Amazon lancia lo store di Trump ma arrivano i cappelli anti-Presidente

Tornando alla Casa Bianca Donald Trump non ha certo dimenticato il suo imprinting imprenditoriale. Oltre a essere il Presidente degli Stati Uniti, il business man è riuscito a forgiare un nutrito gruppo di sostenitori che condivide le sue idee, sintetizzate nello slogan ‘MAGA – Make America Great Again’. Durante l’ultima campagna elettorale il merchandising ha accresciuto la narrazione trionfalistica di Trump, oltre ai numerosi marketplace che propongono t-shirt e baseball cap adesso è possibile acquistare una tazza ‘MAGA’ per 28 dollari o una felpa venduta a 82 dollari nel nuovo “The official store of the Trump Organization’, all’interno di Amazon.
Le proposte apparel includono numerose t-shirt con la stampa del Presidente che balla (‘Trump dancing tee’), quelle con il termine ‘Fight!’ e ‘Figh! Fight! Fight!’, le cifre ’45’ e ’47’, in riferimento al numero di mandati presidenziali. Immancabili i cappellini, i portachiavi e i poster con l’immagine del presidente e le sue frasi motivazionali. Solo un anno fa il magnate aveva lanciato le sneakers ‘Never surrender’, un modello realizzato in soli mille esemplari in lamé dorato con la bandiera americana e l’inconfondibile iniziale ‘T’ dell’allora candidato alla White House, all’epoca vendute sul sito gettrumpsneakers.com. Coerente con il progetto di rafforzare la produzione interna, tutto il merchandising presente all’interno dello store Amazon è “proudly made in the United States of America”.
Un portavoce di Amazon ha rifiutato di riferire a Wwd quando il sito è stato lanciato, quale percentuale di vendite riceverà Amazon e se tutte le altre vendite sono destinate alla Trump Organization. L’azienda ha anche rifiutato di commentare se Amazon ha una politica sui prodotti a tema politico. Amazon ha solo spiegato che: “L’Official Trump Brand Store si unisce a milioni di altri venditori indipendenti che utilizzano i nostri servizi per raggiungere i clienti Amazon in tutto il paese”.
Karen Kedrowski dell’Università dell’Iowa, direttrice del Carrie Chapman Catt Center for Women and Politics, ha dichiarato: “Questo non sorprende, data l’enorme portata di Amazon qui negli Stati Uniti. Poiché il presidente Trump non si è completamente disimpegnato dai suoi interessi commerciali, c’è una potenziale violazione della clausola sugli emolumenti, proprio come c’era nel primo mandato di Trump. Come minimo, c’è un conflitto di interessi, che non sembra disturbare il Presidente”.
Parallelamente sta però prendendo piede anche un fiorente merchandising anti-Trump. Durante la recente visita di JD Vance alla base militare statunitense in Groenlandia il vicepresidente e braccio destro di Trump è stato accolto con cappellini ‘MAGA’ dal significato decisamente differente: ‘Make America Go Away’, in riferimento alla volontà di Trump di annettere il Paese agli Usa. I copricapi in Groenlandia sono arrivati sulla scia di una protesta canadese cominciata all’inizio di quest’anno in risposta alle minacce del Presidente di rendere il Canada il 51esimo Stato. Fu Doug Ford, il premier dell’Ontario, ad indossare un cappello con visiera con la scritta ‘Canada is not for sale’.
I produttori del cappello indossato da Ford, Liam Mooney e Emma Cochrane, hanno creato il marchio Canada is not for sale vendendo, riporta The New York Times, più di 40mila articoli, non solo in Canada, e la domanda è in crescita. Ford ha recentemente esortato un uomo che indossava il cappello ‘Canada is not for sale’ a una partita dei Blue Jays a “non toglierselo mai”. Sebbene abbiano riscosso meno successo non mancano i cappelli ‘Make America gay again’, ‘Make Nato great again’ e ‘Make America normal again”, tutti disponibili online sulle piattaforma e-commerce Etsy o Redbubble. La battaglia dei cappellini sembra appena iniziata.
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