Ddl concorrenza, Fimaa Italia: rivedere normativa su professione agente immobiliare

Roma, 24 set. (askanews) – Modificare la normativa che regola l’accesso alla professione di agente immobiliare, in modo da garantire più trasparenza per i consumatori e una sempre maggiore preparazione degli addetti, e introdurre la cedolare secca sulle locazioni degli immobili commerciali per contrastare la desertificazione dei centri storici. Sono le proposte che ha avanzato Maurizio Pezzetta, delegato di FIMAA Italia, nel corso dell’audizione sul Ddl Concorrenza che si è appena conclusa di fronte alla Commissione Industria del Senato presieduta dal senatore Luca De Carlo. FIMAA Italia ha suggerito un pacchetto di misure per modificare la normativa che regola l’attività di agente immobiliare per rispondere alle esigenze del settore e dei professionisti e garantire una maggior tutela dei consumatori.
La Federazione, informa una nota, ha chiesto di aumentare i percorsi per accedere alla professione di agente immobiliare, includendo in particolare un idoneo percorso universitario. Occorre inoltre introdurre, un percorso di formazione continua obbligatoria per mantenere l’abilitazione e prevedere che nelle Commissioni esaminatrici istituite presso le Camere di Commercio, siano presenti almeno due agenti immobiliari in attività con esperienza professionale minima di cinque anni. “Si tratta di una misura di buon senso – ha commentato Pezzetta, – necessaria per assicurare che la valutazione degli aspiranti intermediari non sia solo teorica, ma anche aderente alle dinamiche operative del settore. Peraltro, è quanto già avviene in altre professioni, come avvocati, commercialisti, architetti”.
Rispondendo a una domanda del vicepresidente Giorgio Maria Bergesio, la Federazione ha posto l’accento su una previsione che crea notevoli ostacoli nella prassi. “I soggetti esercitanti l’attività di mediatore, già iscritti nella I e nella III sezione del REA devono potersi iscrivere automaticamente anche alla IV sezione, quella per gli ‘agenti in servizi vari’ – ha evidenziato il delegato FIMAA. – Al momento questo non avviene e la conseguenza pratica è che un agente immobiliare non può intermediare la cessione di quote o azioni societarie che hanno ad oggetto immobili o patrimoni immobiliari se non ha seguito un ulteriore corso e superato un esame specifico. A prescindere dal fatto che nel 90% dei casi, le Camere di Commercio non organizzano né corsi né esami dedicati, visto che si tratta di un settore di nicchia, occorre sottolineare che il compito che svolge l’agente è sempre lo stesso: mediare la cessione di un immobile. Lo strumento che viene utilizzato, la cessione di quote o azioni societarie che siano, non è un aspetto che influisce sul suo ruolo. Verrà invece valutato dal notaio o dal commercialista che seguono l’operazione”.
La FIMAA ha chiesto inoltre che l’incarico di agente immobiliare debba essere conferito obbligatoriamente in forma scritta. “Questa misura avrebbe molteplici effetti positivi – ha spiegato ancora Pezzetta, – assicurerebbe informazioni precise e trasparenti a chi conferisce l’incarico; ridurrebbe il rischio di incomprensioni tra proprietario e agente immobiliare, e soprattutto rappresenterebbe uno strumento concreto di contrasto all’abusivismo, fenomeno che continua a penalizzare i professionisti regolari e a danneggiare cittadini e mercato” ha concluso il delegato FIMAA.
La Federazione ha quindi ribadito la necessità di introdurre in via permanente la cedolare secca sulle locazioni commerciali, misura già peraltro contenuta in diversi disegni di legge in discussione. E su cui anche il governo sta riflettendo, “come testimoniano le recenti dichiarazioni del Ministro per gli Affari Europei, Tommaso Foti – ha sottolineato infine Pezzetta, ricordando che la misura era già stata introdotta in via sperimentale nel 2018. – Questa misura purtroppo è rimasta in vigore per un solo anno, nonostante abbia determinato un consistente aumento del numero dei negozi locati. Oggi questa misura ha un’importanza ancora maggiore visto che contribuirebbe a contrastare la desertificazione dei centri storici. Oltretutto all’aumento del numero di negozi, uffici e botteghe artigianali sfitte, consegue un sempre maggior degrado delle città e una crescente insicurezza per gli abitanti”. Pezzetta ha inoltre ricordato che “nel caso delle locazioni abitative, la cedolare secca ha consentito di ridurre il tax gap del 50,45% in cinque anni come certifica il Rapporto sui risultati delle misure di contrasto all’evasione fiscale allegato alla NADEF 2019. Una tendenza che è stata poi confermata anche dalla NADEF 2022”.
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