Gioele Manè: “Salviamo la libertà da Muri Ruvidi” | Intervista

Per fare una rivoluzione si può iniziare prendendo in mano una chitarra, dando così una nuova prospettiva alla realtà delle cose. Le canzoni sono molto di più di rumore di sottofondo e grazie ai cantautori viene naturale dare più importanza all’arte. Alcuni artisti hanno scritto pagine di storia, con brani eterni che possono diventare ispirazione per chi ama la musica e vuole mettersi in gioco.
Gioele Manè porta avanti la tradizione romana e con il suo nuovo brano “Muri Ruvidi” si scontra contro una realtà che cerca di divedere e separare. Anche guardando dentro i propri confini, nella nostra bella Italia, ci sono parecchie contraddizioni e ostacoli, che si può provare a superare aspirando sia alla libertà che al coraggio.
Questa canzone diventa un invito ad osservare il futuro con una visione positiva, perché, nonostante le avversità. esiste sempre la possibilità di cambiare il mondo che ci circonda.
INTERVISTANDO GIOELE MANÈ
Muri ruvidi è un canto di libertà?
In un certo senso è così. È una canzone che ho scritto per chi non vuole farsi imprigionare dai limiti e dalle separazioni presenti nel mondo di oggi.
Cosa ti piace di più dell’Italia e cosa non sopporti?
L’Italia è la mia casa e amo il suo calore. Non saprei immaginare la mia vita in un altro Paese, proprio per il tipo di legame che provo nei suoi confronti. Però è necessario avere un occhio critico se si vuole costruire qualcosa per il proprio futuro. Non è un “non sopportare”, quanto un “ascoltare”. C’è poco ascolto verso gli ultimi e ci sono categorie completamente ignorate dalle nostre istituzioni.
Guardando al futuro vedi più limiti o possibilità?
È una domanda complessa. Quello che spero è che in futuro diminuisca l’enorme disparità economica presente oggi, perché credo sia essenziale per dare a tutti maggiori possibilità.
Certe sere d’estate possono nascondere una dolce malinconia?
Assolutamente sì. L’estate è sinonimo di speranza per me, ma se ti ritrovi a un punto della vita in cui non hai realizzato quello che speravi, può essere un momento di bilanci e riflessioni importanti.
Quanto è presente la politica nella musica oggi?
Più che di politica, non si parla più molto delle nostre problematiche quotidiane, il che non mi fa rispecchiare molto nella musica di oggi. Si corre dietro agli algoritmi e all’intelligenza artificiale che blocca la creatività e favorisce lo streaming. Nonostante questo, ci sono ancora degli artisti che si ribellano a questo sistema ed hanno tutta la mia gratitudine per questo.
L’indifferenza è sostegno alla guerra?
L’ indifferenza è tante cose, a seconda delle situazioni. Quando c’è mancanza di empatiaverso gli altri, allora diventiamo indifferenti. Se di mezzo ci sono degli interessi politici ed economici allora tutto si amplifica e non si considerano gli effetti che determinate decisioni hanno sulle persone, specialmente in tempi di guerra.
Ci sono verità che purtroppo spaventano?
Ce ne sono tante e lo capisco. Non è sempre facile prendere atto di certe verità e non farsi spaventare. È un lavoro che dobbiamo fare su noi stessi, per non permettere a determinate cose di limitare le nostre scelte.
“Certe persone mi danno speranza.” A quali cantautori sei più legato?
La lista è lunghissima! Bruce Springsteen, Johnny Cash, Edoardo Bennato, Xavier Rudd… solo per citarne alcuni!
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