Cosa c’è dietro una tazza di tè. A tu per tu con Francesco Rossi, founder di Giusmìn

C’è una bottega a Milano – che prende il nome di Giusmin (gelsomino in dialetto veneto) – e nasce dalla passione di un appassionato di tisane e tè. Ecco perché conviene fare una capatina per conoscerlo…
Non so quanti di voi possono affermare quello che Francesco Rossi, founder di Giusmìn ammette ai nostri microfoni: “Non dimenticherò mai il ricordo memorabile legato all’assaggio del mio primo tè puro in foglia: un Keemun cinese (tra i tè neri più raffinati). Aveva il gusto familiare del tè a cui ero abituato, ma era pieno, ricco e complesso. Quel tè è stato il mio spartiacque: c’è stato un prima e un dopo il Keemun“.
È così: quando il tè diventa una passione si possono fare cose fantastiche. Quindi, questa è la storia di un uomo che ha fatto della sua passione per il tè una professione, tanto da arrivare ad aprire una bottega a Milano – la trovate in via Achille Maiocchi (al 15) – con l’insegna Giusmin (gelsomino, dal dialetto della valle del Po).
Come Francesco Rossi è arrivato ad amare il tè
“Dopo la laurea comunicazione della moda , arrivato da poco a Milano dall’Isola della Donzella, un’isola sul delta del Po, una delle prime opportunità lavorative che mi si sono presentate è stata quella di addetto agli eventi e alla comunicazione per una sala da tè che purtroppo oggi non esiste più (L’Arte del Ricevere).
Ben presto, sia io che la titolare capimmo che una persona che aveva studiato moda e bevuto solo tè in bustina non avrebbe avuto molte possibilità di successo in quel ruolo, così iniziai a formarmi per occuparmi della vendita e del servizio in sala” racconta Rossi, che da quegli anni (era il 2007) ha iniziato un percorso di conoscenza e di esplorazione.
“Dopo pochi mesi ho accettato un lavoro in una grande azienda di moda – in fondo era quello per cui mi ero trasferito a Milano – e ho trascorso oltre dieci anni nel settore del lusso. Ma non ho mai smesso di pensare alla mia bottega di tè“.
Così, nel tempo libero Francesco Rossi continua a studiare e ad assaggiare tisane facendosi un’idea ben chiara: “mi accorgevo che molti negozi specializzati trattavano il tè come qualcosa di distante e difficile da comprendere, risultando spesso respingenti e quasi ostili per un semplice curioso.
Io invece volevo renderlo accessibile e accogliente. Così ho iniziato a studiare seriamente e nel 2019 è nato Giusmìn Tea Lab Milano, la mia bottega: uno spazio dove chiunque può avvicinarsi al tè in modo personale, con consapevolezza e piacere“.
Quindi, come possiamo definire Giusmìn?
Giusmìn è prima di tutto un progetto personale, nato con uno spazio fisico e cresciuto parallelamente come e-commerce e voce sui social. Mi definisco un commerciante che “tiene bottega“, perché quello che faccio principalmente è vendere tè e tisane.
Può sembrare un termine d’altri tempi, ma per me ha un valore profondo. In un negozio si compra; in una bottega si entra. In un negozio c’è uno scambio di beni e denaro, in una bottega avviene anche uno scambio umano: si condividono conoscenza, esperienze e conversazioni.
Giusmìn è una ditta individuale che si esprime con uno spazio fisico in Porta Venezia a Milano e con uno shop online (giusmin.it) che oggi vale circa il 30% delle nostre vendite.
Siamo specializzati nella vendita di tè e tisane sfusi – ne abbiamo più di 120 varietà (e rora l’accento è su una proposta di matcha altamente selezionato – ndr) e offriamo anche una selezione di accessori per la preparazione (teiere, filtri, dosatori, tazze, ecc.) e oggetti decorativi dai Paesi d’origine del tè (principalmente dal Giappone).
Ogni anno dalla nostra bottega passano più di 2 tonnellate di tè e tisane. A livello organizzativo la struttura è snella: due persone sono dedicate a tempo pieno alla vendita assistita e alla spedizione degli ordini, mentre il titolare e un esperto di comunicazione e marketing si occupano di tutti gli aspetti strategici.
Come attenzionate la coltivazione del tè e da dove provengono le vostre materie prime?
