La Corte Ue dà ragione a TikTok e Meta: dalla Commissione errori nell’applicazione del Digital Service Act

Settembre 11, 2025 - 01:30
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La Corte Ue dà ragione a TikTok e Meta: dalla Commissione errori nell’applicazione del Digital Service Act

Bruxelles – Servizi digitali, Meta e TikTok vincono e mettono all’angolo la Commissione europea nella causa sollevata dall’esecutivo comunitario per presunte violazioni delle normative europee. Secondo la Corte di Giustizia dell’UE, la Commissione ha applicato in maniera errata le regole del Digital Service Act (DSA) nella misura in cui per la Corte, nella misura in cui non è specificato nel regolamento la metodologia usato per stabilire l’ammontare del contributo di supervisione richiesto ai due operatori del web. “Essa avrebbe dovuto essere adottata non nell’ambito di decisioni di esecuzione, bensì in un atto delegato, conformemente alle norme previste nel DSA”, sostengono i giudici di Lussemburgo nella sentenza.

Secondo il regolamento europeo, la Commissione ha un compito di vigilanza su piattaforme “molto grandi, poiché superano una soglia minima significativa di utenti nell’Unione Europea”. Il controllo, però, non deve essere pagato dai contribuenti ma dagli stessi colossi informatici. Nel 2024, ad esempio l’Unione Europea ha incassato 58 milioni di euro dalle big tech mondiali in crediti di supervisione. Meta Platforms Ireland Ltd e TikTok Technology Ltd hanno però fatto congiuntamente causa alla Commissione, contestandole il metodo di conteggio della tassa.

Il punto critico è come la Commissione Europea ha valutato il numero di utenti attivi mensili per ciascun servizio: elemento decisivo per considerare chi deve e chi non deve versare il contributo. L’esecutivo comunitario ha utilizzato servizi terzi per verificare questo criterio ma questa modalità non è stata inserita nel regolamento. Per le due società, la modalità operativa utilizzata non può essere decisa arbitrariamente dalla Commissione, e la Corte di giustizia conferma.

L’istanza è stata così in parte accolta. La Corte ha dato 12 mesi di tempo alla Commissione per rivedere le sue modalità operative. In ogni caso, afferma la sentenza, gli “effetti della legge saranno provvisoriamente mantenuti”. In sostanza, i soldi già versati da TikTok e Meta non saranno restituiti.

Meta, tramite comunicato, sostiene “questa sentenza costringerà la Commissione Europea a rivalutare la metodologia ingiusta utilizzata per calcolare queste tariffe DSA”. Il portavoce di TikTok, Paolo Ganino, ha aggiunto: “Apprezziamo la decisione della Corte e aspettiamo sviluppi”.

Nessuna delle due parti sembra però aver perso. Dalle istituzioni europee si esulta allo stesso modo: “La Corte conferma che la nostra metodologia è solida: nessun errore di calcolo, nessuna sospensione di alcun pagamento, nessun problema con il principio del compenso né con l’importo”, ha affermato Thomas Regnier, un portavoce della Commissione.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia