Il brand americano è diventato l'ispirazione estetica per le decorazioni natalizie: più che un'estetica, è un sentimento di nostalgia e desiderio
Coperte in tartan, cuscini di velluto, un caminetto acceso e una tavola perfettamente apparecchiata con piatti di porcellana, calici e candelabri. Quest’anno i social non aspettano solo l’arrivo delle feste: sognano un Ralph Lauren Christmas, un Natale dal sapore vintage e dall’estetica curatissima.
Cos’è il Ralph Lauren Christmas
Basta passare un po’ di tempo sui social per capirlo: la tendenza del Natale 2025, in fatto di decorazioni e addobbi, è la virale estetica Ralph Lauren Christmas. All’ennesimo reel di sale da pranzo in legno scuro, chalet di montagna e maglioni a trecce la domanda sorge spontanea: cosa c’entra il brand americano con la nascita di Gesù bambino?
Non si tratta – come si potrebbe pensare – di un’iniziativa del brand o di una campagna particolarmente virale per la holiday season, ma di un trend nato spontaneamente sui social. Il marchio, sinonimo di lusso americano, è famoso per l’estetica preppy e old money che, durante le feste, si traduce in un preciso immaginario: case di campagna, salotti con il caminetto perennemente acceso, lunghe passeggiate tra la neve avvolti da morbidi pullover e sciarpe in cashmere, giacche a quadri, calici di champagne e abiti da sera eleganti per i brindisi.
L’immaginario delle rom-com anni Novanta
Dite addio alle decorazioni in oro, alle luci multicolor che si accendono a ritmo di musica, ai Babbo Natale animati: nel patinato mondo del Ralph Lauren Christmas tutto è curato, elegante e misurato. Accogliente, ma lussuoso. È un immaginario fatto di cuscini verde abete, dettagli rosso bordeaux, rami d’abete e candelabri antichi in ottone o in argento invecchiato. Senza dimenticare ovviamente gli orsetti di peluche simbolo del marchio, ghirlande fresche sulla porta e biglietti d’auguri scritti a mano.

Una classica campagna di Polo Ralph Lauren.
Per certi versi, l’estetica social ci riporta a un mondo pre social, dove si passano le serate conversando o giocando di fronte al fuoco acceso, si comprano i regali nei negozi fisici e la sera ci si cambia prima di sedersi a tavola. Di fatto, la GenZ ha solo messo un nome nuovo a un immaginario vagamente anni Novanta, domestico e decisamente aspirazionale, di un benessere perduto: seconde case in cui riunirsi per le feste, famiglie numerose riunite a tavola e nessuno che lavori in smartworking. Anzi: nessuno che lavori fino al 7 gennaio. È il mondo pre-crisi economica delle commedie romantiche di Nancy Meyers, che non a caso ha firmato alcuni dei “nuovi classici” del Natale, come il film The Holiday – L’Amore non va in vacanza.
I brand che amano il Natale vintage
È evidente che questo tipo di estetica non sia appannaggio esclusivo di Ralph Lauren: si avvicina molto allo stile british di Burberry o Barbour. Sul fronte americano, anche il Natale di J.Crew ha il sapore nostalgico ed elegante del trend: la campagna natalizia celebra le famiglie riunite, le mattine in pigiama (rigorosamente in tartan) e le serate intorno al fuoco. Tra i piccoli brand che coltivano questo tipo di immaginario il più “aesthetic” è sicuramente Mrs. Francoise, che produce in Italia ed è famoso per i coordinati mamma-figlia.
Estetica o sentimento?
Internet si è riempito di guide per “replicare la tendenza” o “decorare casa in stile Ralph Lauren Christmas”: decorazioni dai toni bronzo o ottone, fiocchi di velluto, servizi coordinati, foto incorniciate sulle mensole, tovaglie verde bosco e tanto, tantissimo tartan. Ma il successo del trend non è solo nell’aver costruito un’estetica – che può essere applicata all’Upper East Side di New York come a un cottage in Scozia o a uno chalet sulle Alpi – ma l’aver centrato un certo sentimento. A sognare il Ralph Lauren Christmas non sono certo i clienti tipici del brand, ma ragazzi che fanno i conti con appartamenti sempre più piccoli, budget sempre più stretti e famiglie sempre più sparpagliate geograficamente. Il Ralph Lauren Christmas è un Natale di nostalgia: per l’infanzia, per gli anni Novanta, per una sicurezza economica e sociale mai sperimentata, e che tuttavia sembra già irraggiungibile.
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