Crisi dei segretari comunali: le proposte dell'Uncem per salvare i piccoli municipi

Novembre 20, 2025 - 10:30
 0
Crisi dei segretari comunali: le proposte dell'Uncem per salvare i piccoli municipi

lentepubblica.it

La carenza di segretari comunali sta diventando una delle emergenze strutturali più gravi per i piccoli enti locali italiani. Una situazione che mette a rischio la continuità amministrativa di migliaia di Comuni e che, secondo l’Uncem – l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – richiede interventi immediati da parte dello Stato.


L’associazione, ascoltata in audizione alla Camera dei Deputati, ha presentato un pacchetto articolato di misure da integrare nella prossima legge di bilancio e da utilizzare come base per la futura revisione del Testo unico degli enti locali.

Il punto di partenza è chiaro: senza un rafforzamento della figura del segretario comunale e senza una ridefinizione del suo ruolo all’interno dei sistemi amministrativi sovracomunali – Unioni di Comuni, Unioni montane e Comunità montane – l’intero sistema delle autonomie rischia di perdere efficienza. A maggior ragione nelle aree interne, dove la frammentazione amministrativa e la scarsità di personale rendono difficile anche la gestione ordinaria degli uffici.

I segretari come “manager pubblici” dei territori

Nella visione proposta dall’Uncem, i segretari non devono essere considerati meri garanti di legalità formale, ma figure capaci di coordinare servizi, guidare processi di sviluppo e rafforzare le collaborazioni tra enti diversi. La proposta è di trasformarli in veri e propri manager pubblici, in grado di lavorare in squadra per più Comuni, evitando duplicazioni, razionalizzando le attività tecniche e favorendo la nascita di progetti territoriali condivisi.

Un esempio citato dall’associazione riguarda le Unioni montane composte da una decina di municipalità: in realtà di questo tipo, tre segretari operanti in modalità “di pool” potrebbero seguire contemporaneamente gli uffici locali e quelli dell’Unione stessa, garantendo stabilità e miglior coordinamento. Una soluzione che permetterebbe di superare la logica del singolo Comune isolato e di costruire un’amministrazione più moderna e collaborativa.

Prorogare la deroga per la copertura temporanea delle sedi

Tra le emergenze più pressanti c’è la gestione del regime di deroga introdotto nel 2022, che consente ai segretari di fascia iniziale di essere assegnati a municipi fino a 5.000 abitanti. Questo strumento, nato per affrontare una carenza già allora evidente, rappresenta oggi un elemento indispensabile per evitare la chiusura di molte sedi. Tuttavia, il meccanismo prevede durate limitate e continui passaggi amministrativi che spesso producono vuoti temporanei, con gravi ripercussioni sulle funzioni istituzionali degli enti.

L’Uncem chiede quindi una proroga oltre i 36 mesi attualmente consentiti, il ricorso a procedure di rinnovo automatiche quando le selezioni vanno deserte, tempi certi per l’autorizzazione ministeriale e una norma transitoria per non lasciare scoperti i Comuni che stanno esaurendo il periodo massimo previsto dalla legge. Senza un intervento rapido, avverte l’associazione, dal 2025 molte amministrazioni potrebbero trovarsi senza un segretario a causa della scadenza dei limiti oggi vigenti.

Vicesegretari e funzionari: una risorsa da valorizzare

Parallelamente, l’Uncem propone di ampliare le possibilità di impiego dei vicesegretari, soprattutto nei Comuni più piccoli dove la figura del titolare risulta spesso difficile da reperire. L’obiettivo è riconoscere il lavoro svolto finora da molti funzionari che, pur senza essere segretari iscritti all’Albo nazionale, hanno retto sedi vacanti garantando la continuità operativa degli uffici.

Le proposte includono la possibilità, per chi abbia maturato almeno 36 mesi di reggenza e possieda i requisiti formali, di essere ammesso nella prima fascia professionale, e una disciplina più stabile per l’affidamento temporaneo delle funzioni di segretario nei municipi sotto i 5.000 abitanti. Una misura che non comporterebbe costi aggiuntivi, ma che permetterebbe alle amministrazioni di piccola scala di non rimanere prive della loro figura apicale.

Sostegno economico per i Comuni delle aree interne

Il nodo economico rimane uno dei principali ostacoli alla copertura delle sedi. Molti municipi, in particolare quelli montani, non dispongono delle risorse necessarie per sostenere la spesa del segretario. Per questo l’Uncem chiede che lo Stato incrementi e stabilizzi il contributo oggi previsto, rendendolo strutturale e inserendolo nel Fondo di Solidarietà Comunale.

La proposta comprende anche incentivi per le amministrazioni che scelgono di convenzionarsi fra loro, l’estensione del contributo ai Comuni appartenenti alle classi demografiche più alte e la possibilità di mettere a disposizione un alloggio di servizio gratuito per facilitare l’insediamento dei segretari in territori isolati o difficili da raggiungere.

Reggenze e scavalchi: stop agli abusi

Altro tema caldo è quello degli incarichi provvisori “a scavalco”, una soluzione nata per far fronte a situazioni emergenziali, ma che negli anni è diventata pratica ordinaria. L’Uncem propone di limitarne l’uso stabilendo una durata massima di 60 giorni, obblighi di rotazione e verifiche ministeriali sistematiche, così da evitare una precarizzazione cronica della figura del segretario e ristabilire un percorso ordinato di assegnazione degli incarichi.

Verso una riforma del sistema di accesso

Accanto alle misure urgenti, l’Uncem sottolinea la necessità di ripensare l’intero percorso di ingresso nella carriera dei segretari comunali, rendendo il concorso più selettivo, allineandolo ai criteri previsti per i ruoli dirigenziali e rivedendo la suddivisione in fasce professionali. La richiesta è di riportare il livello di formazione richiesto in coerenza con le responsabilità sempre più complesse affidate a questi professionisti.

Tra le ipotesi avanzate ci sono l’innalzamento della soglia demografica per la prima fascia, la definizione di sistemi di progressione basati sull’anzianità effettiva e la valorizzazione dei servizi svolti in sedi disagiate. A ciò si aggiunge la proposta di istituire un Comitato dei garanti che vigili sulle procedure di revoca, così da evitare discrezionalità eccessive e tutelare l’autonomia tecnica del segretario.

Un’urgenza per il futuro delle autonomie locali

La fotografia restituita dall’Uncem è quella di un sistema amministrativo che rischia di fermarsi se non verranno adottate misure tempestive. Senza segretari, o con figure costantemente intercambiabili, Comuni già fragili perderebbero capacità di gestione, programmazione e controllo. Per questo le proposte avanzate rappresentano, secondo l’associazione, non solo un intervento tecnico, ma un investimento strategico per garantire ai cittadini, anche nelle aree più isolate, servizi affidabili e istituzioni solide.

Crisi dei segretari comunali: le proposte dell’Uncem

Qui il documento completo.

The post Crisi dei segretari comunali: le proposte dell'Uncem per salvare i piccoli municipi appeared first on lentepubblica.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News