluppo integrato dei territori meno avvantaggiati; promozione di un modello economico sostenibile, che includa il rilancio degli investimenti, l’aumento della produttività agricola grazie alle tecnologie moderne, lo sviluppo delle filiere industriali e l’integrazione del settore informale.

Il governo punta inoltre a costruire la sicurezza idrica, attraverso una gestione più efficiente delle risorse, il ricorso a fonti non convenzionali e la diffusione dell’agricoltura “intelligente”; accelerare il processo di trasformazione digitale, digitalizzando i servizi pubblici, estendendo la connettività ad alta velocità, sostenendo la digitalizzazione delle imprese e adottando una strategia nazionale per l’intelligenza artificiale; modernizzare il settore industriale, puntando su tecnologie pulite, decentralizzazione produttiva, ricerca e innovazione, oltre che sulla creazione di nuove zone industriali integrate. Da qui al 2030, il governo intende infine facilitare l’accesso ai finanziamenti, migliorando gli equilibri macroeconomici, aumentando il risparmio nazionale, mobilitando risorse agevolate e verdi, promuovendo il partenariato pubblico-privato e l’inclusione finanziaria.

Aprendo la riunione odierna, la premier tunisina ha sottolineato che “la preparazione del Piano è stata preceduta da una serie di consultazioni con i consigli locali, regionali e dei distretti, che hanno concluso i loro lavori contribuendo in modo determinante alla definizione delle priorità progettuali”. In linea con l’impostazione voluta dal presidente della Repubblica, Kais Saied, il nuovo Piano di sviluppo adotta per la prima volta un approccio “dal basso verso l’alto”, fondato su una nuova visione partecipativa che parte dal livello locale, passa da quello regionale e distrettuale e arriva a quello nazionale, spiega la presidenza del governo di Tunisi in un comunicato stampa. Tale metodo, secondo la premier, risponde alle “esigenze reali dei cittadini e dovrebbe favorire una maggiore integrazione economica e sociale tra le regioni, oltre a superare definitivamente le politiche precedenti”, ritenute responsabili di squilibri sociali, economici, ambientali e istituzionali. Durante il Consiglio, il ministro dell’Economia e della pianificazione, Samir Abdelhafidh, ha illustrato lo stato di avanzamento dei lavori, evidenziando le principali problematiche emerse dai consigli territoriali – di natura sociale, economica, ambientale e istituzionale – e le riforme proposte per rilanciare le economie locali e regionali, rafforzare l’inclusione sociale, migliorare la situazione ambientale e consolidare il quadro normativo e istituzionale.

Il titolare dell’Economia tunisina ha inoltre presentato i contenuti principali del Piano e le sfide centrali del prossimo quinquennio, che riguardano soprattutto il settore sociale, la trasformazione digitale, la riduzione dei divari territoriali, la transizione energetica e le esigenze di finanziamento. La prima ministra Sarra Zaafrani Zenzri ha ribadito che il Piano di sviluppo 2026-2030 “non rappresenta solo un documento economico, ma un vero e proprio snodo nazionale” che definisce le orientazioni politiche della prossima fase, conformemente alle direttive del presidente Saied. La premier ha inoltre insistito sulla necessità di includere indicatori chiari di prestazione e sistemi informativi integrati per monitorare costantemente l’avanzamento dei progetti. Al termine della riunione, la premier ha annunciato che il Piano sarà sottoposto al Consiglio dei ministri dopo la definizione finale dell’elenco dei progetti da realizzare.

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