Prenotazioni credito d'imposta Transizione 5.0: ultime ore per farlo

Novembre 26, 2025 - 23:30
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Prenotazioni credito d'imposta Transizione 5.0: ultime ore per farlo

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Sta per scadere una delle deadline più delicate per le aziende che intendono beneficiare degli incentivi dedicati alla modernizzazione produttiva nell’ambito dei programmi Transizione 5.0 e Transizione 4.0.


Le prenotazioni per accedere al credito d’imposta previsto dal nuovo piano governativo resteranno aperte soltanto fino al 27 novembre 2025, termine entro il quale sarà necessario sciogliere ogni dubbio e formalizzare le opzioni relative alle agevolazioni.

Il decreto-legge del 21 novembre 2025, n. 175, chiarisce un aspetto fondamentale: le due tipologie di credito — quello introdotto dal Piano Transizione 5.0 (art. 38 del DL 19/2024) e quello già previsto dal Piano Transizione 4.0 (art. 1, commi 1051 e seguenti, della legge 178/2020) — non possono essere cumulate sugli stessi investimenti. Questo significa che, per uno specifico macchinario o progetto tecnologico, la scelta deve necessariamente ricadere su una sola delle due misure.

Una precisazione tutt’altro che marginale, dato che molte imprese, nel timore di non riuscire a rientrare nei contingenti o per evitare ritardi, hanno inoltrato domanda per entrambi gli strumenti. Adesso, però, occorre decidere quale percorso agevolativo seguire. Chi ha presentato una richiesta doppia dovrà, entro la mezzanotte del 27 novembre, indicare in modo formale il credito d’imposta che intende utilizzare, rinunciando all’altro. La mancata comunicazione non solo comporta la decadenza dal beneficio cui si intende rinunciare, ma rischia anche di compromettere l’intero iter agevolativo.

La stessa regola vale per i soggetti che hanno già portato a termine l’investimento e hanno trasmesso la relativa comunicazione. In questo caso, il tempo disponibile è ancora più ristretto: entro cinque giorni dalla PEC inviata dal GSE, sarà necessario ufficializzare la rinuncia al credito non utilizzato. Anche qui la scadenza è tassativa: un ritardo, anche minimo, può determinare la perdita delle somme prenotate.

Il ruolo del GSE e cosa devono fare le imprese

Per facilitare il processo e garantire uniformità nelle procedure, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sta provvedendo a contattare, via PEC, le aziende interessate. Il messaggio contiene un documento fondamentale: il modello di Dichiarazione Sostitutiva di Atto Notorio (DSAN), previsto dal D.P.R. 445/2000, attraverso cui il beneficiario manifesta ufficialmente la rinuncia a una delle due misure.

Nella comunicazione, il GSE indica anche tutti gli elementi operativi necessari: dall’indirizzo PEC a cui inviare la dichiarazione, alle tempistiche da rispettare, fino alle istruzioni per la corretta compilazione. Il DSAN, infatti, non va semplicemente compilato: è richiesto che sia firmato digitalmente, così da avere pieno valore legale ed evitare contestazioni.

Una volta completato, il documento deve essere trasmesso esclusivamente tramite PEC all’indirizzo indicato nella comunicazione del Gestore. Non sono previste alternative: invii da indirizzi non certificati, consegne tardive o documenti privi di firma digitale comportano automaticamente l’esclusione dal beneficio per cui non si è esercitata la rinuncia.

Imprese alla prova della scelta: quale agevolazione conviene?

La sovrapposizione delle due misure ha generato incertezze e sovraccarichi procedurali, ma rappresenta anche un’occasione per le aziende di valutare quale dei due crediti risulti più vantaggioso. Il nuovo Piano Transizione 5.0 punta forte sulla sostenibilità, sulla riduzione delle emissioni e sull’efficientamento energetico, con meccanismi premianti per chi investe in tecnologie capaci di abbattere i consumi. Il credito della Transizione 4.0, invece, rimane collegato ai tradizionali investimenti in digitalizzazione e innovazione produttiva.

Il divieto di cumulo impone quindi una riflessione strategica: qual è l’intervento che offre il ritorno economico migliore? Quale misura si adatta maggiormente ai progetti in corso? Quale credito presenta un percorso burocratico più lineare o un’intensità maggiore rispetto alla spesa sostenuta?

Una scadenza che pesa sul tessuto produttivo

La giornata del 27 novembre, dunque, non rappresenta soltanto un adempimento formale, ma una tappa cruciale per chi intende cogliere le opportunità messe a disposizione dai piani nazionali per la modernizzazione industriale. La possibilità di perdere contributi rilevanti crea inevitabile tensione, soprattutto per le piccole e medie imprese che, rispetto alle grandi realtà, dispongono di strutture amministrative più ridotte e tempi operativi più lunghi.

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