Le materie prime dei tè della nostra collezione provengono da Cina, Giappone, India, Sri Lanka, Vietnam, Taiwan, Nepal e Corea, mentre per le tisane e le botaniche lavoriamo con ingredienti provenienti da Italia, Croazia, Grecia e altri Paesi del Mediterraneo, ma anche da regioni più lontane come Sudafrica, Nigeria e Brasile.
D’altra parte, sarebbe impensabile per una piccola realtà occidentale approvvigionarsi direttamente presso i coltivatori, anche se molti piccoli player amano fare questo storytelling, spesso non realistico.
Per questo ci affidiamo a importatori europei di lunga esperienza, soprattutto tedeschi, che operano in alcuni casi da secoli nel commercio di tè e botaniche: collaborare con questo genere di partner ci consente di garantire qualità costante, tracciabilità e sicurezza lungo tutta la filiera, sia dal punto di vista sanitario che etico.
Da queste basi parte il nostro vero lavoro: la selezione. Ogni tè viene scelto dopo numerosi assaggi comparativi, condotti per valutare non solo la purezza e la qualità della materia prima, ma anche il suo profilo aromatico e gastronomico – cioè come evolve in tazza, con quali sapori si abbina e che sensazioni crea.
In questo ci aiutano molto anche i viaggi nei luoghi d’origine del tè che ci permettono di comprendere meglio il contesto produttivo, il clima e la cultura che stanno dietro a ogni foglia.
Un esempio recente di questo lavoro è la nostra selezione di tè matcha, per il quale assaggiamo decine di varietà ogni anno per individuare il punto di equilibrio tra intensità, dolcezza e rotondità.
È un lavoro di degustazione minuzioso, più simile a quello di un sommelier che a quello di un semplice rivenditore, e rappresenta la parte più stimolante e identitaria del nostro mestiere.
Come vi distinguete dagli altri marchi (sia nazionali che internazionali)?
La nostra priorità è trattare tè e tisane per quello che sono: un alimento, parte della cultura gastronomica quotidiana. Ci piace parlare di profumi e sapori, più che di cerimonie o rituali.
Credo che Giusmìn rappresenti un modo contemporaneo, e mi piace pensare anche Italian style, di vivere il tè: spontaneo, curioso, inclusivo.
Anche il nostro claim, “Less Drama, More Tea“, nasce da questa idea: un invito a semplificare, a mettere da parte il rumore di fondo e ritrovare autenticità nei gesti di ogni giorno.
Ci distinguiamo anche per il modo in cui raccontiamo i nostri prodotti – attraverso le miscele originali, le collaborazioni e la cura estetica delle confezioni – cercando di creare un’esperienza che unisca gusto, cultura e piacere visivo.
Qual è Il vostro target?
Il nostro pubblico è composto soprattutto da persone curiose, desiderose di scoprire, spesso alle prime esperienze con il tè. Ci piace essere “quelli che spiegano“, rendendo tutto accessibile e mai intimidatorio.
Un dato interessante è la giovane età della clientela: la maggior parte ha tra i 20 e i 35 anni, una caratteristica non così comune per i negozi di tè. Ma in bottega vediamo spesso generazioni che si incontrano: nonne e nipoti, famiglie, coppie, amici. Anche i bambini si divertono a scegliere la loro tisana.
Il pubblico femminile è prevalente, ma anche gli uomini che ci seguono sono molto costanti negli acquisti, segno che il tè sta diventando un’abitudine trasversale.
Online, poi, la community è ancora più eterogenea: chi ci segue lo fa per curiosità, ma resta per l’atmosfera e per la narrazione del gusto che portiamo avanti ogni giorno.
A volte siamo scelti anche per bomboniere o regali legati a matrimoni e celebrazioni, dove il tè diventa un simbolo di condivisione e buon augurio.
Collaboriamo inoltre con aziende dei settori moda, design e cosmetica, realizzando forniture personalizzate, regali aziendali o progetti di co-branding in cui il tè viene interpretato come esperienza sensoriale e culturale, capace di raccontare valori e identità di brand diversi dal nostro.
Siamo infine partner per il tè di player come Cortilia, che ci ha scelti per la qualità dei prodotti e la coerenza del nostro racconto, portando le nostre miscele in una rete di distribuzione più ampia ma sempre attenta alla selezione.
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