Manovra, Mef lima stime del Pil: ipotesi + 0,5% nel 2025

Il governo ipotizza una crescita allo 0,5% nel 2025 mentre vede per il prossimo anno un +0,7% del Pil. È questo, a quanto apprende LaPresse, il quadro tendenziale, ancora provvisorio, del Documento programmatico di Finanza pubblica, che con la nuova governance ha sostituito la Nadef, su cui sta ragionando il governo in queste ore. Stime al netto dell’impatto di eventuali misure di stimolo, e che faranno da sfondo alla redazione della prossima legge di bilancio. Su questo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è atteso mercoledì in Senato, dove verrà votata la risoluzione bipartisan sulla nuova governance, che impegna il governo a trasmettere alla Camere entro il 2 ottobre, in luogo della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef), il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) con l’aggiornamento delle previsioni a legislazione vigente per il successivo triennio. In sede di replica in Aula, le opposizioni si attendono che il ministro fornisca un quadro sull’andamento dell’economia.
Previsioni di crescita al ribasso
Le stime trapelate oggi limano al ribasso le previsioni incluse nel documento di finanza pubblica di aprile, nelle quali il governo vedeva per il 2025 una crescita dello 0,6%, in aumento allo 0,8% nel 2026. Ieri l’Ocse nel suo Interim Outlook ha previsto per l’Italia una crescita economica dello 0,7% nel 2024, e dello 0,6% sia per il 2025 che per il 2026. Il quadro tendenziale del Dpfp si basa sullo scenario attuale, cioè sulla crescita stimata senza nuove misure di politica economica che sono attese invece il mese prossimo con la legge di Bilancio e che nelle intenzioni della premier Giorgia Meloni e della sua maggioranza guarderanno al ceto medio, con l’eventuale ritocco dell’Irpef, la casa per le giovani coppie e incentivi agli investimenti per le imprese.
Rottamazione cartelle, opposizione chiede i numeri
Uno dei nodi da sciogliere, mettendo d’accordo le diverse anime del centrodestra riguarda la rottamazione quinquies richiesta in via prioritaria dalla Lega. Martedì le opposizioni hanno provato a stanare maggioranza e governo. In una riunione della commissione Finanze, di fronte alla possibilità di procedere con l’illustrazione dei soli emendamenti dell’opposizione (113 più uno solo presentato dalla maggioranza, dal senatore di FI Claudio Lotito), Pd e M5s hanno ritirato i testi con la richiesta di avere un orizzonte sulle coperture e “un testo vero”. Un modo per congelare il ddl in attesa che il governo scopra le carte. “Adesso decideremo come procedere. Evidentemente la strada è in discesa”, perchè “l’opposizione ci dà la possibilità di chiudere il testo in un quarto d’ora”, chiosa il presidente della commissione Massimo Garavaglia, della Lega. “La maggioranza – incalza il Pd con la capogruppo in commissione Cristina Tajani – ci dica cosa vuole fare e non prenda in giro le opposizioni e i contribuenti”. In serata, parlando a un appuntamento della Lega nelle Marche, Giorgetti ha promesso “un risultato ragionevole”. Sulla pace fiscale, ha detto, “ci stiamo lavorando e siamo ormai in vista di un risultato che ritengo assolutamente ragionevole, utile, per dare la possibilità a chi si trova in questa situazione di rifiatare e continuare a contribuire”.
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