I pantaloni Ermanno Scervino in pelliccia stanno lasciando il segno, non solo per lo stile: il prezzo è pura FOLLIA

L’inverno porta sempre con sé alcuni capi che sembrano più un capriccio estetico che una necessità, eppure riescono a insinuarsi nelle conversazioni fashion come fossero inevitabili.

È successo con gli stivali peluche, con le borse effetto piumone, con i cappotti oversize che sembrano usciti da un guardaroba cinematografico. Ora tocca ai pantaloni in pelliccia di montone di Ermanno Scervino, un pezzo che sta circolando tra passerelle, editoriali e social con quella sicurezza tipica dei capi che non chiedono il permesso. È un pantalone che non passa inosservato, non vuole farlo e, anzi, vive proprio di quell’effetto sorpresa che fa voltare chiunque per strada. La silhouette, già di per sé importante, viene amplificata da una materia prima decisamente protagonista.

Il fascino, però, è innegabile. I capi che dividono sono quelli che funzionano di più, perché aprono discussioni, polarizzano, sfidano la moda che tutti considerano “ragionevole”. Questi pantaloni fanno parte proprio di quella categoria. Realizzati in pelliccia di montone color biondo, morbida e luminosa, hanno una struttura che trasforma completamente la postura, il passo, la percezione delle proporzioni. L’effetto è una sorta di scultura da indossare che non chiede di essere giustificata. Eppure, mentre li guardi, capisci immediatamente perché appartengono a quell’universo di capi di lusso che uniscono manifattura ricercata, materiali esclusivi e un prezzo che lascia inevitabilmente senza fiato.

Perché Scervino sa farci innamorare anche dei capi più estremi

Il montone biondo, lucidissimo e soffice, è un materiale che non lascia scampo: si sente anche solo a guardarlo. La vita bassa, scelta non casuale, rende il tutto ancora più contemporaneo, con quella nonchalance che solo i pezzi di alta moda riescono a mantenere pur nella loro teatralità.

Indossarli significa accettare che siano loro il fulcro del look. È impossibile farli passare in secondo piano, e proprio per questo vanno trattati come un’opera da esporre con cura. L’abbinamento migliore, infatti, è quello che gioca con le proporzioni e con i contrasti. Sopra, serve una linea più asciutta, leggera, quasi eterea, come un bustier nude o un top sagomato in pizzo, capace di bilanciare il volume del pantalone. Anche un cardigan morbido, lavorato, dal colore tenue, funziona bene, perché crea un raccordo e mantiene una coerenza cromatica.

Il punto centrale rimane però il prezzo: 4.490 euro. Una cifra che fa girare la testa anche a chi è abituato a esplorare il mondo del lusso. Ma qui il discorso non è mai banale. Non si paga solo la materia prima, che già di per sé è pregiata e complessa da lavorare. Si paga anche la costruzione, la modellatura del montone, la capacità di trasformare un materiale così voluminoso in una forma fluida, un palazzo che si muove con disinvoltura. Il risultato è un capo che sembra un paradosso: enorme ma leggero, caldo ma elegante, vistoso ma sofisticato.

Quando si osservano, si capisce come mai abbiano avuto un ruolo così centrale nella collezione Autunno/Inverno 2025–26. Sono la dimostrazione di quanto Scervino continui a lavorare su una femminilità espressiva, mai minimal, fatta di texture importanti e silhouette decise.

La parte più sorprendente è che, nonostante l’aspetto scenografico, sono straordinariamente versatili. Non nel senso tradizionale del termine, ma nella capacità di definire un intero look semplicemente esistendo. Cambia il top e cambiano le vibrazioni. Con un bustier diventano sofisticati e sensuali, con una t-shirt bianca diventano quasi urban couture, con un dolcevita leggerissimo assumono un’allure invernale piena e avvolgente. Basta poco per spostarli da una narrazione all’altra, ma senza perdere l’identità forte che li caratterizza.

Alla fine, sono il classico esempio del capo che divide, ma resta impresso. E non c’è niente di più fashion di un pezzo che crea conversazione. Forse molti non li compreranno mai, forse resteranno un sogno da passerella, ma la moda vive anche di immagini che rimangono nella memoria, di oggetti che diventano simboli di una stagione.

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