Video rubati dalle telecamere private, interviene il Garante della Privacy

Ottobre 16, 2025 - 12:00
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Video rubati dalle telecamere private, interviene il Garante della Privacy

lentepubblica.it

Il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto con un provvedimento d’urgenza contro la società statunitense ICF Technology Inc., proprietaria del sito CamHub, dopo la scoperta di video rubati diffusi online e provenienti da telecamere installate in abitazioni italiane.


L’Autorità ha avvertito l’azienda che la raccolta e la pubblicazione di immagini catturate abusivamente in spazi privati costituiscono una grave violazione della normativa europea e nazionale sulla privacy.

L’azione del Garante si inserisce nel contesto di alcuni episodi di cronaca che, nelle scorse settimane, hanno rivelato la circolazione in rete di filmati sottratti da sistemi di videosorveglianza domestica. Le immagini, apparentemente provenienti da videocamere non protette, sarebbero state caricate e rese disponibili sulla piattaforma CamHub, che offre contenuti erotici in diretta o registrati, accessibili gratuitamente o a pagamento.

Il sito al centro delle indagini

CamHub, al momento non raggiungibile dall’Italia, si presenta come un servizio interattivo di streaming che consente a performer registrati di trasmettere o caricare video e immagini esplicite. Il portale specifica nei propri termini d’uso di non essere responsabile dei contenuti caricati dagli utenti, ma di verificare preventivamente il materiale prima della pubblicazione. Tuttavia, secondo quanto emerso durante l’attività istruttoria del Garante, la piattaforma avrebbe potuto diffondere anche riprese provenienti da telecamere installate in abitazioni o altri ambienti privati, violando gravemente la riservatezza delle persone riprese.

La homepage del sito riporta da tempo un messaggio che segnala problemi tecnici e la sospensione del servizio, ma alcune pagine, come quella dei “termini e condizioni”, restano consultabili. È proprio da tali documenti che emergono le clausole con cui la società declina ogni responsabilità sui contenuti pubblicati, invitando gli utenti a segnalare eventuali abusi tramite un modulo di reclamo.

Secondo il Garante, queste dichiarazioni non bastano a sollevare l’azienda dalle proprie responsabilità. Se confermata, la raccolta e diffusione di immagini tratte da videocamere installate in case o ambienti privati rappresenterebbe a tutti gli effetti un trattamento illecito di dati personali, in quanto avvenuto senza il consenso degli interessati e con dati di natura altamente sensibile.

Privacy violata: un rischio grave per le persone

Le telecamere domestiche, spesso collegate a internet, possono diventare un bersaglio facile per chi intende violare la sfera privata dei cittadini. Le immagini raccolte in questo modo non solo mostrano interni di abitazioni, ma possono anche rivelare abitudini, orari, volti e comportamenti delle persone, rendendole vulnerabili a forme di sorveglianza non autorizzata o addirittura a ricatti.

Il Garante ha ribadito che la diffusione di tali contenuti può causare danni gravi e irreparabili, non solo per la perdita della riservatezza, ma anche per la lesione della dignità personale. Le immagini intime o comunque riconducibili alla vita privata rientrano infatti tra le categorie particolari di dati personali tutelate dal Regolamento europeo (GDPR), che impone specifiche garanzie per il loro trattamento.

L’Autorità ha sottolineato inoltre che CamHub, nel caso in cui riprendesse le proprie attività, sarebbe da considerarsi a tutti gli effetti titolare del trattamento dei dati, e pertanto obbligato ad adottare misure tecniche e organizzative adeguate per prevenire qualsiasi forma di accesso o diffusione non autorizzata. L’assenza di tali misure, rileva il provvedimento, dimostra una palese inosservanza dei principi fondamentali di sicurezza e minimizzazione dei dati previsti dal GDPR.

Un avvertimento formale e la possibilità di ulteriori sanzioni

Con il provvedimento n. 573 del 1° ottobre 2025, il Garante ha formalmente messo in guardia la società ICF Technology, avvertendola che, qualora il sito risultasse riattivato, la prosecuzione del servizio nelle modalità finora adottate potrebbe comportare violazioni degli articoli 5, 6, 9, 25 e 32 del Regolamento europeo. In altre parole, l’eventuale trattamento dei dati personali tramite immagini catturate da telecamere non protette sarebbe considerato illecito.

Il provvedimento, pubblicato sul sito istituzionale dell’Autorità, rappresenta un passo preliminare ma significativo in vista di possibili azioni successive. L’Autorità ha infatti precisato di riservarsi ulteriori interventi al termine dell’istruttoria in corso, che potrebbe sfociare in sanzioni amministrative o penali, qualora venissero confermate le condotte contestate.

L’intervento d’urgenza è stato disposto direttamente dal presidente del Garante, come previsto in casi di particolare urgenza, e sarà sottoposto a ratifica nella prima riunione utile del collegio. La legge consente inoltre alla società interessata di presentare ricorso all’autorità giudiziaria entro trenta giorni dalla comunicazione, o sessanta se residente all’estero.

Un monito contro la sorveglianza abusiva

L’azione del Garante lancia un messaggio chiaro a tutte le piattaforme che operano nel settore dello streaming e della condivisione di contenuti: la tutela della privacy non è negoziabile, e la diffusione di immagini o video senza consenso costituisce una violazione dei diritti fondamentali della persona. L’uso sempre più diffuso di dispositivi connessi — dalle telecamere domestiche ai sistemi intelligenti di sicurezza — rende indispensabile una maggiore attenzione alla protezione dei dati personali, sia da parte degli utenti che delle aziende che gestiscono tali servizi.

Questo caso evidenzia quanto sia facile, in assenza di adeguate misure di sicurezza, che un sistema di videosorveglianza diventi un mezzo di intrusione nella vita privata. Le tecnologie di rete, se mal configurate, possono essere sfruttate da soggetti terzi per accedere a immagini di spazi privati e diffonderle a fini di lucro o intrattenimento.

Video rubati dalle telecamere private: il provvedimento del Garante della Privacy

Qui il documento completo.

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Redazione Redazione Eventi e News